Quel cinguettìo “Deal” sul Recovery Fund e la sfida dell’Italia: quasi 210 miliardi in arrivo dall’Europa. Riusciremo a utilizzarli al meglio?

E’ con il cinguettìo “Deal” che il Presidente del Consiglio Europeo fa sapere che si è finalmente trovato unaccordo tra tutti i Paesi del vecchio continente sul Recovery Fund.Era lo scorso luglio quando, riuniti per lunghe ore, hanno condiviso notti insonni e occhi cerchiati, i diversi leader europei radunati in Consiglio. Sono stati necessari diversi tentativi prima di raggiungere un accordo per sostenere lo strumento che oggi appare come l’unico mezzo in grado di sostenere l’economia dell’Unione Europea e dei singoli Paesi colpiti dalla crisi che il coronavirus ha scatenato in tutto il vecchio continente.Il Recovery Fund, letteralmente, il Fondo di Recupero, ha l’obiettivo di arginare le flessioni imponenti del pil delle principali economie europee. Una strategia oggi centrale per il futuro della nostra Unione Europea, che non sempre è stata condivisa. Inizialmente furono la Francia e la Germania ad avanzare una prima proposta sul fondo basata su concessioni di denaro a fondo perduto. A questa iniziativa si è aggiunto poi il progetto di Olanda, Danimarca, Austria e Svezia di aiutare i Paesi colpiti dal coronavirus, concedendo prestiti da restituire nel corso del tempo. L’obiettivo principale del blocco dei Paesi del Nord è quello di evitare la condivisione del debito, scagliandosi apertamente contro i Paesi del Sud più colpiti dall’effetto della pandemia, come Italia e Spagna, e più aperti e disponibili a sanare i propri conti pubblici. Tra scontri diretti, accuse e trattative, siamo arrivati cosi all’accordo finale dello scorso luglio sul RecoveryFund. Il finanziamento del fondo arriverà attraverso la raccolta di liquidità data dall’emissione di RecoveryBond. Il piano prevede l’esborso di 750 miliardi di euro, divisi in 390 miliardi di sovvenzioni e 360 miliardi di prestiti. I soldi saranno reperiti grazie all’emissione di debito garantito dall’Unione Europea e arriveranno nel primotrimestre 2021. Questi fondi potranno essere utilizzati anche retroattivamente, per coprire cosi le spese sostenute da febbraio 2020 in poi. Romaa e Madrid saranno le principali beneficiarie del fondo. Sulla base dell’accordo, l’Italia porterà a casa 208,8 miliardi di euro dovrà però dimostrare di saper utilizzare al meglio le risorse del programma. Le linee guida del Piano Italia sul Recovery Fund individuate dall’esecutivo saranno: innovazione e digitalizzazione, istruzione e formazione, salute, infrastrutture, sostenibilità ambientale. I dubbi adesso iniziano a farsi strada tra i proclami. Riuscirà il nostro Paese a cogliere questa opportunità? Riusciremo davvero a mettere in campo le riforme necessarie? Riuscirà il Premier Conte ed i principali leader europei a scongiurare la paura del rinvio del varo di questo fondo prevista per dicembre 2020? Giuseppe Conte insieme al Presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez, alla conferenza stampa congiunta a Palazzo Chigi, ha avuto parole rassicuranti per i propri cittadini. “Insieme saremo più forti e renderemo l’Europa più forte”. Senza la loro forza questo accordo forse non cisarebbe stato. “Vogliamo incrementare le nostre relazioni, forti delle nostre affinità. Le nostre economie valgono 1/5 del Pil europeo”. Rilanciando la salda collaborazione tra queste due nazioni, si cerca di scongiurare il rischio di ritardi, ovvero che il Recovery Fund possa non partire dal 1 gennaio 2021. Scopriremo presto se saremo davvero uniti nella diversità, uniti, cosi come ci avevamo immaginato i nostri Padri Fondatori.

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