Pnrr Piano nazionale dell’ipocrisia

Il Pnrr passerà alla storia come il piano nazionale dell’ipocrisia.
I ritardi del Piano sono in realtà i ritardi del Paese.
Andiamo con ordine.
Prima cosa, abbiamo ottenuto più soldi rispetto agli altri Paesi perché eravamo messi peggio, non per la bravura di Conte, come racconta Conte.
Peggio non solo sul piano economico, ma soprattutto, su quello politico.
Quando fu varato il Piano l’Italia era campione del mondo del Populismo, governava Conte, per conto di Grillo e sotto Di Maio. La somma Grillo Salvini era maggioranza nel Paese. Un Paese che guardava a Putin e a Xi, che odiava l’Europa e si innamorava di Trump, ospitando qui i suoi sgherri, che affittavano castelli per farci scuole di populismo e sovranismo.
Ce ne siamo dimenticati?
Era l’altro ieri.
L’Italia era la mina che poteva far saltare in aria l’Europa.
Fosse esplosa, probabilmente, l’invasione dell’Ucraina sarebbe stata una passeggiata.
Di questo parliamo.

Bene, l’Europa vara un Piano, soldi, molti, con regole, moltissime.
Il senso è questo: disinneschiamo la mina.
Vi diamo i soldi ma voi vi legate all’Europa.
Con regole di disintossicazione dai veleni putinisti, trumpisti e cinesi.

Visto il mondo adesso, diciamo che l’Europa ci ha salvato la vita.

Ma adesso c’è un Piano da gestire.
E lo deve fare la Meloni. Mai molto entusiasta del Piano stesso, diciamo.
E che era parte della malattia che il Piano doveva curare, diciamo anche questo.
Ma lei è consapevole del suo appuntamento con la storia. E non vuole mancarlo. Quindi è impegnata a fare quello che bisogna fare.

Allora, seconda cosa, attribuirle i ritardi, dopo 5 mesi di Governo è una idiozia.
Al suo posto poteva esserci anche Helmut Kohl o Margaret Thacther, non sarebbe cambiato nulla. Bisogna essere onesti.

Il Piano è il motore di una Ferrari da montare dentro una vecchia Fiat Croma, sotto sequestro della Procura.
Operazione difficilissima. Impossibile.

Infatti l’Europa ci aveva chiesto di fare, insieme a molte altre, la riforma della giustizia, solo per fare un esempio, perché con questa giustizia, unita alle regole degli appalti, sotto l’Anac, sotto i Consigli di Stato, sotto i TAR, sotto le sovrintendenze, sotto i Talk televisivi, con i dirigenti della PA che non firmano, con i sindaci sotto schiaffo dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenza, il motore della Ferrari non può entrare nella vecchia Croma.
Ma noi abbiamo fatto una riformetta della giustizia.
E quando Meloni ha messo lì Nordio, per fare meglio, l’uomo è diventato, velocemente, il bersaglio numero uno dei sequestratori della Croma.
E mi fa ridere Salvini, con il suo Codice Salvini, capisco il senso della velocità, condivido pure lo spirito, ma così non funziona. La trattativa diretta sino a 5 milioni, significa che nei prossimi anni costruiremo solo carceri.
Perché trattativa diretta e abuso d’ufficio e traffico di influenza non stanno insieme.
Per niente.

E non c’è niente da fare.
Non c’è niente da fare.
Siamo un Paese così.
Continuamente in testa coda.
Fitto ha detto la verità. In un Paese in cui nulla è scientifico, è scientifico che il motore della Ferrari non sta nella Croma.
Non nei tempi definiti.

Per fortuna Gentiloni e l’Europa sono in grado di capirlo. E ci daranno il tempo per mettere un motore Ferrari più piccolo, in una Croma aggiustata alla meno peggio.

Auguri.Sergio Pizzolante

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