Grazie all’iniziativa di “Io Sud”, la cui presidente Adriana Poli Bortone, vuole stimolare tutti i meridionalisti ad aggregarsi

La notizia proveniente da più fonti è che le associazioni di meridionalisti si stanno aggregando. Già nei primi giorni di marzo, a Roma, si procederà alla firma di un documento unitario il cui contenuto conosceremo e pubblicheremo su questa testata appena disponibile. Sarà per via dell’improvvida idea della autonomia differenziata, sarà per l’aggravarsi della crisi economica favorita dalla BCE, sarà per la intollerabilità del regalare il nostro petrolio a mezzo mondo, sarà per il rischio di trovarsi trascinati in una guerra mondiale, sarà per la intollerabilità della perenne diaspora dei nostri figli migliori, sarà per la minaccia di vederci propinare anche insetti e larve nei nostri maccheroni, sarà per l’abolizione del contante, sarà per la sempre più diffusa conoscenza della storia,…sarà come sarà sembra proprio che la misura sia colma. Qualcuno dovrà pur rappresentare il crescente scontento meridionale e il bisogno di dignità e sviluppo.
La opportunità concreta è stata offerta dalla nuovissima presenza in Parlamento di alcuni deputati della lista “Sud chiama Nord”. Attorno a questo gruppetto di siciliani si stanno riunendo gli altri, numerosissimi, che nel passato recente e meno recente, si sono impegnati per restituire al Sud la ricchezza e la dignità sottratte e minacciate fin dalla guerra di conquista non dichiarata di un secolo e mezzo fa..
Certamente non sarà una federazione di meridionalisti piagnoni, certamente non si chiederà di dedicare ulteriore suolo alla produzione di energia che serva ad altri, certamente non si sosterrà l’idea di copiare al sud il modello industriale che ormai al nord non vogliono più, certamente nessuno proporrà di finanziare con soldi del contribuente impianti da edificare al sud di imprese estere, certamente, in sintesi, non si reitereranno gli errori già fatti qui al sud e altrove ma si sbandiererà il vessillo di un Sud proiettato nel futuro e radicato nella nostra identità in tutte le sue declinazioni territoriali. Non più destra contro sinistra nella gara di spendere i soldi del contribuente, né nord secessionista contro sud autonomista, ma una politica che finalmente indichi come creare ricchezza per tutti. In un mondo che ci viene proposto e spesso imposto con impianti tecnologici a zero occupazione sorge la necessità di pensare ad un nuovo ruolo dell’uomo, che sia centrale e non succube della intelligenza artificiale e più ampiamente della tecnologia; tutto ciò non è cosa semplice. Si tratta di una sfida vitale per noi ma anche per tutta l’Italia e tutti i sud del mondo. Cioè si tratta di fare un miracolo.
D’altronde ne siamo abituati: se siamo sopravvissuti fino ad oggi nonostante la burocrazia e il fisco unitario, nonostante la mancanza di credito e la famigerata classe politica meridionale, resistendo alla concorrenza sleale dei nordici e di cinesi, indiani ecc. ecc. non è stato forse per un evidente miracolo?

CANIO TRIONE

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