Perché è giusto il prelievo sulle banche? A favore dei mutui.

Si dice che questa tassa su quello che io chiamo maxi-profitti, non extra- profitti, sia illiberale, antiliberale, comunista, stalinista, qualcuno ha detto.
Stalinista a Giorgia Meloni. Le mancava.
I grandi giornali europei, che hanno le banche come principali acquirenti di spazi pubblicitari, si sono ribellati.
E Giorgia Meloni da fascista estremista è diventata comunista, anzi peggio: stalinista.
La sinistra italiana dice che la Meloni copia, rivendica l’operazione, però non basta, ect ect.
Sempre fascista rimane però.

Ecco, fermate queste immagini, adesso cancellatele, provate invece a leggere quello che scrive qui, sotto, il mio amico Gianfranco Polillo, economista e già vice Ministro dell’economia, che essendo stato comunista, sa cosa sia il comunismo e non essendolo più da un pezzo, sa cosa sia non esserlo più…

“I dati del contendere possono essere così riassunti, considerando il dato aggregato delle prime cinque banche italiane: Intesa, Unicredit, BancoBpm, Bper e Mps. Nel 2020 e nel 2021 il margine di interesse è stato rispettivamente pari a 38,74 miliardi e a 38,41 miliardi di euro. Nel 2022, invece, il margine è stato di 45,52 miliardi, con un aumento di 7,11 miliardi pari al 18,5% rispetto all’anno precedente. Nel primo semestre di quest’anno, poi, le cinque banche hanno già accumulato un margine di interesse di 40 miliardi di euro. Anche nel 2018 e 2019 il margine di interesse era stato particolarmente elevato, pari a rispettivamente di 41,88 e 40,05 miliardi. Ma allora il tasso d’inflazione era inesistente.
Dallo scorso luglio, invece, l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati è aumentato del 14,3 per cento, rispetto al precedente biennio. Il che ha comportato una riduzione corrispondente del patrimonio familiare, tenuto in forma liquida presso il proprio conto corrente, oppure nei depositi bancari. Una sorta di patrimoniale che le banche hanno trattenuto nei loro bilanci, aumentando il conto dell’attivo. Gli interessi attivi, quelli praticati alla clientela (mutui, anticipazioni, scoperto di conto e via dicendo), aumentavano, infatti, su input della Bce, mentre quelli passivi (pagati ai depositanti) rimanevano pari allo zero assoluto. Quando poi la gestione del conto, per effetto delle spese, il più delle volte risultava negativa. Insomma portare i soldi in banca per molti anni aveva rappresentato un onere, non un vantaggio per il risparmiatore.
Un simile comportamento, continuamente avallato dalla Bce…”

Chiaro?
Se io società che vende servizi a dei clienti produco una situazione nella quale al massimo di penalizzazione del cliente corrisponde il massimo di guadagno per me stessa cos’è questa roba? È una roba liberale?

Se questa roba è fuori da ogni logica di mercato, perché Bce e banche centrali tendono a tenere fuori le banche dal mercato interno( giusto o sbagliato che sia), fra loro, per evitare squilibri di sistema… dove sta il pensiero liberale?

E dove sta il pensiero liberale quando in fase di economia comunque crescente tutti i rischi si scaricano sul cliente?
Quando il rischio di mercato è per tutti meno che sulle banche, che anzi, più aumenta il rischio e più guadagnano?

E cosa c’è di liberale in mutui che, in questo contesto, sconvolgono la vita della famiglie e dei ragazzi?

I tre miliardi di prelievo all’anno andranno ad alleggerire i mutui dei ragazzi.
Per meno del 10 per cento dei maxi profitti delle banche.
Ci sta.
E ci sta anche il messaggio! Liberale.
Cioè: trattate bene i vostri clienti.

Mi sembra cosa buona. Brava Giorgia.

Sergio Pizzolante

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