TANGENTI AL CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE,” SI AFFIDAVANO I LAVORI PRIMA DELLA GARA “

L’inchiesta sulla protezione civile va in maniera sempre più AVANTI SCOPRENDO SEMPRE ELEMENTI NUOVI.Si sta scoprendo che l’’ex dirigente arrestato il 23 dicembre  con l’accusa di aver preso mazzette da due imprenditori. Sotto la lente della Procura una serie di lavori a Foggia (AFFIDATI A LECCESE) nei centri vaccinali. Sotto controllo il conto corrente della moglie di Lerario.

Oramai si sentiva sicuro Lerario, affidava i lavori  prima di svolgere le dovute formalità per l’espletamento della gara.” Le indagini sulla protezione Civile,continuano senza tregua,sulla gestione Lerario, si sta allargando sempre di più a macchia d’olio. Ricordiamo che l’ex dirigente regionale pugliese è al centro di un’inchiesta che si sta allargando ogni giorni che gli inquirenti entrano su un determinato lavoro. Il Nucleo della Guardia di Finanza ha consegnato, una relazione alla Procura nella quale si evince che,nell’autunno scorso il dirigente regionale avrebbe concordato una serie di lavori da centinaia di migliaia di euro con gli imprenditori Luca Leccese e Donato Mottola, che erano già assegnatari di appalti per la realizzazione dei container a Borgo Mezzanone,dove dovevano effettuare altri lavori,una parte li hanno svolti e una parte concordati ma non svolti.

Lerario è ancora in carcere e i due imprenditori agli arresti domiciliari. Le verifiche,che gli uomini della Guardia di Finanza stanno svolgendo,sono sia tecniche che  amministrative. Il gruppo di lavoro organizzato dalla Regione, stanno spulciando tutto il lavoro di Lerario negli ultimi quattro anni.(dal 2018,2019,2020,2021) anche nel precedente incarico, quando ricopriva l’incarico di  dirigente all’Economato. 

LE TELEFONATE TRA LERARIO E MOTTOLA.

“Io nei prossimi giorni ti darò fastidio perché dovremo fare una cosa su Terlizzi”, diceva Lerario a Mottola in una telefonata dell’8 dicembre. A cosa si riferiva? Si riferivano ad un allestimento su alcune strutture abitative temporanee per lavoratori stagionali, dopo che le forze di polizia,avevano sgomberato alcuni casolari e la Caritas aveva problemi per un intervento veloce a Terlizzi.

La telefonata continua(“Li andiamo a prendere dove stanno, perché in giro di inutilizzati ne abbiamo“), ma Mottola non era d’accordo,tanto e vero che Mottola sconsigliava questa idea e convinse Lerario ad acquistarli nuovi, completi di bagno, a 8mila euro c.u.. Entrambi gli imprenditori,Mottola e Leccese stavano lavorando a Torretta Antonacci nel foggiano, dove era stato programmato dalla protezione Civile l’installazione di  cinque moduli per l’accoglienza dei braccianti.

Mottola,dopo il contatto telefonico, e non avendo ricevuto più notizie,richiamo’  il 17 dicembre,nella telefonava  domandava: “Dottore, cosa faccio per  Terlizzi ?”.Lerario rispondeva,-“ bisogna avere pazienza, perché lì c’è un problema politico, nel senso che il sindaco è di un colore diverso e bisogna vedere se ‘sta cosa può dare fastidio… “.

Come volevasi dimostrare,ogni intervento da effettuare si doveva vedere di quale colore politico era l’amministrazione.

L’ok arrivava sempre dalla giunta dal presidente, se si dovevano dare una mano a Ninni Gemmato e alla sua amministrazione di centrodestra.

La telefonata del 22 dicembre,sancisce che l’ok della presidenza della regione era arrivata, in cui l’allora capo della Protezione civile annunciava a Mottola: “La cosa di Terlizzi si è concretizzata”. Mottola, allora, sollecitava un incontro, quando potevano incontrarsi,prima di Natale, “domani o dopodomani perché ho il coso…. “. Il coso era il regalo di natale. Confermato successivamente nell’interrogatorio innanzi  al gip Anna Perrelli.

La Provincia di Foggia

Ho avuto due belle notizie, dovrò fare un’altra cosa bella ma non mi far parlare per telefono”: Leccese in una conversazione telefonica con il figlio, intercettata il 26 ottobre.  Antonio Mercurio suo collaboratore,indagato nell’inchiesta sull’Ospedale Covid alla Fiera di Bari, il quale annunciava: “Il dottore mi ha detto di fare subito”. Il riferimento – secondo gli investigatori – era alla ristrutturazione del Palazzo Dogana, sede della Provincia di Foggia, dove il 22 settembre Lerario e Leccese avevano svolto un approfondito sopralluogo sui lavori da svolgere.In questa maniera,gli inquirenti  stanno riscontrando come le indagini stanno diventando sempre più trasversali,dove tutte le forze politiche erano coinvolte.  

Da come si evince dalle registrazioni telefoniche e dalle relazioni degli inquirenti,i lavori erano concordati con Mottola ma certe volte venivano  date al Leccese. La dimostrazione della gestione della Protezione Civile viene evidenziata da come i lavori venivano affidati senza un minimo di evidenza pubblica. “Mi ha comunicato di svolgere il lavoro immediatamente, ma io ho detto fatemi avere il computo metrico, le quantità, i progetti, così che computo vi devo fare?”. 

Le parole di Mercurio

L’ingegnere della Regione è stato uno dei più stretti collaboratori di Lerario, responsabile unico del procedimento nei più importanti appalti degli ultimi anni, tra cui la realizzazione dell’ospedale Covid nei padiglioni in Fiera del Levante. Proprio la partecipazione a quella procedura gli è costata un avviso di garanzia e una perquisizione e poi la revoca di tutti gli incarichi di Rup da parte della Regione. Il sospetto degli inquirenti è che il funzionario fosse consapevole e complice degli illeciti commessi da Lerario.

Già nel corso delle prime verifiche effettuate all’interno degli uffici, però, Mercurio ha provato a prendere le distanze. Quando la Guardia di Finanza , per esempio, si è presentata da Nicola Lopane (che ha sostituito Lerario alla guida della Protezione civile) per chiedere gli atti relativi agli affidamenti a Mottola e Leccese, Mercurio ha precisato che “le ditte sono state interessate direttamente dal dirigente e il Rup è intervenuto nella sola fase di sopralluogo e affidamento dei lavori”. In relazione a tale questione, la Finanza ha ritenuto significativa una conversazione intercettata il 31 dicembre nell’ufficio dell’ingegnere,(erano state installate delle cimici ad attivazione vocale) che confidava a due colleghe: “Questo doveva farci insospettire – riferito al fatto che su alcuni affidamenti non avessero disponibilità della documentazione – perché se era trasparente doveva dirci “fate voi” e invece lui voleva avere sempre l’ultima parola sulle ditte”

I centri vaccinali

È stato direttamente Lerario, nel corso di una conversazione intercettata dalla Guardia di Finanza nel suo ufficio, a dire di avere utilizzato “una procedura che non esiste”. Ovvero l’affidamento diretto di un appalto sotto soglia, diviso però per tre ditte che operano nel settore e potevano operare in tutta la Puglia. Il riferimento, esplicitato dallo stesso dirigente, era alla cartellonistica dei 180 centri vaccinali scolastici, per la quale la Protezione civile a metà dicembre aveva stanziato 220mila euro.

Le ditte affidatarie erano Pubbliange Group, Spazio Eventi e Romano Exhibit, completamente estranee alle indagini, ognuna delle ditte avrebbe dovuto ricevere circa sui 70mila euro. Pubbliange, in particolare, ha rimarcato che “a oggi non ha ricevuto alcuna erogazione da parte della Protezione civile nonostante la prestazione sia stata correttamente eseguita, nei modi e rispettando il tempo concordato, e gli importi decisamente inferiori da quello liquidato solo sulla carta”.

I conti sia del marito che della moglie.

È difficile stabilire quale sia il confine tra conti correnti, prelievi e versamenti quando si tratta di una coppia. Di certo i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno portato all’attenzione della Procura alcuni versamenti e trasferimenti di denaro effettuati dalla moglie di Lerario la mattina del 23 dicembre, poche ore dopo la consegna del “regalo di Natale” da 20mila euro da parte di Mottola. L’ipotesi è che le operazioni siano state disposte dal marito, per far perdere le tracce di quella che gli inquirenti considerano una tangente a tutti gli effetti.

Il Nucleo della Guardia di Finanza ha verificato i conti correnti sia dell’ex dirigente che di sua moglie.Dalla verifica immediatamente è balzato agli occhi degli investigatori un versamento da 2mila 500 euro sul conto co-intestato, poi un bonifico di 22mila su un conto cointestato.Poi da verifiche hanno riscontrato un accredito da 22mila sul proprio conto personale. Un gioco di accrediti da un conto ad un altro.Ma la cosa che ha fatto insospettire che ogni operazione finanziaria veniva seguita da una telefonata tra marito e moglie.

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