IL NOME DELL’IMPRENDITORE D’ALBA NELLE MAGGIORI INCHIESTE SU MAFIA E TANGENTI? CERTO, COME DENUNCIANTE E QUINDI PARTE OFFESA.

BASTA A UNA GIUSTIZIA SPIATA DAL BUCO DELLA SERRATURA CHE SI PRESTA AD INTEPRETAZIONI DI COMODO DI ALCUNE CONVERSAZIONI SU “CUI NON SI HANNO ELEMENTI PER DIRE CHE SIA VERO O NO”.

A parlare il difensore del noto imprenditore Michele D’Alba, l’avv. Pierpaolo Fischetti.

Il giorno 14 novembre 2021 veniva pubblicato un’analisi da una redazione un  articolo inerente episodi di cronaca giudiziaria dando ad esso un taglio a tali eventi di carattere personale, talvolta parziale, esulando dalla realtà fattuale e soprattutto documentale. E’ bene allora riepilogare, a beneficio di tutti, diversi punti che posso destare dubbi od oblique interpretazioni e dunque solleticare inutili illazioni che non giovano al clima attuale.

Il dott. Michele d’Alba nei vari procedimenti che afferiscono episodi estorsivi oggetto di stampa della dura realtà di Foggia, così come di tutta la Provincia, risulta in alcuni di essi solo come persona offesa dal reato e denunciante di alcuni avvenimenti che lo hanno visto perseguitato da tentativi intimidatori insieme alla sua famiglia. In particolare, nella più volte citata sentenza “Decima Azione”, egli compare quale vittima nonostante improduttivi tentativi di volerlo accumunare ad altre figure per cui scaturivano gravi misure cautelari. Viene anche citata, nell’enunciato servizio, una peculiare lottizzazione del Comune Capoluogo, ovvero di viale Pinto, definita “Accordo di programma Tonti”. Invero, tale lottizzazione nasce negli anni Novanta, poi regolata con una conferenza di servizi in seno alla Regione Puglia nell’anno 2012 (Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 501 del 20/06/2012 e delibera di C.C. n. 89 del 24/06/2012), ma comunque citata a sproposito tra due soggetti in una particolare intercettazione. A dire dei conversanti, l’ex consigliere comunale Bruno Longo e l’ex sindaco Paolo Agostinacchio, il dott. d’Alba avrebbe maggiori possibilità di trovare mercato perché detta lottizzazione si trova “appiccicata” agli Ospedali Riuniti. Siddetta affermazione rivela una assoluta mancanza di conoscenza dei fatti in quanto in tale contesto non è prevista alcuna realizzazione di “Strutture parallele” al Nosocomio cittadino – per cui comunque ci vorrebbe un accreditamento presso l’Ente Regione Puglia – ma solo appartamenti e servizi universitari da devolvere senza scopo di lucro. Di contro, ciò che appare strano è che chi si lamenta sia il primo firmatario dei vari atti che hanno lecitamente legittimato quanto enunciato e regolamentato [vedi, Attualizzazione e Novazione della Convenzione urbanistica, quale atto aggiuntivo modificativo ed integrativo, di quella in essere per atto Notar Emma La Monaca del 13/12/2013 (rep.n.67227 – rac.19145)].

Ancora; sempre a tenore dei conversanti in argomento, l’ex sindaco Landella “…dispone l’Amministrazione ad inginocchiarsi davanti ad un tale Michele d’Alba”. Posta così la proposizione in parola parrebbe inquietante, ma analizzando i rapporti in essere del dott. d’Alba con l’Amministrazione Landella (in circa sette anni) si può facilmente appurare che lo stesso imprenditore è vincitore di una sola gara di appalto (per un valore di 700.000/00 euro) impugnata peraltro dinanzi alla Giustizia Amministrativa da altro partecipante, e che vedeva il dott. d’Alba avere ragione e al Tar Puglia e al Consiglio di Stato (vedi sentenze n. 633/2021 RPC del 13.04.2021 e n. 7157/2021 RPC del 25.10.2021). V’è anche da soggiungere, e tanto è di notevole valore, che il nome del mio assistito non compare neppure incidentalmente nella Relazione per lo scioglimento del Comune di Foggia del 16.07.2021.

Continuando, sempre a ragione dell’ex consigliere Longo “…sembrerebbe, sembrerebbe che chi ha messo quelle bombe a questa RSSA sia il marito di una signora che lavora per Michele d’Alba”. Orbene, è notorio che l’autore scoperto di due di tali episodi citati sia un albanese non coniugato, ciononostante a sconfessare e rendere un fellone l’ex consigliere Longo è addirittura egli stesso il quale conclude la sua conversazione con la testuale frase: “Io francamente non ho elementi per dire se sia vero o no”.  

Andando oltre; un’altra intercettazione riportata parzialmente nel corpo dell’articolo in discrimine è quella datata 08 febbraio 2018, laddove prima facie si esalterebbe una frase incompleta espressa dal dott. d’Alba negli uffici della questura di Foggia al di lui genero “tu non hai pagato niente Incompo hanno intercettato a quelli la”, per poi far seguire ad essa l’individuale commento degli investigatori, i quali si abbandonano ai loro partigiani teoremi. Purtuttavia, dando per buona l’avvenuta trascrizione, non periziata da altro soggetto terzo estraneo ad una trama esplorativa– che è bene ribadire: non ha comportato alcunché e condotto a niente in termini giudiziali -, ci si è dimenticati di citare altra parte di essa, allorquando il dott. d’Alba interrogato dagli astanti se fossero anche in quella sede comunque registrati dagli investigatori, così rispondeva: “Lorenzo: secondo me pure qua. Michele: noo. Raffaele: nooo. Lorenzo: si telo dico io. Michele: può darsi pure e vabbè che stiamo dicendo.”. (Rit. N. 116/18 – proc. pen. 15401/17 Trib. Foggia).

Infine, sempre parzialmente si citano alcuni appartenenti a sodalizi mafiosi imperanti sul territorio di Foggia, che starebbero definendo – pur parlando in forma dubitativa – di alcune richieste estorsive, in special modo: “ Io sto aspettando quello…sto chiudendo con Michele d’Alba”. Emblematica, a detta degli investigatori, la registrazione ambientale del 16 dicembre 2017, in quanto i prevenuti conversatori citerebbero chi ancora non si era “allineato”, tra cui Michele d’Alba: “Sta Michele d’Alba…Michele d’Alba”. Nessuno però indica che il dott. Michele d’Alba in data precedente, ovvero il 27 ottobre 2017 aveva già sporto denuncia per episodi estorsivi, anche ai di lui famigliari, con chiamateanonime ma da numeri telefonici in evidenza. 

SEGUE DENUNCIA INTEGRALE

F.to avv. Pierpaolo Fischetti

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