Crolla il castello degli appalti costruito alla Regione Puglia,interdetto Elio Sannicandro capo e braccio operativo


Il capo operativo di questo sistema “ben collaudato- ipotizzato dalla Procura- sarebbe Elio Sannicandro, direttore dell’
Asset (l’Agenzia regionale strategica per lo sviluppo) e commissario per il dissesto idrogeologico.

I fatti sarebbero che avrebbe incassato  una tangente da 60mila euro dall’imprenditore di Lucera(fg) Antonio Di Carlo titolare delle ditte Fratelli Di Carlo e Icg srl, per il quale è stata disposta la custodia in carcere, tramite il dipendente del Coni Sergio Schiavone agli arresti domiciliari, per favorire l’assegnazione di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico relativi ai bacini idrografici del torrente Picone e lama Lamasinata, del valore di 1,4 milioni. Coinvolto anche il funzionario regionale del dipartimento Opere pubbliche Leonardo Panettieri, per aver incassato 5mila euro direttamente da Di Carlo. Panettieri è componente della commissione di gara. Denaro e regalie sarebbero state consegnate a  Michele Tamborra, ,dirigente in pensione,che il 5 maggio 2020 avrebbe avuto da Di Carlo e dalla figlia Carmelisa (finita agli arresti domiciliari) 5mila euro in contanti.

La Guardia di Finanza ha disposto il sequestro di 60mila euro oltre  8.500 trovati a casa di Sannicandro nel corso di una perquisizione.L’ordinanza è stata firmata dal giudice Giuseppe Battista su richiesta dei pm Claudio Pinto e Savina Toscani, che parla di “un quadro inquietante di collusione e mercificazione seriali della funzione pubblica”. 

Quante persone sono coinvolte in questa operazione della Guardia di Finanza.

In totale sono 23 persone indagate e undici le misure cautelari disposte dal giudice Battista. La Procura aveva chiesto altre 12 tra cui quella di arresti domiciliari del funzionario regionale Roberto Polieri, coinvolto nell’inchiesta nella sua qualità di rup della gara per i lavori del porto turistico di Rodi Garganico, dichiarando la propria incompetenza per alcuni capi di imputazione in favore del Tribunale di Foggia.


Gli inquirenti dopo una attenta  e accurata verifica della documentazione e dalle intercettazioni sia ambientali che telefoniche hanno definito “collaudato meccanismo di manipolazione di procedure a evidenza pubblica”. Il direttore dell’Asset Elio Sannicandro, e commissario per il dissesto idrogeologico,nominato direttamente da Emiliano per entrambi le mansioni,uomo di fiducia del presidente. Ricordiamo che ricopriva anche la mansione di direttore generale de I giochi del Mediterraneo di Taranto. La Procura ha ipotizzato per Sannicandro, il reato  “per corruzione per atto contrario a doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti ed è stato destinatario di un’interdizione per un anno dai pubblici uffici”.

Accusato di aver ricevuto una stecca da 60mila euro dall’imprenditore di Lucera Antonio Di Carlo. Coivolto un funzionario regionale del dipartimento Opere pubbliche Leonardo Panettieri, componente della commissione di gara che ha assegnato l’appalto vinto dalla ditta Di Carlo.Oltre Michele Tamborra,oggi in pensione, che il 5 maggio 2020 avrebbe avuto da Di Carlo e dalla figlia Carmelisa 5mila euro in contanti.

La Procura di Foggia ha disposto:

L’interdizione dai pubblici uffici per un anno di Luigi Troso, responsabile del settore Lavori pubblici del Comune di Castelvecchio e rup dell’appalto ritenuto irregolare, che avrebbe intascato 3mila euro. Antonio Pacifico, responsabile dell’ufficio tecnico di Volturara Appula, e Michele Camanzo, componente della commissione della gara per la ristrutturazione di una scuola di Castelluccio dei Sauri, che da Di Carlo avrebbe ricevuto 36mila euro. Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi, invece, nei confronti degli imprenditori Bruno Maria Gregoretti e Antonio Ferrara, ritenuti complici dei Di Carlo.

Le persone indagate sono:

 Michele Campanella, Francesco Carrieri, Donato Coppolella, Paolo Coppolella, Vito Girardi, Michele Longo, Vincenzo Manzi, Matteo Palumbo, Valter Pellegrino, Amedeo Petronelli, Roberto Polieri, Rocco Rossi. 

Stando a quanto hanno accertato dalla Guardia di Finanza nel corso delle indagini, Di Carlo sarebbe stato protagonista di almeno cinque diversi episodi di corruzione, finalizzati a pilotare appalti. Le tangenti versate ai funzionari pubblici sarebbero state da lui annotate e ciò – a detta del gip – dimostrerebbe “la normalità della prassi delittuosa, tale da richiedere una contabilizzazione dei pagamenti illeciti”. Gliinquirenti ritengono che le mazzette pagate, dagli indagati venivano chiamate caramelle, ossigeno, sciangé e documenti.

Le gare truccate, stando a quanto contestano i pm Toscani e Pinto, sarebbero sette e riguarderebbero altrettanti Comuni dell’entroterra foggiano. Si parla di “spartizione degli appalti in maniera coordinata, con l’avallo dei funzionari pubblici”. Ma, nell’ambito degli accertamenti svolti all’epoca dalla guardia di finanza, sono state svolte alcune intercettazioni dalle quali sarebbe emersa la presunta responsabilità di Sannicandro in relazione ad altre ipotesi di reato in danno di altri imprenditori.La politica che ha sempre avuto un coordinamento non ne sa’ nulla?

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