Lavoro Nero in Agricoltura in Puglia: Una Realtà Ombra

L’agricoltura è uno dei pilastri dell’economia pugliese, contribuendo in modo significativo alla produzione di alimenti freschi e di qualità. Tuttavia, dietro i campi rigogliosi e i raccolti abbondanti, si nasconde un problema oscuro che affligge l’industria agricola: il lavoro nero.

Cos’è il Lavoro Nero in Agricoltura?

Il lavoro nero, noto anche come lavoro non dichiarato o sommerso, è un’occupazione che sfugge ai regolamenti fiscali e del lavoro. In agricoltura, questo fenomeno coinvolge spesso lavoratori stagionali, migranti o persone vulnerabili che vengono sfruttate senza contratti legali, protezione sociale o garanzie salariali. In Puglia, dove le colture agricole richiedono un grande afflusso di manodopera durante la stagione di raccolta, il lavoro nero è particolarmente diffuso. In particolare mei mesi estivi ove si raccolgono i pomodori. In quei mesi nella nostra città arrivano tanti migranti che giornalmente alle 6 di mattina si incontrano con il caporale, quasi sempre immigrato anche lui, e li porta ammassati in piccoli furgoni nelle campagne. Lì per ore, piegati sui campi raccolgono quintali di pomodori. Vengono pagati a cassone ,ma tra ciò che devono pagare al caporale ed altro per una giornata più che estenuante di lavoro, portano a casa meno di 10€, sempre che il proprietario del terreno quel giorno paghi.

Cause del Lavoro Nero in Agricoltura in Puglia

Diverse cause contribuiscono alla diffusione del lavoro nero in agricoltura in Puglia:

Domanda di Manodopera a Basso Costo: Gli agricoltori spesso cercano di ridurre i costi e massimizzare i profitti, assumendo lavoratori a basso costo e offrendo salari al di sotto dei livelli legali.
Migrazione e Vulnerabilità: I lavoratori migranti che giungono in Puglia alla ricerca di occupazione spesso si trovano in una posizione vulnerabile. La loro mancanza di familiarità con le leggi locali e la paura della denuncia rendono più difficile per loro cercare condizioni di lavoro migliori.
Scarso Controllo e Ispezioni: L’ispezione del lavoro nelle aree agricole può essere limitata, consentendo agli agricoltori di evitare il rilevamento e le sanzioni per il lavoro nero.
Conseguenze del Lavoro Nero in Agricoltura

Il lavoro nero in agricoltura ha una serie di conseguenze negative:

Sfruttamento: I lavoratori non dichiarati sono spesso sfruttati, costretti a lunghe ore di lavoro senza la giusta retribuzione e senza diritti lavorativi.
Evasione Fiscale: Gli agricoltori che praticano il lavoro nero sfuggono alle tasse e contributi previdenziali, creando un problema per il bilancio pubblico.
Concorrenza sleale: Chi opera all’interno della legalità trova difficile competere con chi taglia i costi tramite il lavoro nero.
Precarietà Sociale: I lavoratori che lavorano in nero spesso non hanno accesso a servizi sanitari, contributi previdenziali e altre protezioni sociali.
Misure per Combattere il Lavoro Nero in Agricoltura

Per affrontare il problema del lavoro nero in agricoltura in Puglia, è necessario adottare misure sia a livello legislativo che di sensibilizzazione:

Rafforzare le Ispezioni del Lavoro: Aumentare il numero di ispezioni nelle aree agricole per garantire il rispetto delle leggi sul lavoro.
Sensibilizzazione e Formazione: Fornire formazione e informazioni ai lavoratori migranti e agli agricoltori sulle leggi del lavoro e i loro diritti.
Incentivi per la Dichiarazione: Offrire incentivi fiscali o finanziari agli agricoltori che dichiarano correttamente i lavoratori.
Collaborazione Internazionale: Collaborare con i paesi d’origine dei lavoratori migranti per affrontare la vulnerabilità di questa popolazione.
Il lavoro nero in agricoltura è un problema complesso che richiede sforzi congiunti da parte del governo, degli agricoltori e delle organizzazioni sindacali per proteggere i diritti dei lavoratori e promuovere un’agricoltura sostenibile ed etica in Puglia. I migranti, i più sfruttati a volte sono irregolari, accettano qualsiasi cifra per poter vivere e non denunciano chi non paga il giusto o spesso non paga affatto. Non ci sono controlli sul territorio del capoluogo anche se si conoscono più che bene i periodi in cui si raccolgono pomodori, carciofi, ulive.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: