Le ragioni di Crosetto

Sergio Pizzolante

Sconfortante il dibattito sulle dichiarazioni di Crosetto. Sconfortante.
E’ il dibattito di un Paese che ha smarrito il senso della democrazia.
Qui noi non parliamo di giustizia, le questioni poste da Crosetto non hanno a che fare con la giustizia, non solo, riguardano noi, il rapporto fra noi e quello che noi oggi siamo in grado di comprendere, sapere, sul significato più profondo della democrazia. Un valore che abbiamo smarrito.
E’ una questione di cultura democratica.
Persa.

Un magistrato, capo di una importante corrente della magistratura, in una riunione pubblica, pronuncia queste frasi:
“La magistratura che deve avere una fisiologica funzione antimaggioritaria a tutela dei diritti”, cioè, “la tutela dei diritti fondamentali anche quando le maggioranze contingenti li mettono in pericolo”, quindi, “la magistratura deve svolgere un ruolo di riequilibrio della volontà popolare”.

Cioè, questa è la visione del ruolo della Magistratura, c’è un potere( per la Costituzione e’ un Ordine, ma lasciamo stare…), la Magistratura che si reputa potere costante, che deve riequilibrare, intervenendo quindi, con i mezzi della magistratura, non con le opinioni e il voto del popolo, quindi, per riequilibrare la volontà del popolo. Perché le maggioranze parlamentari, i parlamenti, i governi, sono “contingenti”, passeggeri. Variabili. E se non variano secondo le opinioni e le convinzioni della magistratura, devono essere variati dalla magistratura stessa.
E quindi la magistratura ha questa funzione anti maggioritaria se la maggioranza popolare non piace.

Crosetto definisce questi concetti sbagliati, li definisce “opposizione giudiziaria” e viene dilapidato dai magistrati dell’Anm, dai Talk, dal Pd, dai 5 stelle, dai giornaloni e da alcuni cretini di piccoli partiti, una volta liberali.

E’ questo un post, necessariamente breve, potrei citare tesi e documenti dei congressi di Magistratura Democratica, dagli anni 70 in poi. Tutti dello stesso tenore. Con una visione di un ruolo politico della Magistratura, sociale, culturale, di parte. Per l’esercizio di una funzione politica, “creativa”, del “diritto”.

Un esercizio che ha avuto un ruolo decisivo nelle vicende italiane, da Tangentopoli in poi.
Un esercizio che ha cambiato, più volte, il corso della storia, negli ultimi 30 anni.
Leggetevi i libri di Palamara. Già capo dell’Anm, che denuncia se stesso e il “sistema”( perché poi è diventato “sistema”, delle correnti, quasi tutte, che inebriate dal potere, si sono impegnate, quasi tutte, per difenderlo!).
Nei suoi libri ci sono 30 esempi, trenta casi, di giustizia “creativa” per fini politici. Fini spesso raggiunti.
Trenta casi, fra i tanti, sui quali nessuno indaga. Nessuno.

Ma torniamo a Crosetto.
Crosetto fa questa denuncia politica.
E tutti cascano dalle nuvole. Quasi tutti.
Come se trent’anni di storia italiana non fossero mai esistiti.

Come se per via giudiziaria non siano caduti partiti, i 5 della Prima Repubblica, ministri, governi, da Berlusconi a Prodi, sindaci, Giunte comunali e Regionali.

La sinistra si indigna. Che ipocrisia. La sinistra che difende l’attacco alle “maggioranze contingenti”. Passeggere. Da parte di un potere che si considera superiore. Seppur non eletto

Mi viene lo sconforto.
Costituzionalisti e intellettuali armi in resta.
Che difendono l’idea di un potere non eletto che vuole riequilibrare i poteri eletti.
Che dramma.
E’ uno sconforto culturale, esistenziale, il mio.
Un dramma.

Alla Costituente si stabilì, giustamente, di difendere in tutti i modi, l’Autonomia e l’Indipendenza della Magistratura. Perché, Togliatti e De Gasperi e Nenni, dopo 20 anni di Fascismo, capivano che nessuno poteva poter usare contro l’altro, la forza della Magistratura.
Riequilibrando il tutto con l’immunità parlamentare.

Siamo arrivati ad oggi all’opposto.
Che le forze che si dicono democratiche, difendono, sopra ogni evidenza, la forza, non eletta dal popolo, che si dichiara riequilibratice della volontà popolare.
Un dramma.

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