CONCLUSIONI DEL SEMINARIO DI LAVORO “CRIMINOLOGIA CLINICA”

Il convegno di Criminologia clinica dove si è analizzato “l’operazione romanzo criminale “ ha ripreso i lavori alle 15 di ieri. Come si era predetto sono intervenuti criminologi quali Sergio Caruso, Luigi Pio Esposto, la dott.ssa pediatra M.Teresa Vaccaro. Tra gli interventi anche il sostituto procuratore Vincenzo Maria Bafundi che ha relazionato sulla grande difficoltà di ascoltare i minori in tutti quei procedimenti che li vedono vittime di reati. Ê intervenuto il commissario D’Amore che pur non avendo partecipato alle indagini in quel lontano 2012 ha riportato,le parole del dirigente della squadra mobile, dott. Fabbrocini parlando di quanta difficoltà ci fu negli interrogatori, essendo la maggior parte giovanissimi e cosa fece il dirigente della squadra mobile. In particolare dopo aver preso con la dott. ssa Pensa la decisione di interrogare Salvemini e Giannella in modo separato, Giannella durante il
primo interrogatorio per mostrare ciò che era faceva flessioni sulla sbarra che era all’interno della stanza.Salvemini lo prese il dott. Fabbrocini era terrorizzato, non parlava, il dirigente della squadra mobile fece un grande gesto, più che da grande psicologo, lo baciô sulla fronte facendogli capire che si sarebbe dovuto fidare di quell’uomo che seppur in divisa aveva tutto il suo appoggio. Subito dopo Salvemini si rassicuro e finalmente iniziò a parlare. Intorno alle 17, dopo gli interventi degli altri relatori,c è stato l’intervento della dott.ssa Ines Panessa, psicologa, clinica forense e consulente di tante procure oltre la procura della Repubblica di Foggia. Nel 2012 alla dott.ssa Panessa fu affidata la minorenne, Valentina Castriotta. Il compito del consulente ê quello di valutare in primis le condizioni del minore, la capacità a rendere testimonianza e solo allora, come esposto dalla dott.ssa Panessa potrà venire fuori la verità. La dott, ssa ha esposto ciò che riscontró a livello psicologico nella diciassettenne. Era una ragazza con problemi affettivi dipendenti .il grande amore per Francesco Giannella, “ il boss” di Manfredonia che si credeva di avere Manfredonia ai suoi piedi,portava alla minore, quasi sicuramente per problemi di una disfunzione di amore con la figura materna, ad avere una amore dipendente del Giannella. Una ragazza, ancora minorenne che ha assistito ai tanti delitti compiuti per immotivata crudeltà. Valentina mostra nelle sue testimonianze, alla dott.ssa Panessa la sua totale dissociazione che giornalmente aveva. La sera usciva di casa, e con il suo branco, con l’amore della sua vita, quell’uomo che le tante donne di Manfredonia avrebbero voluto,ma che aveva il boss scelto lei, ancora minorenne, assisteva a tante crudeltà, ad omicidi e poi tornava a casa. La mattina era seduta al tavolo con la sua mamma a bere il suo latte come tante ragazzine nella sua totale ingenuità da adolescente. La dott.ssa Panessa decide di leggere, essendo alla presenza di legali, criminologi, magistrati una testimonianza di Valentina che anche chi é abituato ad trucidi omicidi non può che rabbrividire. La riporterò, pur sapendo che molti dei nostri lettori ne resteranno molto colpiti, ma ciò serve per far capire quanto dal convegno ê venuto fuori su ciò che oggi sono gli adolescenti. Valentina alla dott.ssa Panessa confessó come avvenne l’omicidio di Di Bari. “Entrarono nel suo box, e Franco guardandolo gli disse mi dispiace compagno mio . Io sapendo cosa stava accadendo ho girato la faccia e non ho visto come lo ha colpito la prima volta. Dopo il primo colpo inferto da Franco Matteo era già a terra. Poi ho visto Franco che con un pezzo di ferro rosso, da notare la crudeltà con la punta ripiegata ad U, con due alette di ferro alle estremità, L ho visto colpire due volte alla testa con tutte e due le mani. Al primo colpo il pezzo di ferro rimaneva incastrato nella testa di Matteo. Franco lo distaccava e lo raccoglieva. Anche al secondo colpo il ferro rimaneva nella testa di Matteo e li Franco si giró verso di me e sorridendo mi disse: amo vuoi levare tu? Ed io gli rispondevo che sei pazzo? Che schifo! Te lo levi tu”. Una dichiarazione molto forte e non può che comprendersi le parole della dott. ssa Pensa che ha aperto il convegno o dell’avv Marucci che per giorni dopo aver letto alcune testimonianze non ha dormito per giorni. Ciò che di certo oggi si è potuto evincere che i giovani di oggi, si tagliano, si inseriscono in branchi con capigruppo molto più grandi di loro per sentirsi un qualcuno. Forse la scuola, le famiglie non riescono più a gestire questi ragazzi che diventano criminalità perché altro la società non riesce a dare loro. Come diceva l’avv Marucci in uno dei suoi interventi, io, come tanti miei coetanei a 15 anni giocavo con la bicicletta,oggi delinquono. Basti vedere l’ultimo omicidio del tabaccaio di Foggia che ê stato brutalmente ucciso da un minorenne. Di certo la società , i docenti, le famiglie in qualcosa stanno sbagliando. Riprendiamoci i nostri figli, cerchiamo di esserli più vicini, capire quali sono le loro amicizie, togliamoli dalla strada.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: