LA GAZZETTA ANCORA BLOCCATA,IL RICORSO DEI “FRATELLINI” E IL NUOVO GIORNALE


L’editore che si era candidato a salvare La Gazzetta del Mezzogiorno, prima ha staccato la spina il 31 luglio alla testata scrivendo una (triste) pagina nei 134 anni di vita del giornale, ora fa di tutto per sotterrarla nel nome della legge, sia pure nell’esercizio di un legittimo diritto. E noi sin dal primo momento abbiamo deciso di andare a fondo a questa vicenda, scoprendo una serie di fatti e atti, acquisiti anche grazie alla lealtà dimostrata nei confronti di colleghi che per il secondo mese sono senza retribuzione.
E’ di questi giorni la notizia del deposito del reclamo da parte della società facente capo a due “fratellini” imprenditori baresi contro il decreto del giudice delegato del tribunale di Bari che aveva omologato il concordato fallimentare proposto da una impresa (“quella dei pullman e dei rifiuti”) ritenendolo più vantaggioso di quello del vecchio gestore della Zona industriale. Il motivo è semplice: secondo il comitato dei creditori e il giudice, la proposta del “concorrente” di fatto porta più denaro nella casse della fallita Edisud, quella di cui fanno parte giornalisti (e poligrafici), creditori che possono intravedere una opportunità di recuperare qualcosa da stipendi arretrati e mancate retribuzioni.
I termini scadevano oggi, la società dei “fratellini” ha depositato il ricorso last minute, non per allungare i tempi ci mancherebbe. Ci chiediamo: se questa società – parliamo del vecchio gestore, quello che inneggiava alla Gazzetta come un bene da tutelare nell’interesse delle collettività di Puglia e Basilicata – vuole avviare addirittura una nuova e autonoma iniziativa editoriale, a questo punto “concorrente” alla stessa Gazzetta (quella cancellata dalla edicole dal 2 agosto), tentando persino scouting tra giornalisti e poligrafici della Gazzetta, perché vuole infierire sul malato grave? Accettasse l’esito del confronto e si mettesse sul mercato con denaro, idee e investimenti. Di certo non avventurandosi come fatto in passato tra Bari calcio, strutture private o anche qualche emittente salvo poi vaporizzare ogni intento messi di fronte alla concretezza di dover spendere.
Indubbiamente, più la Gazzetta sta lontana dal mercato più altri se ne possono (o potranno) avvantaggiare. Dunque, il reclamo/ricorso è indubbiamente un diritto, ma a questo punto sembrerebbe un pretesto. In tutto questo il Tribunale è il vero arbitro, di una partita senza squadre in campo. Ma i giudici devono salvare la classifica anche perché il rischio è che tutto questo rispecchi un vecchio detto “muore Sansone e tutti i Filistei”. Ma questo non c’entra nulla, tutto rientra in una logica imprenditoriale… che magari strizza l’occhio alla politica.

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