Il Giudice amico degli amici , indagini al vaglio per la verifica e la scoperta dei nomi.

Che la magistratura segua le stesse logiche della politica si era capito,ma certe volte la magistratura che collabora con gli investigatori deve temporeggiare sia perche non ha elementi sufficienti sia perche non è facile inquisire un magistrato. De Benedictis sapeva di essere indagato da quando furono fatte delle perquisizioni alla masseria in agro di Andria,e Tannoia glie lo comunico telefonicamente che i carabinieri gli avevano sequestrato 6000 mila euro. Che le intercettazioni siano utili lo sappiamo senza di esse non si potrebbe arrivare a nulla. Le svariate conversazioni come una delle ultime nella quale  la squadra Mobile il 9 di aprile ascolto il giudice che parlava con A. Tannoia poche ore dopo aver lasciato la magistratura a causa della perquisizione dei carabinieri,che gli avevano trovato addosso 5.700 che si presumono essere mazzetta pagata dall’avvocato barese Giancarlo Chiarello per la scarcerazione di un suo assistito. Negli ultimi giorni oramai si sentiva marcato stretto tanto e vero che un’altra telefonata disse” Sai qual è l’ultima cosa che ho firmato stamattina?Lo sa di Paolo almeno siamo riusciti a fare l’ultima opera di bene …”.Non ero dovuto avrei potuto pure rigettarla ma l’ho fatto  per favorire  gli amici fino all’ultimo giorno “.Il gip del tribunale di Bari G.De Benedictis,arrestato una prima volta il 24 aprile,per corruzione la seconda per detenzione di armi definito arsenale da guerra. La comunicazione telefonica tra il giudice e il Tannoia era obbligo,perche tre anni prima quest’ultimo aveva messo a disposizione il luogo dove custodire centinaia e centinaia di armi di provenienza dubbia e clandestina,e anche perche il De Benedictis sapeva di poter essere arrestato si capiva dalle conversazioni che gli inquirenti ascoltavano “vedi che stamattina è successa una catastrofe diceva all’amico,tenevo nel portafogli 6000 mila euro per pagare ”…

Questo fa capire chiaramente che oramai era alla fine della sua carriera in magistratura e alla fine dei servizi che poteva svolgere alla famiglie criminali della Puglia.

La procura di Lecce,mette in ordine tutte le intercettazioni per capire come mai con chi si vedesse e come riuscisse a gestire una tale situazione. Le frasi intercettate dagli inquirenti nella fase in cui parlava con Serafino durante i quali si concordava modalità e tempi e anche il comportamento . I diversi incontri con lo stesso il caporal maggiore dell’esercito, arrestato due giorni fa con l’accusa di avere contribuito a reperire le armi ha fatto aprire un filone anzi una voragine nella quale sarà molto difficile molto impegnativo e contorto capire da dove venivano e dove andavano e come venivano utilizzate. Ad un tratto si sente dire “che la persona che è quell’altro un amico con cui il giudice aveva fatto affari. “Già oggi ha ricevuto la lettera di non poter piu’ accedere ai conti correnti a lui intestati. Lo hanno spogliato di tutto.”Come se la persona avesse fatto in passato operazioni da mettere a rischio il De Benetics.”Tu hai inguaiato me,e io ho precipitato la vita tua”. Il Serafino poi ha alluso a qualche riferimento del passato di qualche piacere al Tannoia in passato ,giudiziario. Un ex poliziotto che operava in precedenza nei reparti investigativi fa riferimento ad una scarcerazione che fu subito dubbia,sarebbe Giuseppe Cassano noto esponente della famiglia Capriati.Scarcerazione che per prassi si doveva chiedere un parere e che lo stesso  aveva avuto il parere contrario e il G.I.P. non ne tenne conto facendolo uscire. L’ex poliziotto rimarca che solo un G.I.P. come lui poteva fare “solo lui poteva far  uscire un delinquente di spessore con un parere contrario”. Nelle conversazioni si  sente dire che “ Cassano ha cambiato gli avvocati come gli ho detto,ben 13 scegliendo senza chiedere al giudice poi capii che doveva chiedere ed arrivato Ciccio”  L’avvocato Ciccio lo fece uscire significa che aveva rapporti stretti con De Benedictis ,facendo concludere il procedimento di scarcerazione.

Pero’ proprio questa scarcerazione fece creare dei dubbi al magistrato che chiese di fare una verifica se qualcuno avesse comandato  delle verifiche. Tutti questi elementi fanno capire che il De Benedicts faceva piaceri a tanta gente e a tanti avvocati sia Baresi che Foggiani che Leccesi tutto cio’ porterà ad una verifica dettagliata con relativi riscontri che faranno comprendere meglio il raggio di azione dell’ex giudice. Roberto Dello Russo e Antonio Ippedico,e l’avvocato Michele Pio Gianquitto sono legali che nelle diverse intercettazioni si sentono piu’ di una volta essere coinvolti. Tutti questi elementi fanno rilevare che il giudice operava da tempo e le indagini invece fanno riferimento solo a cio’ che è stato trascritto sul mandato di arresto. Per capire  si dovrà operare, investigare sul tempo antecedente dove non era intercettato. Tutto cio’ fa capire che la sua sicurezza il suo modo di fare era un modus operandi oramai collaudato e che solo la delinquenza e alcuni avvocati sapevamo. Oggi il giudice sarà interrogato invece Serafino sarà interrogato in video conferenza dal carcere militare di Santa Maria di Capua Vetere .

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