L’Europa vuole essere parte integrante nel commercio nei prossimi anni.

Più autonomia, meno indulgenza piu’coraggio, il documento strategico della Commissione Ue mostra un’Unione autocritica ma anche sicura di sé.

Quando la Commissione Europea ha presentato una nuova strategia commerciale negli anni precedenti, quasi nessuno se ne è accorto tranne gli esperti. In una situazione del genere, elaborare una nuova strategia di trading per il periodo fino al 2030 è come un atto sul filo del rasoio. Per padroneggiare l’esercizio di equilibrio, la commissione si affida a un mix di toni collaudati e completamente nuovi. Questi sono ancora indispensabili per la prosperità economica dell’Europa e devono essere rafforzati attraverso regole internazionali affidabili e una maggiore cooperazione, in particolare con il nuovo governo degli Stati Uniti, con l’Africa e con i vicini diretti dell’UE. 

In secondo luogo, tuttavia – e questo ha un tono nuovo – Bruxelles vuole proteggere meglio i cittadini europei da pratiche commerciali aggressive e «altri atti ostili» da parte di altri Stati, se necessario da soli. L’obiettivo di tutte le misure è una politica commerciale, «che è aperto, sostenibile e sicuro di sé», ha affermato il vicepresidente dell’Autorità di Bruxelles, ValdisDombrovskis, presentando il documento strategico. Se i partner commerciali non obbediscono alle regole, l’Europa apparirà «più dura e determinata» in futuro. «Affileremo gli strumenti a nostra disposizione per difendere i nostri diritti e valori e per proteggerci dalle pratiche commerciali sleali», ha affermato Dombrovskis. 

È concepibile, ad esempio, che l’UE escluda le società di un paese dagli appalti pubblici se quel paese stesso svantaggia le società europee. Parte della nuova strategia dell’UE, da un lato più sicura di sé, ma allo stesso tempo basata sui valori, è anche l’impegno per i propri fallimenti. Nel documento, la Commissione ammette che, sebbene la globalizzazione, il progresso tecnico e lo sviluppo delle catene di approvvigionamento globali abbiano portato crescita e prosperità a molti paesi e persone, molti altri hanno anche portato delusione, diminuzione dei salari, declino economico e maggiore disuguaglianza. 

L’Europa deve prima imparare ad affrontare l’aggressiva politica commerciale estera della Cina

La ragione principale è l’ascesa della Cina, un paese capitalista di stato, la cui politica commerciale estera aggressiva l’Europa deve prima imparare ad affrontare. Dombrovskis ha quindi attenuato le aspettative che l’UE possa presto avviare negoziati su un accordo di libero scambio con la Repubblica popolare.

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