Camilla chi non ha avuto rispetto per la tua persona, per la tua professione ti ha portato via dai tuoi affetti più cari. Perdona lui ma ancor di più noi cittadini che non siamo riusciti a difenderti

Mercoledì sera, in pieno centro cittadino , ha perso la vita a solo 25 anni per colpa di chi non ha avuto alcuna civiltà e buon senso di un corretto cittadino nel percorrere le strade della città, la solare Camilla. Non era ancora mezzanotte quando, Camilla nell’uscire da via Urbano per immettersi su corso Matteotti, si ê trovata una macchina ad alta velocità trovando la morte. Una ragazza di solo 25 anni, con una vita che poteva prevedere solo il meglio per lei, da poco laureata, con una vita sentimentale in piena crescita con un collega, ê stata stroncata da un uomo che senza alcun valore percorreva ad altissima velocità, gli inquirenti stanno indagando se la corsia fosse la giusta e la velocità era consona alle strade urbane sopratutto una strada centralissima cittadina. Come nel giusto ha affermato una nostra grande professoressa di giurisprudenza “ questa è una città priva di rispetto verso gli altri, verso le regole, verso ciò che è comune e condiviso”. Già,dove è il rispetto per l’altrui vita? La professoressa Curtotti continua nel suo post su FB chiedendosi di cosa poter consigliare ai suoi alunni “ se questa città non decide di rifondare il suo senso civico , attraverso la classe dirigente ed intellettuale, temo che il mio consiglio ai giovani sarà quello di andare via”. Ciò che purtroppo in tanti genitori, oggi più di sempre, si stanno chiedendo. Come crescere dei figli in una città dove ogni sera bisogna pregare che il proprio figlio rientri a casa, non per lui, che si è fatto di tutto per crescerlo , onesto e corretto, ma per chi come il ragazzone di ieri non ha alcun senso civico e rispetto per gli altrui cittadini. Camilla credeva tanto in questa città, proprio a Foggia aveva voluto svolgere i suoi studi, a Foggia stava facendo la pratica forense e di certo con il suo carissimo ragazzo a Foggia avrebbe voluto creare la sua famiglia. Come termina la professoressa , oggi non possiamo piangere la morte di Camilla, non possiamo cercare capi espiatori. Oggi siamo tutti responsabile, nell’ aver voltato come sempre lo sguardo altrove, della grande tragedia.

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