PETROLMAFIE PRENDE LA PUGLIA ,BARI E TORREMAGGIORE,LE MAFIE SI ORGANIZZANO

Una mega inchiesta sulle mafie e traffico di prodotti petroliferi e carburante sia benzina che gasolio. Sono oltre 684 gli indagati  che hanno coinvolto  diversi comandi della Guardia di Finanza della penisola , Napoli, Roma, Catanzaro e Reggio Calabria e Foggia, insieme al reparto operativo dello Scico (servizio centrale per la criminalità organizzata) e ai carabinieri del Ros (raggruppamento operativo speciale), coordinati dalle rispettive Direzioni distrettuali antimafia e dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo. L’Espresso ha pubblicato  tutti i nomi a degli indagati  finiti nel registro degli indagati, oltre ai 70 arresti dei giorni scorsi e del sequestro di beni complessivo per più di un miliardo di euro. Tra i nomi coinvolti ci sono rappresentanti di spicco di clan di mafia, ‘ndrangheta e camorra, da Luigi Mancuso ai Moccia per la camorra, a nomi legati ai clan Santapaola e Cappello in Sicilia. Ma ci sono anche volti legati ai potenti clan calabresi dei Piromalli, dei Pelle e dei Piscopani. 

Nel lunghissimo elenco degli indagati ci sono diversi operatori del settore sia di piccole dimensioni che di grandi,anche broker molto noti nel settore, come Sergio Leonardo, Francesco Mazzani,Giuseppe Di Lorenzo, Francesco Porretta, e imprenditori come Anna Bettozzi, vedova del petroliere Sergio Di Cesare, Antonino Grippaldi, ex presidente di Confindustria Enna e vicepresidente della Kore di Enna, Orazio Romeo, ex patron della Sp energia siciliana e Vincenzo Ruggiero, noto imprenditore del settore carburanti in Calabria. Coinvolte molte aziende che operano nel settore sia note che non. La  Max Petroli e la Italpetroli, e piccole società Ripoli srl che gestivano singoli depositi. Gli inquirenti hanno dichiarato che “Questa indagine dimostra la grande sinergia tra le principali mafie italiane e piccoli gruppi emergenti. Quattro procure si sono trovate a indagare sullo stesso oggetto,quello dei petroli e da un’intercettazione ambientale si dice che il settore “ci sta fruttando più della droga”. 

Dove ci sono i soldi e gli affari le mafie intervengono. Il coordinamento dei Procuratori aggiunti Gaetano Paci e Giuseppe Lombardo  sono riusciti a ricostruire i piani criminali sui quali operava l’organizzazione che faceva capo a imprenditori calabresi unitamente a soggetti campani. Avevano creato un articolato sistema di cartiere, gestivano sia le false fatturazioni, le operazioni in frode d’Iva e sia la fase del riciclaggio e dell’autoriciclaggiocurando nel dettaglio il recupero delle somme sottratte allo Stato.Grazie a questi imprenditori di riferimento delle cosche operavano in Calabria, Campania e Sicilia,Puglia ll38enne Sabino Rubino è finito nel lunghissimo registro degli indagati.

Sono state sequestrate circa 100 società interessate alla frode fiscale e molte delle quali cartiere. Sono stati sequestrati una serie di beni di lusso, anche all’estero, che venivano utilizzati dai soggetti dell’organizzazione. Tra i 684 indagati ci sono proprio i titolari dei conti correnti e i cosiddetti «spalloni che, in cambio di poche centinaia di euro, si rendevano disponibili ad effettuare il prelevamento delle somme in contanti

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