TUTTI AUTONOMI: Comuni, Province, Regioni ma nessuno fa progetti,quei pochi progetti sono stati messi da parte

PER L’APPROVAZIONE AL  PNRR , CI  VUOLE  PROFESSIONALITA’, CAPACITA’,CONTINUITA’ OGNUNO PER LE PROPRIE COMPETENZE’ LE TRE ISTITUZIONI LAMENTANO DI NON ESSERE COIVOLTE MA NON HANNO LE FIGURE ALL’INTERNO PER POTER EFFETTUARE PROGETTI.

Tutte e tre le istituzioni Comuni,Province,Regioni sono autonomi. È chiaro che tutte è tre si dovrebbero mettere insieme a lavorare e creare un mini comitato di valutazione che faccia un screening sui lavori che si vorrebbero realizzare,dando una valutazione al progetto finito. Ognuno per le proprie competenze,è chiaro a tutti che in queste condizioni serve un comitato che faccia un delicato lavoro di valutazioni accelerato, che non faccia scontrare le tre istituzioni autonome. Il ministero dell’Istruzione ha fatto un accordo con l’Agenzia di coesione che in maniera veloce ha preso 200 tecnici per fare in modo,che i bandi che scadono a novembre,per gli asili nido nei piccoli comuni del Sud non rimanessero una fantasia.

Ha fatto così,solo per dare una grande mano al sud,onde evitare che non avessero nulla. 

Il problema Italiano è sempre lo stesso,tutti vogliono entrare nella gestione ma nessuno ha le competenze all’interno delle propri Enti. Le cariche di entrambi l’istituzioni, sono cariche politiche che non hanno nessuna esperienza e non conoscono le procedure. La tecnostruttura salvo alcuni piccoli enti,non conoscono le procedure e non sanno effettuare progetti di ampio spazio che vadano oltre il proprio naso,creando solo problemi su problemi,basti vedere le piste ciclabili come sono state realizzate in maniera sconcia che non si possono utilizzare. Le province hanno le bici abbandonate nei magazzini avendo speso 500mila euro per nulla,le piste ciclabili le hanno realizzate i comuni,sbagliando percorsi, le regioni parlano si rendere piu’ verde le città e creare alternative alle auto. Se non capiamo che tipo di Paese vogliamo vivere, e trasmetterlo allo Stato centrale  che deve decidere,non riusciremo mai a farlo decollare. Tutti i politici fanno annunci,partecipano a trasmissioni televisive o radiofoniche dove rappresentano motivazioni giuste assolutamente coerenti,ma non dicono di non avere la struttura tecnica da poter effettuare progetti tali da poter accedere al PNRR. Allora ci poniamo una domanda,come Youfoggia.com fonte d’informazione,come vogliono realizzare i progetti? Da indiscrezioni i progetti presentati,fino a oggi, sono stati considerati vecchi e non lungimiranti. Sono stati messi da parte. La nuova ricostruzione come potrà mai avvenire? Le uniche domande che i vari politici di sinistra,centro,di destra,fanno:chi decide? Il governo nazionale? Il governo delle Regioni? Oppure, che fanno le Province? Che fanno i Comuni?  Chi prenderà i soldi e per fare che cosa? Come verranno  gestiti questi soldi?  Perché gli istituti tecnici superiori dipendono dalle Amministrazioni Provinciali? Perché il demanio che gestisce una parte del territorio non partecipa al PNRR? L’altra parte del territorio non è in carico a nessuno come fare?

Si dovrebbe dare più potere di gestione ai Comuni, ma bisogna dare loro una organizzazione e una gestione tecnica,creando una tecnostruttura capace di gestire il Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr).Questo è il punto su cui costruire qualcosa di nuovo,significa entrare nella gestione dei comuni che fino a oggi hanno solo fatto manutenzione,parziale delle strutture comunali,facendo più danni,oltre ad accontentare le richieste dei sindaci o di qualche assessore. Si dovrebbe verificare se prima di tutto,dimostrando di conoscerla la realtà della loro città,perche in molte situazioni abbiamo riscontrato che prima di essere eletti conoscono bene la realtà locale,dopo appena eletti fanno tutto il contrario,allora cosa succede, come i problemi che in campagna elettorale che nei vari comizi hanno annunciato di realizzare, dopo una volta eletti non li fanno,perche la tecnostrutta gestisce il potere politico e pertanto il clientelismo che i politici devono accontentare?

Facendo scelte che non tengono  conto delle vere esigenze della città e del cittadino.

Il Governi regionali dovrebbero fare la programmazione, ma tranne rare eccezioni la fanno poco e male. Non fanno altro che creare solo problemi,esempio lampante, la comunicazione dei dati Covid 19,che sono stati trasmessi in maniera errata creando solo un Intralcio alle strutture centrali, non favorendo l’operatività. Intanto tutte tre gli Enti,Comuni,Province,Regioni sono autonome. Ovviamente le Regioni sono autonome quasi per antonomasia ,ma è solo retorica. Possiamo solo dire, che in queste condizioni serve un coordinamento centrale fatto di esperti,pragmatici,che indicano esigenze del territorio,dopo aver sentito le richieste di sindaci,presidenti di Province e Governatori,un delicato compito in grado di gestire con efficienza il Pnrr che è fatto di procedure e di valutazioni accelerate non molto compatibili con tutte queste autonomie.

Il ministero dell’Istruzione,che ha  fatto, e sta facendo con gli asili nido dimostrando che la scuola non può essere considerata solo un servizio pubblico ma un elemento di coltura che debba creare sviluppo locale partendo dalla comunità locale. Il rapporto tra comunità e sviluppo è fondamentale ma proprio per questo non si può più pensare di guidare lo sviluppo solo dall’alto.

Non c’è dubbio che questo è il momento in cui dobbiamo far vedere che tutto lo Stato, da quello centrale ai Comuni, è la soluzione dei bisogni, non la causa delle solite complicazioni. Non si deve solo vedere questa nuova organizzazione. Ciò che si deve toccare con mano è che produce effetti immediati e duraturi.

Dobbiamo fare fronte tutti insieme ad un intervento comune,questo richiede capacità tecniche ma soprattutto anche fantasia e conoscenza, da manifestare praticamentein un rapporto di continuità tra i diversi livelli dello Stato. I soldi  devono essere dati ai soggetti attuatori sul territorio, i Comuni, li mettiamo anche nelle condizioni di operare e pretendiamo che lo facciano, ma vogliamo che tutto ciò avvenga tenendo conto della programmazione delle Regioni. Oramai le province sono istituzioni ibride che non si sa cosa vogliono fare,gestione delle manutenzione delle strade provinciali,che non fanno, gestione delle scuole superiori,che non fanno basti vedere in che condizioni sono,questo è il punto delicato di tutta la catena decisionale,ripetiamo un comitato di coordinamento che faccia da indicatore e da valutazione dei progetti,i comuni devono prendere tecnici,geometri,ingegneri,architetti,avvocati,ragionieri e ingegneri amministrativi che gestiscano il patrimonio del comune e soprattutto vengano eletti sindaci e assessori che abbiano esperienza che conoscano la materia e non solo che vengano eletti.

Dobbiamo dirci la verità. Se non vogliamo fallire nuovamente, come la storia ci ricorda,non dobbiamo nasconderci i problemi e evitare di ritrovarci da qui a qualche anno a riparlare dell’ennesimo errore di progettazione o costruzioni di cattedrali nel deserto. Bisogna agire immediatamente sulle Regioni che facciano un piano coordinato di interventi su un arco di cinque/sei anni partendo da subito sentendo Comuni e Province,devono essere determinati  come stravolgere il modello organizzativo,che oramai è antico e non più pratico e reale per quello  che serve alla città. Rendere inefficace i poteri frenanti. Questo argomento  deve essere applicato per tutte le Regioni frenanti. Perché il problema di oggi non è più spostare i soldi ma come fare a rendere tutto il Sud più efficiente più operativo,facendolo uscire  dallo stereotipo impietoso di inefficienza, le Regioni meridionali che sono capaci di utilizzare i fondi strutturali con un tasso di impiego pari al 30% di quello delle Regioni del Nord che sfruttano il 60% che già è pessimo.

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