Ballottaggi 8-9 giugno: la strategia del centrodestra si arena nei comuni del foggiano


Passerelle e promesse non bastano più: il centrodestra inciampa su Foggia e Orta Nova
Fratelli d’Italia e alleati pagano scelte calate dall’alto, per modo di dire,dai deputati e senatori eletti nell’ultima elezioni nazionali.Scelte dei candidati imposti e una campagna elettorale stanca. Il territorio risponde con l’astensione o con il dissenso. Intanto, il governo subisce lo scontro su PNRR e giustizia.

FOGGIA – Doveva essere una marcia trionfale. L’8 e 9 giugno, in occasione dei ballottaggi in alcuni comuni del foggiano, la maggioranza di governo si aspettava di raccogliere consensi, spinta dall’organizzazione dei vertici locali De Leonardis, La Salandra e Fallucchi, con il sostegno del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. L’obiettivo era chiaro: confermare e superare i risultati delle ultime elezioni politiche. Ma qualcosa è andato storto.

La strategia, basata su schemi già visti – comizi elettorali con ministri, sottosegretari e onorevoli “paracadutati” – si è scontrata con una realtà elettorale molto più complessa. L’elettorato non ha premiato la politica delle passerelle, né l’imposizione dall’alto di candidati poco radicati sul territorio.
La scelta tra base e vertice è emersa in tutta la sua evidenza.

Le ultime settimane sono state segnate da un crescente malcontento tra i sostenitori locali. Le scelte calate dalle segreterie provinciali hanno generato malumori e spaccature, con evidenti riflessi già nelle precedenti elezioni comunali al Comune di Foggia e, ancora più chiaramente, oggi a Orta Nova. L’assenza di una conferenza stampa o di un momento pubblico di analisi da parte dei vertici provinciali – De Leonardis, La Salandra, Fallucchi e lo stesso Gemmato – ha lasciato il campo a polemiche e critiche.

Fratelli d’Italia, da giorni, aveva fatto squillare le trombe per la vittoria del proprio candidato, salvo poi ritrovarsi impreparata a gestire il crescente dissenso interno e l’indifferenza di una parte significativa dell’elettorato.

Il quadro nazionale non ha aiutato. I recenti annunci del Governo su tagli ai fondi PNRR – con particolare impatto sui comuni del Mezzogiorno – hanno aumentato la tensione tra amministratori locali e maggioranza. Solo l’ondata di proteste ha spinto l’esecutivo a congelare temporaneamente il provvedimento, ma il messaggio politico è stato chiaro e penalizzante.

A questo si è aggiunta, nei giorni scorsi, la discussa approvazione in Consiglio dei Ministri della riforma sulla separazione delle carriere in magistratura. Le proteste delle toghe e il ricompattamento delle opposizioni in Senato mostrano una maggioranza sotto pressione, in difficoltà anche sul fronte istituzionale.

CONCLUSIONE EDITORIALE
Il dato politico che emerge da questi ballottaggi è inequivocabile: le vecchie liturgie non funzionano più. Il centrodestra, in provincia di Foggia come altrove, è chiamato a un ripensamento profondo. Il consenso non si eredita, si costruisce. E non si conquista con i simboli, ma con la credibilità, la presenza e la coerenza. Il rischio, altrimenti, è che le prossime elezioni raccontino un’altra storia di occasioni perdute.

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