Foggia: ATAF, dopo 5 anni e mezzo cosa ha provato “Gioia e dolore”

HA NEGLI occhi lacrime di gioia e di rabbia, Marco Venturini , mentre ascolta il pubblico ministero che propone la sentenza,non ci crede,dopo dodici quindici minuti di camera di consiglio il presidente esce e legge,” il signor Marco Venturini, viene assolto dal reato di furto, di cui era stato accusato,con la seguente motivazione ”per non aver commesso il fatto”. Gioia perché è stata una liberazione, dopo circa 6  anni di accuse, titoli sui giornali, chiacchiere tra la gente nella sua città, l’arrivo dell’ufficializzazione della sua innocenza e la fine di un incubo durato 6 anni.Rabbia perché comunque, per colpa di quell’ accusa, che si è rivelata infondata, ha perso il lavoro di una vita, vivendo per 6 anni un incubo, senza oltretutto i soldi necessari per poter sostenere la sua famiglia. L’azienda di trasporti per cui lavorava, l’Ataf spa , l’aveva infatti condannato, senza prove, producendo documenti senza senso e senza mai aver controllato in precedenza le diverse entrate .Il parcheggio Russo aveva diverse anomalie, cassa dell’azienda Apcoa e incasso che andava all’azienda ATAF spa oltre al fatto che non andava lui a ritirare l’incasso. Ha ricevuto un licenziando senza minimamente aver capito il perché.

Marco Venturini  ha lavorato in ATAF spa entrando da manuale e man mano è cresciuto facendosi apprezzare dai diversi superiori e dal direttore generale che gli aveva dato diversi incarichi particolare e delicati. Il 1 dicembre 2017, fu licenziato , accusato di essersi appropriato dei soldi dell’azienda. Cosa molto strana perché lo stesso insieme ad un’altra persona che aveva un incarico molto particolare, delegato dai diversi amministratori e dal direttore generale, gestiva molti ma molti più soldi e non venne mai attenzionato,avendo gestito sempre in maniera trasparente e corretta. Ma da una prima ricostruzione dei fatti, effettuata dai tre funzionari dell’azienda di trasporto,sembrò invece che fosse proprio lui che si appropriava dei soldi.Nessuno e diciamo mai nessuno si era preoccupato di controllare gli introiti dei vari incassi dei parcheggi Russo e Ginnetto. Era sempre stato lui che effettuava i controlli o il security manager dell’azienda.Quindi ritrovarsi una denuncia per appropriazione indebita senza uno straccio di prova reale lo sconvolse.Il consiglio di amministrazione nominato dal sindaco Landella senza minimamente verificare la documentazione presentata a loro, lo licenziò firmando senza aver verificato la documentazione prodotta dai funzionari responsabile di cassa e responsabile amministrativo dell’aziend ATAF .Ricevere un licenziamento per essersi appropriato dei soldi non è facile. L’azienda per cui l’uomo lavorava, l’ATaF spa, non lo sospese per effettaure ulteriori verifiche ma lo licenzió.. Licenziamento che lo distrusse psicologicamente, professionalmente ed economicamente.

Solo alcune persone che lo conoscevano bene da tanti anni gli furono al fianco e gli dettero un supporto in tutti i sensi. La Famiglia gli fu vicino e non gli fece mai mancare il suo supporto. Aver sentito in tribunale dal Presidente su proposta del pubblico ministero, Landi ,di essere assolto per non aver commesso il fatto è stato una manna dal cielo.Significa che il reato pur avendo verificato che esiste in quanto l’ammanco dei soldi c’e stato,ma non è stato effettuato dal Marco Venturini.

Ha vissuto i primi due anni anni chiuso in casa, usciva poco e andava solo da due amici amici. Avevo la vergogna di essere trattato da ladro nonostante la consapevolezza di non esserlo —parla un suo amico con cui ha lavorato molti anni insieme. Marco Venturini si sfogava piangeva.Dopo la sentenza è arrivata la liberazione’ —“.Lo conosco da anni viene da una famiglia onesta, padre poliziotto “si è sentito così male che ho pensato che potesse fare una sciocchezza”avevo paura che pensasse a cose brutte. Aveva perso tutto, il lavoro, la credibilità in citta, la dignità. Per fortuna gli è stata vicina la moglie, che si è sempre fidata di di lui i figli che non hanno creduto ad una parola di quello che la gente diceva. Oramai gli ex colleghi di lavoro, erano spariti i sindacati non hanno preso le sue difese, anzi. Mi ha riferito ringrazio “ tutti la mia famiglia e due amici di cui uno sei tu ,che ho avuto che avete creduto in me sin dal primo momento non mettendo mai in dubbio la mia persona. Li ringrazio di cuore per la forza che mi hanno dato in quei momenti bui.”

SENZA CONTARE i risvolti pratici della vicenda: «Si è ritrovato di colpo senza stipendio, senza lavoro dopo sei mesi ha iniziato subito a cercare lavoretti precari per racimolare qualcosa, ma alla sua età è difficile. Ha cambiato quattro lavori per mantenere i i suoi figli e la moglie. L’azienda per cui aveva lavorato per tanti anni senza aver mai dato problemi di alcun tipo, aveva già deciso che ero colpevole».

Noi di Youfoggia.com eravamo presenti alla lettura del dispositivo sentenza, abbiamo visto negli occhi lacrime di gioia e di rabbia,M.V., mentre ascolta il giudice del tribunale di Foggia , leggere la sentenza che lo assolve dal reato di appropriazione indebita, furto, di cui era stato accusato il 1 dicembre 2017. Gioia perché è stata una liberazione, dopo 6 anni di accuse, chiacchiere tra la gente della sua citta, l’arrivo dell’ufficializzazione della sua innocenza. Rabbia perché comunque, per colpa di quell’ accusa, che si è rivelata infondata, ha perso il lavoro di una vita, vivendo per 6 anni un incubo, senza oltretutto i soldi necessari a mantenere la sua famiglia. L’azienda di trasporti per cui lavorava, l’Ataf spa l’aveva infatti condannato licenziandolo prima che lo facesse il tribunale.

«Ha vissuto due anni chiuso in casa, con la vergogna di essere trattato da ladro nonostante la consapevolezza di non esserlo — si sfoga l’amico , dopo la sentenza di ‘liberazione’ —“Gli ho detto “Ci sono amico mio abbiamo creato la sosta tariffata a Foggia “. Marco viene da una famiglia onesta, sono sicuro che si è sentito così male che ha pensato anche al suicidio. Grazie al supporto che gli abbiamo dato oggi sta bene. Abbiamo lavorato in ATAF pertanto ci conosciamo bene.Posso solo dire che aveva perso tutto, il lavoro, la credibilità in paese, la dignità. Ringrazio tutti di cuore per la forza che siamo riusciti a dargli in questo momento buio».

I RISVOLTI non sono stati solo economici, ma anche sociali. Molti quelli che hanno trattato M.V. da colpevole, nonostante su di lui si dovesse ancora pronunciare la giustizia. «Tutti erano pronti a puntare il dito contro di lui tutti lo criticavano, è stata un’accusa infamante — è ancora scosso —. Non potete capire la liberazione che ha provato questa sentenza di assoluzione, ora può tornare a uscire di casa, a non nascondersi. Purtroppo i tempi della giustizia italiana sono lunghi e ha dovuto sopportare di essere trattato da colpevole, dai cittadini dall’azienda, per quanto non lo fosse per 6 anni lunghi anni. Ma ora, finalmente, è finita».

L’ACCUSA di aver rubato soldi alla propria azienda è come rubare alla propria famiglia, quindi, ha rovinato l’intera vita di M.V.. Che ora sicuramente si farà giustizia. «Deciderà con i suoi avvocati , come agire, ora proprio non saprei, vuole tornare dalla sua famiglia e dai due amici per dare loro questa bellissima notizia». Per dimostrare la sua innocenza gli avvocati difensore Ariostino e Metta hanno fatto un lavoro certosino oculato che ha dimostrato l’impossibilità della realizzazione dell’evento così come l’impianto accusatorio creato dalle carte prodotte dai funzionari ATAF spa , che però gli inquirenti, la Guardia di Finanza, ha analizzato punto per punto facendo evidenziare le discrepanze che i legali avevano saputo illustrare nella documentazione prodotta e nelle arringhe verbali effettuate in aula. Secondo l’accusa, supportata solo dalla documentazione prodotta dall’Azienda ATAF spa era normale che doveva ricredere e proporre l’assoluzione.Posso dire da uomo di legge che gli inquirenti che hanno svolto le indagini ci hanno messo costanza, pazienza e volontà ma sopratutto caparbietà nel capire tutti i vari passaggi, e ne sono svariati ,che il pubblico ministero ha saputo farli suoi e chiedere l’assoluzione per non aver commesso il fatto.La giustizia è lenta ma arriva alla conclusione nella maniera giusta.

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