Scuole di Capitanata: riprese oggi le lezioni come nel resto della Regione. I problemi della “ripartenza”

Oggi, lunedì 9 novembre, giornata di ritorno a scuola per gli studenti pugliesi che sono stati “sballottati” tra la determinazione del Governo di lasciare gli istituti aperti, il provvedimento del presidente della Regione Emiliano che bloccava la didattica in presenza per contenere il pericolo dei contagi da Covid 19 e il TAR Puglia che ha sospeso la sua ordinanza accogliendo il ricorso del Codacons di Lecce. A fronte di questa confusione politico-amministrativa, ci sono stati i ritardi di adeguamento alle esigenze che la situazione avrebbe inevitabilmente posto: sanificazioni dei locali, adeguamento delle reti wi-fi degli istituti per la eventualità di un ritorno alle lezioni a distanza (provocate dalle ordinanze locali o da un inasprimento dei Decreti presidenziali). Alcuni dirigenti scolastici si sono fatti “prendere alla sprovvista” e non hanno fatto a tempo a dotarsi di collegamenti più efficienti. Pur adeguandosi alle norme vigenti, hanno fatto presente alle famiglie i disagi che avrebbe comportato la decisione di non mandare tutti o una parte dei loro figli a scuola. I genitori avrebbero potuto scegliere se tenerli a casa a seguire la didattica a distanza, male lezioni dei docenti nelle classi sarebbero state problematiche, sia per le difficoltà di “capienza” dei router degli istituti che per le complicazioni di un professore che deve gestire una parte di alunni in collegamento virtuale e un’altra in presenza. Per non parlare dei paesi dove la difficoltà è proprio il servizio offerto dai webserver che non mettono neppure a disposizione la “banda larga”. Alcuni sindaci hanno pensato di “dare una mano”: è accaduto per quello di San Severo, Miglio, che ha disposto un prolungamento della chiusura per tre giorni, per dare il modo agli istituti che non avevano operato le sanificazioni di adeguarsi. Altri primi cittadini hanno fatto presente la mancanza di coordinamento con le dirigenze e hanno lasciato che queste ultime si regolassero in modo autonomo. Il sindaco Miglio ha chiesto al Prefetto di convocare un incontro con i sindaci del territorio per stabilire un coordinamento omogeneo sui provvedimenti dei primi cittadini. Emiliano continua a “dire e non dire”, rifugiandosi dietro i pareri di questo o quello: prima era Lopalco, ora sono i pediatri che, a loro volta, si rifanno ai dati rilevati dalla ASL di Bari sulla diffusione del virus nelle scuole della regione. E quindi Emiliano insiste: ha riaperto le scuole ma consiglia ai genitori di non mandare i ragazzi a scuola, perché così suggeriscono i pediatri. Chi sta nel mezzo di questi fuochi restano gli studenti, che subiscono tutti i disagi di questo altalenare dei metodi didattici, e i genitori, sui quali ricade anche il peso morale di una scelta che non ha parametri affidabili cui fare capo e che potrebbe esporre i figli al contagio con le conseguenze prevedibili. La situazione non è facile per nessuno, ovviamente, e non esiste una soluzione che magicamente metta tutti d’accordo e risolva tutti i problemi del caso. Ma il coordinamento e i provvedimenti concordi da parte di tutti gli attori istituzionali sono diventati imperativi improrogabile: qualche critica nascerà, come è inevitabile nella società dei tuttologi da social, ma almeno si potranno prendere decisioni sulla base di criteri certi, invariabili e noti a tutti.

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