ORRORE ONLINE: ARRESTI E DENUNCE. MAXI OPERAZIONE DELLA POLIZIA

I Polizia di Stato Dipartimento delle Comunicazioni hanno proceduto all’arresto e alla denuncia di un gruppo del nord Italia. Quello che hanno trovato online è raccapricciante

La Polizia ha effettuato perquisizioni in diverse zone dell’Italia.Gli investigatori hanno sequestrato un ingente  materiale informatico foto documenti .

Gli imputati usavano tablet, notebook, cellulari e pen drive per scambiarsi materiale pedopornografico online. Utilizzavano anche email venivano usati anche mail-post, profili social e spazi cloud tutto cio’ che trasmette.

Le forze di Polizia,Carabinieri e Guardia di Finanza sono a conoscenza di questi episodi del genere, basti pensare che a marzo scorso, grazie anche all’aiuto del programma Le Iene, avevano fermato un insospettabile.

In questo caso cerano persone di una certa età, un impiegato 65enne del comune di Castano Primo, sposato e con figli, che adescava ragazzine sui social.Altre persone sono indagate si stanno verificando le loro posizioni tramite il sistema di controllo del’IP.

Per lui e altre due persone sono scattate le manette e si trovano  ancora in carcere, il Tribunale del Riesame ha respinto il loro ricorso,si ritiene che sussista il pericolo di reiterazione.

Anche in questo frangente, le persone denunciate e poste in stato di arresto sono le ultime che ci si aspetterebbe ma ci sono altre in fase di controllo.

PIÙ DI 110 IMMAGINI PEDOPORNOGRAFICHE SCAMBIATE ONLINE

La Polizia Postale e delle Comunicazioni del capoluogo lombardo. L’operazione è stata coordinata dalla sede di Roma in particolare dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online coinvolgendo le sedi territoriali Milano,Torino,Bari,Foggia e Pescara.

I rilievi tecnici degli apparati sequestrati hanno portato alla scoperta di più di 110 tra video e immagini raffiguranti bambini tra i 2 e i 12 anni, anche dei neonati, costretti a atti sessuali con adulti, con altri minorenni e con degli animali.

Gli indagati si scambiavano il materiale attraverso le più famose app di messaggistica e giochi per bambini.

Tra loro persone dai ceti sociali più disparati, dal dipendente sessantenne di una società di telecomunicazioni allo studente appena maggiorenne,impiegati rappresentati. Uno di loro aveva addirittura messo in rete la violenza da lui perpetrata ai danni della sorella, per di più disabile.

I soggetti sapevano di effettuare cose non proprio corrette,tanto e vero al fine di sfuggire alla possibile cattura, i soggetti hanno usato tecniche avanzate di anominizzazione, superate dagli inquirenti con non poca fatica.

Fondamentale,importante per gli investigatori, la collaborazione con le forze di polizia europee ed internazionali, grazie alla quale sono riusciti a risalire all’identità dei pedofili.

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