La sanità Pugliese 8mila esami specialistici urgenti oltre i limiti di legge ritardi e 200milioni di euro di debito.

Un monitoraggio della Regione rileva che i tempi di attesa sono ampi ci vogliono fino a 45 giorni per un esame specifico(tac-pet) per il Covid saltati migliaia d’ interventi chirurgici

Da uno studio si è rilevato che oramai la sanità pugliese e allo stremo e non riesce piu’ a gestire l’ordinario. Sono saltati circa 134mila interventi nel periodo della pandemia. Ci sono quasi 48000mila prenotazioni e di visite specialistiche,definite primo accesso, solamente qualcosa come 38000mila sono stati garantiti nei tempi massimi,vi alleghiamo tabella che per legge dovrebbe essere rispettata,ma in puglia si quadruplicano e in certi casi  si va molto ma molto oltre.

• lettera U: prestazioni “urgenti” a cui l’utente ha diritto entro 72 ore. In questi casi, la prescrizione avrà apposto il “bollino verde”. Attenzione: le prestazioni urgenti vanno prenotate entro 48 ore dalla data di prescrizione, altrimenti decade l’indicazione di urgenza

.• lettera B: prestazione da fornire in tempo “breve” (non più di 10 giorni). Va usata in situazioni in cui è necessario intervenire in tempi rapidi per evitare l’aggravarsi delle condizioni del paziente.

• lettera D: prestazioni “differibili”, che, se fornite in tempi meno celeri, non pregiudicano la salute del paziente. Sono prestazioni di prima diagnosi, da erogare entro 30 o 60 giorni (a seconda che si tratti di visite o di esami diagnostici strumentali)

.• lettera P: visite ed esami “programmati”, non urgenti.  È il caso delle visite di controllo, per le quali la regola stabilisce un massimo di 180 giorni.

In 10mila casi, invece, i pugliesi hanno dovuto attendere oltre il dovuto.

In alcuni casi come nei mesi estivi non si potevano effettuare tac,o pet perche gli apparati le attrezzature, erano rotti e dovevano arrivare i pezzi di ricambio.

Tutto cio’  ha fatto emergere dal monitoraggio i tempi di attesa in tutta  la Regione Puglia e in  tutte le province. Questo studio ha fatto emergere le capacità  delle Asl di soddisfare  alle richieste dei cittadini. Il Covid-19 ha complicato già una situazione non ottimale, finendo per allungare le liste di attesa ma non in maniera superficiale ma  in maniera drastica.

Qualche esempio: per una prima visita specialistica  con codice di «urgenza», mediamente un cittadino pugliese dovrà aspettare almeno 31 giorni prima di potersi sottoporre all’esame. «L’urgenza» prevede, invece, che il controllo venga effettuato entro massimo tre giorni dalla data di prenotazione perché il medico ha valutato che ci sia un sospetto diagnostico che necessita di una risposta rapida.

Ed invece, per una analisi del seno(mastografiamonolaterale, sempre in regime di urgenza, l’attesa è addirittura di 96 giorni; 125 giorni, invece, per una risonanza magnetica all’addome inferiore; sempre 46 giorni per una risonanza della colonna.

Per un holter, l’elettrocardiogramma dinamico, l’attesa è di 47 giorni. Questo non fa altro  Insomma evidenziare che c’è un problema di capacità degli ospedali e delle Asl di dare una risposta celere ai bisogni di salute dei pugliesi.

Normale che tutto cio’ non fa altro che dare un vantaggio al privato pagando di tasca propria, ma non tutti sono nelle condizioni economiche per poterlo fare. La pandemia Covid a messo in ginocchio alcuni reparti e alcuni interventi specialistici ,’emergenza sanitaria provocata ha aggravato la situazione,vi evidenziamo alcuni dati,nell’anno precedente , sono stati eseguiti oltre 134mila interventi in meno rispetto al 2019, 65mila durante la prima pandemia, da marzo a giugno, e 52mila da ottobre a dicembre dell’anno scorso.

Cifre che preoccupano e non poco, 134mila interventi non si recuperano. Dati molto parziali perché tale studio è stato commissariato dalla Regione Puglia pertanto. Se consideriamo del blocco dell’attività da gennaio a maggio 2021.

L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas ) ha certificato i danni provocati dall’emergenza sanitaria è il nuovo rapporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), numeri da far tremare le gambe  e preoccupare , soprattutto per il futuro. Questa pandemia e questa crisi sanitaria  ci creerò ripercussioni sulla  salute generale dei pugliesi e si  potranno vedere solamente tra 5-6 anni, quando gli effetti negativi dei mancati ricoveri, delle operazioni rinviate, degli esami non effettuati e degli screening saltati si manifesteranno.

Vi evidenziamo che da  marzo e giugno dello scorso anno, il sistema sanitario pugliese  ha ridotto di circa 40% i ricoveri urgenti rispetto allo stesso periodo del 2019. In tutto il 2020 rispetto all’anno prima, le prestazioni di specialistica sono diminuite del quasi del 30% e le visite di controllo del 23%.

Tutto cio’ evidenzia che la sanità pugliese è gestita in maniera approssimativa senza un minimo di programmazione e di organizzazione,basti  pensare che importi consistenti sono stati imputati e designati e pagati alla sanità privata(non contestiamo la motivazione anzi)  quando invece si poteva scaglionare e distribuire in maniera piu’ equa. Leggiamo oggi che i laboratori di analisi lanciano l’allarme che il budget del 2021 è terminato.

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