COVID19: a Manfredonia numeri impressionanti che raccontano la portata del dramma
Manfredonia, nell’indifferenza generale, ha registrato nel mese di novembre un aumento della mortalità pari al 215,4%, in rapporto allo stesso periodo del 2019. Nelle città del Nord Italia il dato medio è del 75% in più, con picchi a Torino (+111%), Genova (+96%) e Milano (+83%). Un forte aumento dei decessi è evidente anche nel Centro Sud, in particolare a Roma e Bari (+ 58%), Perugia (+66%) e Palermo (+67%), ma con una media che in generale si attesta intorno al 46%. È quanto si apprende dal monitoraggio “Andamento della mortalità giornaliera (SiSMG) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19 dal 1° settembre al 17 novembre 2020”.
Non sappiamo esattamente quante persone siano state contagiate in città, la prefettura dichiara che al 30 novembre risultano 579 positivi, dati tutti da verificare, sicuramente al di sotto di quelli reali, ma sappiamo che il numero dei morti attribuiti al Covid-19 è di 32. Ho notato che qualcosa in questi numeri, però, non quadra. Ho quindi osservato la media dei morti a Manfredonia negli anni precedenti ed è emerso che nel periodo di novembre ci sarebbero dovuti essere — in condizioni normali — circa 26 decessi. Quelli registrati quest’anno sono stati 82. Ovvero 56 in più della media.
Nel mese di novembre a Manfredonia la mortalità ha avuto un’accelerata preoccupante soprattutto tra gli anziani (dai 65 anni in su), che è pari all’84,14% delle morti. In pratica, 69 decessi su 82 sono stati anziani.
Quindi, ricapitolando, se la matematica non è un’opinione nel mese di novembre non abbiamo avuto soltanto 32 morti in più in città, come avrebbe dovuto essere stando ai numeri dell’epidemia di Coronavirus. La differenza è importante e non può essere una semplice deviazione statistica. Le statistiche demografiche sono infatti solitamente costanti e le medie annuali cambiano solo in presenza di fenomeni ‘nuovi’. In questo caso il numero di decessi anomali rispetto alla media che Manfredonia ha registrato nel periodo di tempo preso in considerazione è pari a più di due volte quelli attribuiti al Covid-19.
È estremamente ragionevole, dal momento che c’è stata un’elevata mortalità tra gli anziani, pensare che questi siano deceduti in larga parte in casa o in strutture residenziali, senza essere ricoverate in ospedale e senza essere sottoposte a tampone per verificare che fossero state effettivamente infettate dal Covid-19.
A Manfredonia la tragedia che stiamo vivendo sembra non interessare nessuno. Ce ne rendiamo conto solo quando siamo toccati personalmente e la paura entra dentro le nostre case. Non possiamo continuare a stare in disparte, perché questa brutta bestia può irrompere all’improvviso e toglierci il respiro, lasciandoci improvvisamente soli in un mare di difficoltà.
Oggi dobbiamo lottare per sopravvivere e anche l’ossigeno per respirare scarseggia. I soccorsi del 118 arrivano con ore di ritardo perché inondati di chiamate e i medici delle USCA ono troppe volte assenti. Quando inizia la disperazione ci si rende conto che anche le richieste più elementari ed i diritti fondamentali sono calpestati. La pandemia può tutto, oltre ogni possibile responsabilità. Nell’angoscia il silenzio è interrotto talvolta dalla sirena di un’ambulanza che trasporta con sé l’ansia e la preoccupazione di chi lotta per farcela.
A Manfredonia ogni giorno si perdono per Covid persone care che facevano parte delle nostre vite in una sorta di assuefazione inaccettabile. Ma non può e non deve essere così.
Abbiamo bisogno che qualcuno intervenga, con urgenza.