Procura: Capristo vendeva la sua funzione giudiziaria per avere un ritorno professionale.

La nuova bufera giudiziaria che coinvolge la magistratura e la sua gestione ordinaria e straordinaria. L’ex procuratore della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo,ha gestito il potere giudiziario in maniera completamente autoritario e in autonomia senza minimamente considerare sia la legge sia i suoi collaboratori. Da oggi sottoposto all’obbligo di dimora su decisione della Procura di Potenza. Stessa disposizione solo in maniera più incisiva le misure cautelari nei confronti dell’avvocato siciliano Pietro Amara in detenzione in carcere dell’avvocato di Trani mentre per Giacomo Ragno arresti domiciliari, del poliziotto Filippo Paradiso carcere militare, e dell’ex consulente di Ilva in amministrazione straordinaria, Nicola Nicoletti arresti domiciliari. Amara è stato consulente legale dell’ Ilva quando l’azienda era in amministrazione straordinaria, gestita dai commissari nominati dal Mise.Questo incarico gli fece avere  la possibilità di avere rapporti con Capristo essendo capo della procura di Taranto.L’inchiesta condotta dalla Procura di Potenza verte su uno scambio di favori di una certa rilevanza che facessero cambiare alcune determinazioni giudiziarie a favore dell’Ilva, procedimenti e anche un patteggiamento chiesto dall’azienda dell’acciaio quando era in mano ai commissari. Corruzione in atti giudiziari, concussione, favoreggiamento, abuso di ufficio sono i reati contestati. Ci sono, infine, cinque indagati a piede libero.

La Procura di Potenza spiega che «Capristo stabilmente vendeva ad Amara e Nicoletti, la propria funzione giudiziaria, sia presso la Procura di Trani che presso la Procura di Taranto svolgendo, in tale contesto, Paradiso, funzione d’intermediario presso Capristoper conto e nell’interesse di Amara». Capristo, spiega la Procura di Potenza, «ricevuta la sponsorizzazione nella nomina a procuratore di Taranto mostrava, apertamente, di essere sia amico che estimatore dell’avv. Amara e di Nicoletti e si rendeva promotore di un approccio dell’ufficio certamente più aperto, dialogante e favorevole alle esigenze dell’Ilva as, così da rafforzare nell’amministrazione straordinaria di Ilva ,e in particolare in Enrico Laghi – il convincimento che Amara e Nicoletti, nelle loro vesti di legale il primo e consulente “factotutm” dell’amministrazione straordinaria il secondo, potessero più agevolmente di altri professionisti Interloquire con la Procura di Taranto».

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