Il dopo Berlusconi Cosa può succedere.

Dopo i funerali si può tornare a ragionare del dopo. Dopo l’assenza fisica di Berlusconi.
In molti hanno ragionato del dopo, con Berlusconi vivo.
Invano.
In molti abbiamo ragionato, anni fa, di un dopo Berlusconi sperando di farlo con Berlusconi.
Sbagliato.
Prima che il partito di Berlusconi diventasse qualcosa di diverso da se stesso.

Cosa era il partito di Berlusconi?
Dico all’origine e per un lungo tratto.
Era un partito che aveva voluto ereditare, riuscendoci, lo spazio politico e culturale di liberali, popolari e socialisti rasi al suolo da Tangentopoli.
Chi per convinzione, chi per difesa dall’aggressione politico giudiziaria di una parte della sinistra post comunista e cattolico di sinistra, che aveva scelto la via giudiziaria al potere. Che aveva fatto avanzare il moralismo politico, culturale, mediatico, che diventò giustizialismo e poi un Ircocervo metà giustizialista e metà governista.

È stata un’operazione fatta da Berlusconi alla Berlusconi, naturalmente.
Un partito monarchico ed anarchico.
Un leader carismatico con un personale politico in gran parte arrivato dalle seconde fila dei partiti liberali, democristiani e socialisti.
Le forze moderate e di centro e di centro sinistra del Pentapartito. Con il contributo fondamentale di intellettuali e politici provenienti da più parti, da Martino, Urbani, Letta, Scajola, sino a Cicchitto, Brunetta, Sacconi e a Ferrara e Bondi, questi ultimi di estrazione comunista, addirittura.
Dopo la primissima fase di Pubblitalia, quando ci credeva solo Berlusconi.

Era il Centro. Che si alleò con la destra che era minoritaria e con la Lega di Bossi che non era né destra né sinistra.

Era un partito maggioritario. Dominante quella coalizione che non si chiamava centro destra ma Casa delle Libertà e poi Popolo delle libertà.
Non a caso.
Questa è stata l’invenzione di Berlusconi.

Poi gradualmente diventata centro destra. Che non considero una evoluzione.
Poi, con l’esplosione di Salvini diventata, velocemente, destra populista, una vera involuzione, poi diventata, con Giorgia Meloni, destra politica, alleata con la Lega populista di Salvini e con una Forza Italia diventata piccolo centro orientato a destra.

Ma, diciamoci la verità, da Salvini alla Meloni, il partito monarchico e anarchico di Berlusconi non c’è più stato. Non c’è. Da quasi dieci anni.

Lo dico non per offendere quel che c’è.
Che è importate che ci sia.
Lo dico per non smarrire il senso della realtà.
Noi abbiamo celebrato, con la scomparsa di Berlusconi, tutto Berlusconi. Tutti i tre decenni di Berlusconi. Dobbiamo però dire, che l’ultimo decennio non corrisponde all’epopea berlusconiana nella stessa misura dei decenni precedenti. È un’altra cosa.
Ed è un’altra cosa la coalizione guidata dalla Meloni. Un altro mondo.
È ancora alternativa a questa sinistra, ma non come prima. E non la considero una naturale e lineare evoluzione del Berlusconismo.
È forte come e più di prima, perché la sinistra è tornata come quella prima di Renzi e anche peggio.
È nuovo bipolarismo ma più involuto, più spostato sul vuoto dei partiti vuoti che sulla politica piena. È un bipolarismo cattivo.
Il bipolarismo buono, quasi buono, è stato quello fra Berlusconi e Veltroni.
Poi quello fra Renzi e Berlusconi, con quest’ultimo ormai in discesa ripida e un Renzi in salita troppo veloce che poi andò a sbattere sugli stessi muri dell’antiberlusconismo diventato antirenzismo.

Io non so se Forza Italia scomparirà.
A breve.
Non me lo auguro nemmeno.
C’era De Gaulle in Francia poi c’è stato un partito Neogollista.
Possono, in alcuni casi, sopravvivere o vivere partiti che si basano sulla memoria e sulla lezione, ma non sulla presenza del leader fondatore.
Può darsi.
Non lo so.
Ciò che so è che così com’è, potrà rimanere terzo partito della coalizione, con in meno, il leader.
Complicato.

Cosa può succedere?
Alcuni di Forza Italia parlano di Partito Repubblicano all’americana.
Mi sembra questa l’annessione alla Meloni.
Legittimo, ma questo significa la fine definitiva del centro,seppur minimo, dentro il centro destra. Fine.
Lo ha detto anche Berlusconi, ma non potrà essere quello che Berlusconi aveva in mente, senza Berlusconi. Berlusconi, come sempre, pensava di guidare lui.

Può succedere Forza Italia più Renzi ed altro?
Per un centro meno centrino. Che prova se stesso alle elezioni proporzionali europee?
Avrebbe, in astratto, una logica. Ma la politica è senza logica da tempo.
Mi sembra l’ipotesi meno probabile.
Anzi, impossibile.

Può succedere un’altra cosa.
Sta già avvenendo.
La Meloni che non è la più destra, non più, del centro destra si sposta un po’ più al centro.
Così ci sarebbe un assorbimento naturale di buona parte di Forza Italia, quella attuale, non di quella originale.
La Meloni è abile. Molto abile.
Credo che farà di tutto per attrarre su se stessa l’onda emotiva esplosa nel Paese con la dipartita di Berlusconi.

Renzi? Renzi prenderà qualche voto in più perché si è comportato bene, molto bene con Berlusconi. Vivrà.

La sinistra? Questa sinistra. Senza Berlusconi e con la Schlein e con il miracolo della sconfitta clamorosa e inappellabile del l’antiberlusconismo politico, giudiziario, mediatico, smascherato, nella sua essenza, con le esequie del cavaliere, avrà grossi problemi.

Ci sarebbe adesso, in questo contesto, uno spazio per una sinistra, un centro sinistra, liberale, socialista, garantista, riformista.
Come mai negli ultimi decenni.
Lo vedo.
Non da qui alle europee, ma da adesso alle politiche.
Se la sinistra rimane con la Schlein e la Meloni dovesse fallire obiettivi fondamentali.
Il Pnrr e non solo. La riforma fiscale o quella della giustizia, ad esempio.
Ma forse lo vedo solo io.
Vedo il campo ma non i giocatori in campo.
Alcuni li vedo, ma sono distratti.
Vedremo.

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