Gestione Covid di Emiliano e Lopalco, gran casino o responsabili nella gestione della pandemia ?

Dopo l’ordinanza di Emiliano n.448 dove faceva ritornare alcune zone in arancione, la  Procura di Bari ha aperto un’indagine sulla gestione della 2° ondata in Puglia.

Tutti sono stati molto attenti a vedere le varie ordinanze come avvenivano. Le procure Pugliesi avveduti da un possibile pericolo ,vedasi le Procure di Bergamo e di Milano , non si erano interessate alle condizioni della gestione sanitaria delle Regioni del Sud. I servizi giornalisti di Report lunedi 7 dicembre 2020, hanno sviluppato interesse.

Ricordiamo che nella situazione più in’ particolare, ci furono, incurie sanitarie in determinate zone in  Puglia durante la prima ondata, come quella di San Marco in Lamis (per superficialità) o dell’ospedale di Castellaneta, contagiati e poi morti diversi pazienti, il governatore si era affrettato a indicare immediatamente la responsabilità di un operatore medico di turno chiedendone il sollevamento dall’incarico immediato .

Nella seconda ondata sembra sia partita da un’interrogazione parlamentare effettuata dall’Onorevole M.Gemmato di Fratelli D’Italia  “nella quale fu comunicato che un folto numero di operatori (circa 133 testatori) del bando della Protezione civile effettuata dalla Regione Puglia ”mai visti” il Consiglio dei Ministri mise  in mora la Regione in data 6 novembre 2020 perché non aveva  ingaggiato nessuno dei tracciatori  richiesti.

In quel periodo  specifico sarebbero stati fondamentali. In quel frattempo l’eletto consigliere regionale Lo palco subito dopo nominato assessore alla sanità, proponeva in maniera incisiva di chiudere le scuole, perché? Si rese conto immediatamente che non c’era stato nessun tracciamento per mancanza di operatoti sanitari” Né è mai partito in Puglia quello con i tamponi antigenici messi a disposizione dal commissario Arcuri (30 milioni di euro per 150 mila test al giorno) ,visto il via libera all’accordo integrativo regionale con i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta nello stesso tempo da effettuare presso gli studi dei medici di famiglia entro il 31 dicembre. Protocollo regionale annunciato, ma mai partito, e antigenici mai recapitati agli studi medici. 

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