Lo strano caso mediatico di Stella Maris sui maltrattamenti discussi nella TV nazionale “ Mi manda Rai Tre”


Come Youfoggia.com registriamo alcune dichiarazioni nella trasmissione “Mi manda Rai Tre” condotta da Federico Ruffo ,andata in onda il 4 febbraio 2023, sul caso delle vicende di maltrattamenti ad anziani presso la RSA Stella Maris di Siponto, che hanno portato all’ordinanza di misure cautelari di arresti domiciliari del Gip di Foggia del 2 agosto 2022.
Si tratta di avvio di indagini giudiziarie che parte da qualcuno che denuncia, ovviamente, e che hanno portato gli inquirenti ad individuare, fino ad ora, responsabilità esclusive dei lavoratori che hanno abusato e maltrattato, non della Società che gestisce la struttura socio-sanitaria interessata, la Cooperativa Santa Chiara facente capo a Michele La Torre.
Quindi, gli amministratori della Cooperativa e i vertici aziendali (direttori, coordinatori) sono innocenti dei gravi fatti illeciti? Essi non dipenderebbero dall’organizzazione del lavoro ma semplicemente da comportamenti delinquenziali di alcuni dipendenti, che la Società non conosceva e non poteva conoscere?
Qualche dubbio appare dalle dichiarazioni del difensore di Stella Maris, Effettuate durante la trasmissione televisiva.
Preliminarmente, l’esonero della responsabilità amministrativa in sede penale degli enti giuridici e delle società per fatti illeciti penali commessi dai dipendenti, ai sensi del d.lgs. n.231/2001, è legato al rispetto di un modello organizzativo aziendale che favorisca denunce anonime degli episodi criminali, per tutelare le persone dei denuncianti e consentire un efficace intervento preventivo e repressivo delle aziende. Si chiama whistleblowing, denuncia (anonima) di infrazione o di irregolarità nell’organizzazione del lavoro.
Una società come Santa Chiara per Stella Maris non deve aspettare l’intervento delle autorità inquirenti, non sapendo o ignorando di non sapere questo lo vedrà la Procura. Certamente i preposti non possono non sapere quello che succedeva all’interno delle strutture, c’è un registro dove viene segnato tutto c’è un passaggio di consegne che evidenzia eventuali situazioni critiche e non. Ci dovrebbe essere ,come sicuramente ci sarà ,una perfetta organizzazione del lavoro ed un corretto impiego di personale competente e adeguato che i fatti criminali, se dovessero accadere, sono il frutto dell’esclusiva responsabilità dei dipendenti che li hanno commessi, e non sono stati provocati o concausati da deficienze organizzative, da carenze di organico che portano a fenomeni di burnout.

Ci domandiamo, c’è un canale riservato di informazioni anonime previsti dalla normativa vigente?
La prevenzione degli illeciti, quindi, è essenziale ed è la condizione preliminare di una corretta inchiesta giudiziaria negli ambienti socio-sanitari quando si tratta di reati di maltrattamenti o di lesioni dolose ad anziani, per evitare che il datore di lavoro, per farsi assolvere o esonerare dalle proprie prevalenti responsabilità di carenze organizzative, sia indotto a denunciare o a far denunciare presunte situazioni illecite commesse dai suoi dipendenti “a insaputa” dell’azienda, per non pagare il risarcimento dei danni subiti dalle vittime e dai loro parenti.
E veniamo al caso specifico, precisando, innanzitutto, che Stella Maris, come RSA per anziani sotto la vigilanza delle autorità ecclesiastiche, non ha un modello organizzativo secondo il d.lgs. n.231/2001 e opera solo con finanziamenti privati degli ospiti.
La denuncia del caso Stella Maris parte da un (ex) dipendente OSS della Cooperativa Santa Chiara, che aveva un contratto a termine che scadeva il 30.6.2022 e risiedeva e risiede a San Giovanni Rotondo.
Può un dipendente precario in scadenza, dopo numerosi contratti a termine che non superano i limiti di legge per la trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro, denunciare casi di maltrattamenti agli ospiti commessi da suoi colleghi all’azienda? Evidentemente no, se l’azienda non è dotata di un modello organizzativo ai sensi del d.lgs. n.231/2001 che consenta canali di informazioni anonime e riservate che tutelino il nome del denunciante.
Però se il lavoratore si chiama Paolo ed è dotato di grande senso civico, la denuncia può essere fatta direttamente all’autorità di polizia giudiziaria, senza passare attraverso l’azienda, per evitare conseguenze sul rapporto.
Nel servizio televisivo di Rai Tre (il denunciante, intervistato ,preso da una forte emozione che lo ha portato a piangere , nel ribadire che avrebbe fatto la denuncia pur sapendo che non avrebbe più lavorato, viene chiamato “Paolo”), Il Paolo e le sue vicende lavorative sono specificati nell’ordinanza cautelare, con alcune omissioni come la sua partecipazione attiva all’accesso della polizia giudiziaria nella notte del 23/24.6.2022 per installare le videocamere nella struttura.
Abbiamo notato che l’Autorità giudiziaria penale ha scelto di non tutelare la riservatezza sui lavoratori che hanno collaborato con gli inquirenti (il denunziante e alcuni OSS sentiti a sommarie informazioni), ritenendo, sul piano teorico, che il fatto che alcuni dipendenti avessero collaborato direttamente con la giustizia li avrebbe preservati da conseguenze sul rapporto di lavoro.
Invece, il denunciante Paolo dal 31 ottobre 2022 non lavora più con il Gruppo Stella Maris e gli altri OSS che hanno reso sommarie informazioni segnalando all’autorità giudiziaria – contrariamente a quanto affermato dal Paolo – che l’azienda sapeva tutto del carattere violento di alcuni dipendenti (addirittura erano stati nominati coordinatori o supervisori degli altri colleghi, tra cui la direttrice Bitondi), sono stati licenziati per aver collaborato soltanto con la giustizia penale e per non aver avvertito preventivamente, secondo la Cooperativa, i superiori gerarchici, che erano gli stessi OSS violenti, nonché gli infermieri e la direttrice: questi ultimi non sono stati attinti da nessuna misura cautelare e neanche da avviso di garanzia, così come nessun provvedimento ai sensi del d.lgs. n.231/2001 è stato adottato nei confronti della Società.
Ma andiamo per ordine, da quello che viene raccontato nell’ordinanza cautelare del Gip. Paolo, con contratto in scadenza il 30.6.2022 con Santa Chiara e che aspira ad un posto stabile a casa sua a San Giovanni Rotondo, si è presentato il 31.5.2022 al commissariato di P.S. di Manfredonia per denunciare i fatti illeciti commessi da alcuni colleghi presso la struttura sipontina del Gruppo Stella Maris. Parla molto, parla tanto, ma nessuno verbalizza e lui si alza e se ne va dicendo che non vuole denunciare per iscritto perché teme conseguenze sul rapporto di lavoro.
Ma non finisce qui la vicenda, perché gli inquirenti non si attivano subito. Attendono. Prontamente il 7.6.2022 (è tutto scritto nell’ordinanza del Gip) è arrivata al commissariato di P.S. di Manfredonia una lettera anonima, definita circostanziata ,in cui vengono denunciati gli stessi fatti che oltre una settimana prima Paolo aveva denunciato verbalmente. Ma anche qui gli inquirenti non si muovono subito. Attendono.
L’11.6.2022 (è tutto scritto nell’ordinanza del Gip) succede un fatto insolito. Paolo risolve consensualmente con la Cooperativa Santa Chiara il rapporto di lavoro prima della scadenza del termine contrattuale (30.6.2022) e viene assunto in data 12.6.2022, senza soluzione di continuità, presso un’altra società del gruppo “Stella Maris” di Michele La Torre, che gestisce la RSA “Le Camelie” a San Giovanni Rotondo, venendo incontro ai desiderata del lavoratore di spostare la sede lavorativa nella località di residenza, seppure con un nuovo contratto a termine con scadenza 31.10.2022 ma con mansioni superiori di coordinatore.
Al momento del cambio di contratto e di sede lavorativa del denunciante, sapeva il gruppo Stella Maris della denuncia orale di Paolo del 31.5.2022 e della denuncia anonima del 7.6.2022,alla domanda di Federico Ruffo , Paolo (che scopriremo essere dello stesso denunciante )e l’avv.Michele Vaira, legale di Stella Maris, giurano e spergiurano che l’Azienda non sapeva nulla prima dell’ordinanza cautelare del Gip di Foggia sui gravi fatti illeciti che erano commessi da alcuni dipendenti, anche se gli altri colleghi sentiti a sommarie informazioni affermano e documentano il contrario.
Ma andiamo per ordine, sempre seguendo la cronologia dei fatti quale risulta dall’ordinanza del Gip.
Quattro giorni dopo il cambio di contratto, il 15.6.2022 Paolo viene richiamato al Commissariato P.S. di Manfredonia perché gli agenti si accorgono che i fatti denunciati verbalmente il 31.5.2022 e quelli segnalati nella denuncia anonima potevano provenire dalla stessa persona, cioè dal Paolo . Il Paolo prontamente, seppure impaurito e quasi terrorizzato, ha confermato di essere lui (anche) il denunciante anonimo e, questa volta, liberato dal rapporto contrattuale diretto con la Cooperativa Santa Chiara che gestisce la struttura di Siponto, è disponibile a rendere una denuncia scritta e articolata, che fa partire (solo ora) l’inchiesta giudiziaria sul presupposto che vi sono all’interno della struttura in cui Paolo non lavora più dipendenti violenti sugli anziani senza che l’Azienda nulla sappia. Può sembrare una favoletta ma è quello che risulta dall’ordinanza del Gip.
Ma proseguiamo, perché il quadro indiziario si arricchisce e si complica.
La notte tra il 23 e il 24 giugno 2022 gli agenti di polizia giudiziaria provvedono ad installare gli strumenti di videoregistrazione che documenteranno le scene di violenza che porteranno agli arresti di quattro OSS. Questo sta scritto nell’ordinanza del Gip. Quello che non sta scritto nell’ordinanza del Gip è come gli agenti sono entrati nella struttura, di notte. Dagli atti di un processo civile in corso di impugnativa di licenziamento di un lavoratore innocente e collaboratore di giustizia si ricava che la notte dell’irruzione i 7-8 agenti erano accompagnati proprio da Paolo, che non era più dipendente di Stella Maris di Siponto ma della RSA “Le Camelie” di San Giovanni Rotondo. Paolo e gli agenti vengono scoperti dai due OSS di turno notturno, ai quali vengono sottratti i cellulari per essere rinchiusi nell’infermeria alle ore 00,20 del 24.6.2022, in attesa del completamento dell’installazione.
I due OSS vengono “liberati” alle ore 4,00 circa del 24.6.2022, prima della fine del turno, con la restituzione dei cellulari e l’intimazione di non proferire parola di quanto accaduto. Riservatezza che verrà mantenuta da entrambi i collaboratori di giustizia, uno dei quali renderà anche sommarie informazioni alla polizia giudiziaria sul fatto che gli episodi di violenza avvenivano da tempo e che erano stati segnalati all’azienda e anche alla direttrice, senza nessun intervento. Il doppio collaboratore di giustizia (in sede di accesso notturno come “assistente giudiziario” e in sede di persona informata dei fatti nella SIT trascritta nell’ordinanza del Gip) non solo sarà licenziato dalla Cooperativa con l’accusa di non aver informato l’Azienda, ma il licenziamento sarà ritenuto legittimo perché, secondo il giudice del lavoro, pur risultando in ipotesi che aveva informato la Cooperativa e i suoi superiori gerarchici, avrebbe dovuto denunciare tutto all’autorità giudiziaria se la direttrice era stata avvertita dei fatti illeciti e nascondeva la polvere sotto il tappeto.
In questa brutta vicenda il civismo eroico di Paolo si scontra con la realtà dei fatti, perché il 31 ottobre 2022 cessa il suo contratto con la RSA “Le Camelie” e rimane senza lavoro con tre figli a carico, continuando ad affermare che Stella Maris non sapeva niente ma che era stato trattato ingiustamente perché il suo (nuovo) rapporto di lavoro era cessato per la scadenza del termine senza trasformarsi a tempo indeterminato.
Le incongruenze di questa kafkiana situazione emergono tutte nell’incidente mediatico in cui è incappato l’avv. Vaira, sollecitato da una domanda innocente del giornalista Federico Ruffo ,sul fatto che il Sig. “Paolo” in realtà non aveva mai cambiato la propria dipendenza con il gruppo Stella Maris ma era stato accontentato dal super dominus Michele La Torre per essere spostato a San Giovanni Rotondo a casa sua con un ruolo di coordinatore, seppure a termine, fiducioso forse che, finito in polverone della sua collaborazione con gli inquirenti “per scagionare il suo datore di lavoro”, sarebbe stato confermato a tempo indeterminato.
L’avv.Vaira, ha risposto tre volte che il cambio di lavoro di Paolo (che non è l’apostolo, ma è considerato eroe civico) fosse concordato con Stella Maris, , dopo aver tentato di evitare di entrare nel merito della vicenda,il giornalista è costretto a smentire clamorosamente il legale di Stella Maris mostrandogli, dal proprio tablet, le immagini dell’inaugurazione della RSA “Le Camelie” di San Giovanni Rotondo (aprile 2022), durante le quali Michele La Torre, intervistato da un giornalista, riconosce che la nuova struttura è roba sua, fa parte del Gruppo Stella Maris.
Insomma, una figura imbarazzante che ha fatto controbattere al giornalista con una smorfia all’avv. Vaira dicendo “scusi avvocato ma è lo stesso gruppo” creando perplessità sulle dichiarazioni fatte. Pertanto la Cooperativa Santa Chiara nell’affermare che il gruppo Stella Maris non sapeva niente dei fatti illeciti commessi nella struttura di Siponto aveva il controllo della situazione ?Lo vedremo come ha concluso il giirnalista ,dalle indagini che la magistratura sta svolgendo. Tanto è vero che ,come pubblicato pochi minuti fa da Youfoggia.com, un operatore è stato trasferito dagli arresti domiciliari al carcere di Foggia .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: