Cosa sta accadendo a Trani,Feste,concorsi manomessi e nomine strategiche
Trani – Bari, 2025. Si torna a parlare della gestione della STP, la società di trasporto pubblico che collega Trani, Bari e gran parte della provincia, in un intreccio sempre più fitto di nomi, accordi politici, nomine sospette e concorsi pubblici finiti nel mirino. Il tutto tra cene informali in ville private, assunzioni contestate e riassunzioni dai contorni poco chiari.
Secondo quanto emerso da fonti vicine alla vicenda, uno degli epicentri di questa intricata rete sarebbe stata una grande Villa, di proprietà della madre di un ex consigliere comunale , assunto in STP in circostanze che alcuni definiscono “discutibili”, a seguito di un concorso sospettato di essere stato pilotato. La villa sarebbe stata il teatro di incontri tra segretari politici e consiglieri regionali, secondo chi denuncia.
Al centro di questa vicenda c’è la gestione trova della STP, Fortunato, che nei giorni scorsi ha rilasciato dichiarazioni alla giornalista Antonella Loprieno di Batmagazine, ma – stando a quanto riportato da fonti anonime e da denunce informali – avrebbe omesso di raccontare passaggi cruciali.
Tra questi, spicca l’assunzioni proveniente da Da altre aziende di trasporto ci sono indagini nella sua città d’origine. Una nomina che, secondo alcune ricostruzioni, sarebbe stata funzionale a una strategia per favorire la cessione della STP a “Bus Italia”, con la regia politica di una persona che ricopre incarichi politici con il supporto di alcuni membri del CdA.
Il caso ha avuto un ulteriore sviluppo: dopo un primo licenziamento, lo stesso ingegnere è stato riassunto a distanza di pochi mesi, con un contestato risarcimento di circa 27.000 euro a carico della società pubblica. Una decisione che ha sollevato perplessità e accuse di danno erariale, anche per via dell’assunzione-lampo di un altro direttore, , rimasto in carica solo qualche settimana.
A fare da sfondo a queste manovre, una fitta rete di relazioni personali e familiari. E poi ancora presunti scambi di email riservate, pressioni politiche e decisioni influenzate da dinamiche interne al “sistema Trani-Bari”, come viene definito da chi denuncia.
Chi solleva il caso chiede ora chiarezza: “Come mai il vertice ha obbedito al sistema? Perché prima ha licenziato e poi lo ha riassunto con tanto di risarcimento pubblico? E chi ha davvero preso le decisioni all’interno della STP in quegli anni?”
Un appello viene lanciato anche il consigliere regionale Caracciolo, affinché prenda posizione su queste dinamiche e contribuisca a far emergere la verità: “Abbiamo denunciato tutto alla magistratura, non ci fermeremo qui”.
La vicenda, ancora in attesa di risvolti ufficiali, rischia di diventare un nuovo caso simbolo delle interferenze tra politica, affari e gestione delle partecipate pubbliche in Puglia