CREDERE, OBBEDIRE, VOTARE: IL NUOVO VOLTO DELLA SANITÀ PUGLIESE NELL’ERA COVID DEL SISTEMA TRANI

Ci siamo occupati nelle precedenti puntate dell’intreccio di rapporti tra politica, magistratura, avvocatura, imprenditoria che si è avviluppato attorno alla pianta marcia del sistema Trani, ideato da Capristo e sviluppato anche a Taranto con il caso Ilva.
La Commissione europea scrive nelle sue relazioni sullo stato della giustizia in Italia che la magistratura sia ai minimi storici nella considerazione dei cittadini. Il Fatto quotidiano nell’edizione cartacea dell’11 agosto riporta in bella evidenza le storie recenti di magistrati che hanno demolito l’immagine del CSM, l’organo di autogoverno dei magistrati, contribuendo a questa pessima opinione che gli italiani hanno della giurisdizione. Tra essi spicca Capristo, con l’inchiesta di Potenza a suo carico, che è ancora in corso e si è arricchita di nuovi filoni, compreso quello sanitario delle due Regioni limitrofe e contigue. Proprio da qui vogliamo partire, da magistrati che indagano su altri magistrati, su avvocati, su politici di fama e di fame nazionale, su imprenditori unti dai signori della guerra elettorale regionale. Quindi la situazione non è irreversibile, il sistema può recuperare credibilità, c’è il virus ma ci sono anche gli anticorpi che lottano per espellere le cellule cancerogene e putrefatte dalla corruzione e dal malaffare. Noi crediamo nel vaccino della legalità. E ci meravigliamo ancora se altri sono assuefatti al contrario, al cancro del potere politico deviato, alle prebende, alle mazzette. A Foggia il Comune è commissariato per sospetta infliltrazione e incestazione della criminalità organizzata. Dopo quattro mesi di commissariamento avremo altri diciotto mesi senza un’amministrazione scelta liberamente dai cittadini, con libere elezioni. È colpa della magistratura inquirente e della prefettura? Assolutamente no, se questo è il modo, nel rispetto delle regole e del principio di innocenza fino a sentenza definitiva, per tornare alla normalità sociale e civile della nostra comunità. E sosterremo sempre la magistratura inquirente in questo sforzo. Saranno i tribunali a dire l’ultima parola. Ma vorremmo anche che questi sforzi fossero costanti e diffusi su tutto il territorio nazionale e regionale. Non è stato sempre così anzi raramente è stato così. Ora devono essere la normalità. Non ci è piaciuta, per essere chiari la mancanza di trasparenza nella vendita di una grande struttura sanitaria che era un punto di riferimento in due città pugliesi e una Lucana ,e il ruolo che avuto la politica nazionale e quella regionale nel determinarne le contorte modalità. Noi crediamo ai fatti, non obbediamo a padroni e votiamo secondo coscienza. Non ci piacciono i favori elettorali e le delibere amministrative non pubblicate su bollettini ufficiali, che riportano pareri favorevoli di commissioni consiliari che sembrano non averli mai adottati, in piena campagna elettorale e per favorire un solo soggetto già piccolo imprenditore della sanità privata locale, diventato improvvisamente Re Mida della sanità regionale di Puglia e Basilicata. Non ci piacciono le induzioni al voto nei confronti di soggetti deboli, con la promessa di rinnovi contrattuali che sono nella fantasia perversa di chi li evoca, perché i rapporti di lavoro erano già stabili prima delle elezioni e non dipendono dal politico di turno ma della serietà dell’imprenditore. Non ci piacciono i milioni stornati, in pieno agosto, dai bilanci pubblici per alimentare sempre gli stessi soggetti privati già beneficiari di rendite di ritorno elettorale, senza prestazioni sanitarie per giustificarlo.
E siamo sicuri che l’autorità inquirente approfondirà adeguatamente e con la consueta indipendenza e competenza. Ma di questo ci occuperemo nelle prossime puntate

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