Foggia:L’Elefante e il topolino “Elezioni amministrative 2023”

In una società sempre più alla deriva, nella quale si registra una progressiva perdita di valori, soprattutto da parte delle nuove generazioni, occorre trovare il tempo per soffermarsi su temi importanti e aprire le nostre menti verso nuovi e più attenti spunti di riflessione. Per far ciò occorre, prima di tutto, cercare di comprendere qual è il corretto concetto di ciò che è bene e ciò che è male, in modo da capire se si è agito in maniera etica, morale e legale.

Noi siamo etici, vuol dire possedere capacità decisionali del proprio comportamento che non devono assolutamente ledere il bene essere e benessere del prossimo.

Per noi l’etica è insita in primis nel concetto di famiglia, di unione, come sancito nel Titolo II – Rapporti etico-sociali, della Carta Costituzionale. 

Noi sappiamo di avere un ruolo consapevole ed è per questo che vorremmo soffermarci su : “Etica e Legalità”, parole caratterizzate da profonde sfumature. Due parole strettamente collegate tra loro, ma pur sempre con un preciso significato. L’etica riguarda “il modo di pensare” e “i valori dell’individuo nei confronti della vita”, mentre la legalità “è costituita dall’insieme delle norme volte a regolare i comportamenti in una data comunità”. Pertantose vogliamo vivere nel bene essere, dovremo tutti essere educatiprima alla legalità, quale concetto del più alto valore di rispetto nei confronti non solo delle norme ma sopra tutto del buon vivere civile, poi del caso dovremmo interessarci di politica quella con la P maiuscola, per il bene unico della collettività e non per soddisfazioni personali.

Come ad esempio nell’antica Roma la cui potenza fu dovuta al fatto che erano eletti per gli incarichi politici solo chi aveva abbandonato, anche per limiti di età, il lavoro, sia pubblico che privato, onde fare il politico a tempo pieno, con un adeguato rimborso, evitando ogni illusione di ricchezza e di supremazia personale.

Questa soluzione darebbe un contributo mille volte superiore nei confronti di un sistema bacato, dove chi assume un incarico politico, poi pensa solo a far crescere il proprio potere, in capo non solo a lui ma sopra tutto  alla fascia politica o civile di appartenenza.

Ed è per questo che in un pomeriggio di un agosto inoltrato nel vivere ancora in una favola, quella dell’Elefante che riteneva che con la sua forza potesse primeggiare nella foresta autoproclamandosi Re, dovette cedere alla scaltrezza e alla velocità del topolino che conquistò in poche battute e con una velocità fulminea la leaderschip (il comando) di tutti gli animali della  foresta, e da quel momento la democrazia, quella vera fece della foresta la più bella città da vivere.

Ai giorni nostri la favoletta in una metafora propone la ricerca indefessa di una supremazia politica che non è rivolta al bene essere delle città, al suo tessuto sociale, ai servizi, alla crescita economica e alla vivibilità, ma al potere indiscusso di gestire ogni cosa.

Orbene, poiché Foggia deve dotarsi di un comandante, per meglio dire Sindaco, in queste ore  nascono come funghi nominativi a dismisura, senza alcuna certezza da parte dei partiti politici che preferiscono dribblare l’argomento come se si giocasse a pallone, cosa che invece, per quel codice etico su descritto vede scendere in campo coloro che hanno a cuore la città di  Foggia, ed è in questo contesto che il Movimento Io Sud aderisce al Patto Etico, schierandosi al fianco delle altre sigle che hanno dato vita a questo nuovo modo di fare politica, quello di vivere per la gente, per la città, per il contesto sociale e lavorativo. Un movimento che nell’emiciclo parlamentare guarda a destra ed intende promuovere il senso vero della politica, nella formazione e nel confronto aperto, costruttivo, non peggiorativo e schietto. Una volta, con una stretta di mano si statuiva un contratto, contratti così non se ne possono fare, ma il senso di costruire è quello di stringersi le mani. E nella riunione, del 23 u.s. in Foggia, alla presenza di tutti è stata scelta, con l’assenso dello stesso, la figura di un uomo, come dicevano i romani, lontano da qualsiasi impegno per offrire alla città la propria presenza ogni giorno,  una persona capace di un mandato politico, già vissuto negli anni, il cui motto è stato sempre: Honeste vivere, alterum non laedere suum cuique tributere ( vivere onestamente, non danneggiare nessuno, dare a ciascuno il suo). Noi crediamo in lui ed è per questo che abbandonando ogni logica di potere porteremo come un vessillo ilsuo nome perchè possa rappresentare degnamente non solo una città ma sopra tutto i suoi cittadini.

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