Bari-Mafia, pentito a Dda: “In Amtab? Nessuna speranza di fare carriera”

La testimonianza di un ex dipendente dell’azienda

L’indagine della DDA di Bari ha evidenziato che nelle partecipate del comune ,accade di tutto e la criminalità fa ciò che vuole gestendo acquisti,assunzioni,manutenzione dei mezzi e la programmazione del lavoro da svolgere.”Tu per l’Amtab, o l’Amiu, o l’Amgas devi avere qualcuno che ti deve proteggere per andare avanti:Domani devi chiamare dieci persone, devi chiamare tizio, caio e sempronio. Gli altri non li devi chiamare’. Di estranei…così alla fine non lavorano mai. Una persona laureata non ha futuro, nel senso: chiamano me perché io sono raccomandato. Chiamano quello perché quello è amico di Tommaso”. Sono le parole di un ex dipendente dell’azienda e collaboratore di giustizia, in passato vicino al clan Capriati, di Bari vecchia.

Il collaboratore di giustizia ha reso la dichiarazione agli inquirenti spiegando i meccanismi con cui i clan mafiosi di Bari, in particolare Parisi, hanno gestito la municipalizzata come “ufficio di collocamento”, è stata rilasciata nell’ambito delle indagini dell’operazione “ Codice Interno”.Ricordiamo ai lettori di Youfoggia.com che sono state arrestate ben 130 persone per mafia, voto di scambio politico-mafioso e altri reati. L’ex dipendente, nella dichiarazione resa agli inquirenti parla anche di altre municipalizzate per le quali si vedrà in futuro cosa accadrà, ha aggiunto come Massimo Parisi, fratello del boss del quartiere Japigia “Savinuccio”, sia entrato nell’azienda dei trasporto pubblico AMTAB di cui risultava dipendente dal 2004 in qualità di autista. “Devo entrare per forza” disse allora Parisi, secondo quanto raccontato – prima del concorso, sta già parlato a Roma” – riferendosi alla sede della società di consulenza ricerca e selezione del personale situata nella capitale e aggiudicataria del bando Amtab per le assunzioni. “Quando lui fece il concorso – ha spiegato – gli hanno cambiato il codice a barre. Passò tranquillamente”. Secondo l’ex dipendente, lo studio di Roma era già a conoscenza chi doveva passare e il codice a barre era utile per superare il concorso.Questa operazione della Polizia di Stato ha messo alla luce i vari traffici che la criminalità barese aveva con l’amministrazione pubblica,facendo ciò che voleva gestendo la manutenzione dei mezzi,gli acquisti, e sopratutto le gare espletate dall’Ente sopratutto quelle dove si espletavano servizi e si incassavano soldi come la sosta tariffata.

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