Foggia:La Provincia caos istituzionale, sette consiglieri sfidano il presidente Nobiletti e inchiodano Di Natale
Rendiconto 2024 bocciato, clima da resa dei conti in Provincia: “Voto legittimo, Di Natale non è sopra le istituzioni. Il presidente si dimetta.”
FOGGIA – L’aria è irrespirabile nei corridoi di Palazzo Dogana. Il clima istituzionale in Provincia di Foggia ha ormai superato la soglia dell’emergenza politica per entrare in pieno in uno scenario da crisi di sistema. Il rendiconto 2024, bocciato in aula il 17 aprile 2025, continua a generare scosse telluriche, ma questa volta l’epicentro non è solo politico: è istituzionale.
La nota del segretario generale Luigi Di Natale, con cui si richiamavano i consiglieri provinciali alle proprie “responsabilità” e si sollecitava la convocazione urgente di una nuova seduta, ha scatenato una reazione durissima. Sette consiglieri – Leonardo Cavalieri, Pasquale Ciruolo, Tonio De Maio, Giosuè Del Vecchio, Emilio Di Pumpo, Giuseppe Mangiacotti e Anna Rita Palmieri – hanno messo nero su bianco un j’accuse frontale e senza precedenti: “Non accetteremo intimidazioni istituzionali. E ora il presidente Nobiletti si dimetta.”
Altro che irresponsabilità: il voto contrario è legittimo e politico
Nel documento del 9 giugno, i consiglieri pongono un punto fermo: la bocciatura del rendiconto non è un atto di sabotaggio, ma una decisione politica legittima e fondata. E non risparmiano colpi: “In un contesto politico maturo – si legge – la perdita della fiducia consiliare dovrebbe condurre alle dimissioni del presidente.”
Una chiamata alla resa dei conti per Nobiletti, ormai evidentemente isolato e privo di numeri. Il suo ostinarsi a restare incollato alla poltrona, nonostante l’evidente sfiducia, rischia di trasformarsi in una zavorra per l’intero Ente.
Lo sgombero neve usato come paravento: “Mai bocciati i debiti”
Altro tema: i debiti fuori bilancio legati allo sgombero neve. Anche qui, i consiglieri smontano la narrativa allarmista: nessuna bocciatura, solo la richiesta di un rinvio per approfondire la legittimità e l’urgenza degli interventi. “Le nevicate d’inverno non sono un evento imprevedibile. Vogliamo chiarezza, non carte bollate a occhi chiusi.”
Una posizione seria, di responsabilità istituzionale, contrapposta a quella di chi – come il segretario Di Natale – sembra voler ridurre tutto a una caccia alle streghe contro l’opposizione politica.
“Di Natale ha passato il segno: non è un giudice, ma un garante”
Ma è il passaggio sul segretario generale a suonare come un vero terremoto. La lettera denuncia apertamente un tentativo di pressione indebita, un’ingerenza inaccettabile. L’avvertimento circa possibili danni erariali e responsabilità personali è stato percepito dai sette consiglieri come una minaccia mascherata da monito istituzionale.
“Il segretario non è un attore politico – scrivono – e la trasmissione alla Corte dei Conti di note con contenuti potenzialmente politici è un abuso. Valuteremo azioni nelle sedi competenti.” Una frase che suona come l’apertura di un fronte legale, e non solo politico.
Verso la paralisi amministrativa: bloccati i trasferimenti statali
Nel frattempo, i danni sono già realtà. La BDAP ha sospeso i trasferimenti statali alla Provincia di Foggia, e il Tesoriere ha lanciato l’allarme. Con il rendiconto bocciato e una maggioranza spaccata, l’Ente rischia di restare senza ossigeno finanziario. Ma Nobiletti resta fermo al centro del palcoscenico, come se nulla fosse, ignorando gli inviti a un passo indietro.
Ultimatum al presidente: “Inserisca le sue dimissioni all’ordine del giorno”
La lettera si chiude con un affondo durissimo, che non lascia spazio a interpretazioni: “Ci auguriamo che nella prossima convocazione del Consiglio voglia inserire anche un atto di responsabilità istituzionale: le sue dimissioni.”
Non è solo una richiesta. È un ultimatum. La Provincia è sull’orlo del baratro istituzionale, e chi oggi si ostina a fare ostruzionismo alla realtà rischia di passare alla storia non per ciò che ha fatto, ma per ciò che ha lasciato marcire.
È tempo di scegliere: o la dignità politica, o il naufragio.