Roma: Guerra sulle nomine di alcune istituzioni pubbliche GdF,Inps,Inail

Come ogni governo c’è il cambio dei vertici di alcune istituzioni sia militari che civili dalle società ritenute strategiche a quelle ritenute utili che rappresentano il paese.Ma come ogni schieramento che ha vinto le politiche non si riesce a trovare la quadra.Come per esempio Il nuovo capo della Guardia di Finanza, attesa dagli addetti ai lavori, non arriva in un Consiglio dei ministri convocato piu volte.

Un Cdm in cui, in una riunione poi piuttosto rapida, arriva invece il blitz su Inps e Inail, con la decadenza degli attuali vertici (Pasquale Tridico e Franco Bettoni) e commissariamento nelle more della revisione della governance dei due istituti.

Il Pd come sempre si lamenta perché ritiene di non essere stato coinvolto, come se quando erano loro al governo coinvolgevano la minoranza.Il PD dichiara: “Il decreto legge approvato dal governo Meloni è un marchingegno costruito solo per mettere le mani subito su Rai, Inps e Inail. È una indecenza, una forzatura gravissima e senza precedenti che non può essere avallata in alcun modo”.

E la norma che consentirà a Giorgia Meloni di nominare un nuovo amministratore delegato alla Rai, perché si libererà da giugno la presidenza del San Carlo di Napoli. Ma il valzer delle poltrone nella tv di Stato ancora sarebbe sullo sfondo del nuovo braccio di ferro in maggioranza. Una tensione che starebbe lambendo anche le prossime, attese, nomine delle partecipate, con la Lega – da indiscrezioni raccolte nei corridoi dei palazzi parlamentari – che qualcuno alzerebbe la posta sulle Ferrovie. Come un mese fa nella partita per le nomine delle grandi società pubbliche quotate, anche sul vertice delle Fiamme gialle si misurano le distanze fra le anime dell’esecutivo. I ministri sono tutti in attesa al primo piano di Palazzo Chigi (non c’è Matteo Salvink . Mancano Giancarlo Giorgetti e Guido Crosetto, che si erano visti nella prima mattina di ieri e avevano condiviso l’idea di indicare il generale Umberto Sirico, attuale comandante dei reparti speciali della Gdf, come sostituto di Giuseppe Zafarana, indicato come nuovo presidente di Eni e che si insedierà a breve (altrettanto a breve va quindi sciolto il nodo della sua successione).

E manca Alfredo Mantovano, che spingerebbe invece per Andrea De Gennaro, fratello dell’ex capo della Polizia Gianni, (Mantovano era sottosegretario all’Interno quando de Gennaro era capo della Polizia). Ministri e sottosegretario si sarebbero chiusi a lungo con la premier nel suo studio, in una discussione piuttosto ruvida, secondo alcuni racconti. Ma in ambienti vicino al ministro dell’Economia si spiega che si tratta di un processo complesso, che vede il coinvolgimento di diversi soggetti e che sta andando avanti da tempo. Un percorso, si sottolinea, condiviso fin dall’inizio, che non vede alcuna divergenza con Chigi o con gli altri soggetti interessati. Qualche ministro cerca di mimetizzare questo scontro , “nessuno scontro”. Il ritardo del Cdm? Legato alla visita dello speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Kevin McCarthy,. E in più “non era tema all’ordine del giorno”. Fatto sta che è stata rinviata non solo la scelta per la Gdf ma anche quella del capo della Polizia. E quella del prefetto di Roma. Dal duello sulle Fiamme Gialle potrebbe uscire vincente un terzo nome, quello del generale Fabrizio Carrarini.

Mentre a capo della Polizia, se si decidesse di sostituire Lamberto Giannini, potrebbe arrivare Vittorio Pisani. Per la prefettura di Roma si fanno invece i nomi di Vittorio Rizzi, vicecapo della polizia e vicino alla pensione, Laura Lega, capo del dipartimento dei Vigili del fuoco, Carlo Palomba, prefetto di Napoli.

Arriva il riordino di Inps e Inail: nel decreto approvato dal Cdm è prevista la revisione della governance, con l’abolizione della figura del vicepresidente e una modifica della disciplina del direttore generale, che sarà in carica per 4 anni. Come si legge nel comunicato finale, in via di prima applicazione, al fine di procedere agli adeguamenti dei regolamenti organizzativi e interni degli enti, si prevede che entro 10 giorni dall’entrata in vigore del decreto-legge sia nominato un Commissario straordinario, con la conseguente decadenza dei presidenti, dei vicepresidenti e dei consigli di amministrazione.Come spiega il comunicato di Palazzo Chigi, “in relazione alla governance degli enti previdenziali pubblici, si abolisce la figura del Vicepresidente, si prevede una modifica dei poteri del Presidente, che propone la nomina del Direttore generale (prima appannaggio del consiglio di amministrazione) e si prevede una modifica della disciplina del Direttore generale, stabilendo che lo stesso sia nominato dal c.d.a. su proposta del Presidente, duri in carica 4 anni (in allineamento con tutti gli altri organi, anziché 5) e sia scelto con procedura comparativa di interpello, come per i dirigenti della pubblica amministrazione, anziché tra i dirigenti interni o tra gli esperti della materia”. “In via di prima applicazione – prevede ancora la norma -, al fine di procedere agli adeguamenti dei regolamenti organizzativi e interni degli enti, si prevede che entro 10 giorni dall’entrata in vigore del decreto-legge sia nominato un Commissario straordinario, con la conseguente decadenza dei presidenti, dei vicepresidenti e dei consigli di amministrazione”.

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