Procura Trani, l’imprenditore D’Introno scende a patteggiamento due anni e sei mesi, complice di Nardi e Savasta

L’impreditore era stato accusato in concorso in corruzione in atti giudiziariù.Il suo legale V.Guelfi ha chiesto l’applicazione della legge 9 gennaio 2019 conosciuta legge anticorruzione .

D’Introno si è presentato con il suo legale innanzi ai giudici di Lecce come persona che subiva le pressioni del giudice di Trani Michele Tardi e dal giudice Antonio Savasta ma,da vittima è diventato imputato e pertanto onde evitare una pena piu’ severa ha chiesto di applicare la legge 9 gennaio 2019, n. 3 (conosciuta anche come legge anticorruzione) è una norma della Repubblica Italiana in tema di contrasto alla corruzione, emanata durante il governo Conte I, su iniziativa dell’allora ministro della giustizia Alfonso Bonafededenominata “Spazzacottoti “.

Si ricorda per chi ci legge,che D’Introno è ’imputato assieme ai giudici Savasta e Nardi avevano creato un’associazione a delinquere che avrebbe utilizzato la giustizia per i loro sporchi comodi.

Il patteggiamento è avvenuto innanzi al giudice Sergio Tosi.

Procuratore Capristo,l’ex effettuava pressione anche sui giudici di Bari,per avere favori per i suoi amici .

La Procura di Lecce era determinata ad andare avanti tanto e vero che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio nonostante l’imprenditore abbia collaborato in maniera precisa e determinate per la  formulazione dei capi di accusa, determinante è stata considerata la sua collaborazione essenziale , facendo nascere l’inchiesta a carico dei magistrati, poi trasformata in processi dove Nardi è stato condannato a 16 anni, Savasta a 10 e l’ex pm Luigi Scimè a quattro.

Ma i problemi giudiziari non finiscono qui,D’Introno ultimamente  è stato indagato dalla Procura di Potenza per l’indagine, che l’8 maggio hanno fatto arrestare l’avvocato Piero Amara e il poliziotto Filippo Paradiso, ai domiciliari l’avvocato Giacomo Ragno e l’ex consulente Ilva Nicola Nicoletti e l’ex procuratore di Trani e Taranto, Carlo Maria Capristo, con un obbligo di dimora.  L’imprenditore coratino attualmente si trova nel carcere di Trani, dove sta scontando la condanna per usura che,secondo le ipotesi dei sostituti procuratori di Lecce,secondo le indagini avrebbe pagato mazzette a giudici e pm. Il suo legale  Vera Guelfi, aveva chiesto l’applicazione della legge ‘Spazzacorrotti’, che rende non punibile chi denuncia ma tale richiesta non è stata accolta, perché D’Introno viene ritenuto al tempo stesso vittima e complice dei magistrati.

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