Allineati e coperti, tanto rumore per nulla a Palazzo di Città

Nessuna “rivoluzione” a Palazzo di Città. Nessuna nuova composizione della Giunta comunale. Nessun cambiamento in grado di rappresentare l’inizio di un diverso corso politico. Tanto rumore per nulla. Almeno a giudicare le fondate indiscrezioni che filtrano sulla chiusura della verifica aperta dopo le elezioni regionali nel centrodestra. Sarebbero infatti soltanto due i cambi nell’esecutivo guidato da Franco Landella. Tutto il resto rimarrebbe completamente invariato. Forza Italia ottiene l’assessorato alla Sicurezza e alla Legalità, con il benservito del sindaco a Cinzia Carella (al momento dell’insediamento del Landella bis indicata dal gruppo dei transfughi della Lega guidati da Massimiliano Di Fonso), e Fratelli d’Italia aggiunge alla delega all’Ambiente di Matteo De Martino quella al Bilancio, rimasta vacante dopo le dimissioni di Antonio Bove alla vigilia delle elezioni regionali. La pesante delega ai Lavori Pubblici, su cui si erano indirizzate inizialmente le richieste del partito di Giorgia Meloni, resta nelle mani del primo cittadino, con la semplice delega di studio – di conseguenza senza potere di firma e senza compiti gestionali ed operativi – al consigliere Francesco Morese. Annunciata in pompa magna come il momento della resa dei conti e del ridimensionamento del potere del sindaco, la verifica sembra avviarsi alla conclusione in modo così minimale da passare quasi inosservata. Non muterebbe l’egemonia di Landella sull’esecutivo e anche le caselle che si muovono appaiono di scarsa rilevanza rispetto al quadro complessivo. Il timore che quello di Palazzo di Città diventasse un monocolore leghista sarebbe stato dunque confermato. Resterebbero infatti ai loro posti gli assessori alla Cultura Anna Paola Giuliani, all’Annona Sonia Ruscillo, al Legale e Contenzioso Sergio Cangelli e alla Pubblica Istruzione Claudia Lioia. Alcuni di loro – Cangelli e Giuliani – rappresentano formalmente le due liste civiche allestite dal sindaco alle scorse comunali. Ruscillo e Lioia – entrambe in quota Forza Italia prima del passaggio del sindaco alla Lega con il cambio di casacca operato in piena campagna elettorale – non è invece chiaro quali forze politiche rappresenterebbero attualmente. Tutti questi nomi, tuttavia, alle ultime regionali hanno operato una chiara e netta scelta di campo, sostenendo la lista della Lega – alcuni dei quali addirittura aprendo in città comitati elettorali del Carroccio – ed il candidato per il quale lo stesso Landella ha chiesto il voto dei foggiani: il neoconsigliere Joseph Splendido. Se ad essi si aggiungono gli assessori di tessera leghista Paolo La Torre e Raffaella Vacca (rispettivamente con deleghe all’Urbanistica e alle Politiche Sociali) è evidente come la Giunta comunale sia monopolizzata, direttamente o indirettamente, dalla Lega. Insomma, il tanto sbandierato “riequilibrio” dei rapporti di forza nella coalizione è rimasto null’altro che un auspicio. Nell’attesa dell’ufficializzazione della nuova squadra assessorile, però, ribolle la pentola a pressione del Consiglio comunale. Dopo l’abbandono del gruppo della Lega da parte di Pasquale Rignanese si ingrossano le file degli indipendenti. Massimiliano Di Fonso, Alfonso Fiore, Danilo Maffei e Amato Negro (questi ultimi con il loro gruppo “Impegno per Foggia”) pur confermando lealtà al sindaco rischiano di trasformarsi rapidamente in schegge impazzite. Così come resta un’incognita l’atteggiamento tenuto dal consiglieri leghisti Salvatore De Martino e Concetta Soragnese, che alle regionali sono stati al fianco di Luigi Miranda, avversario interno del candidato supportato dal sindaco e attualmente sprovvisti di una rappresentanza di governo. Soprattutto perché, fatta eccezione per le nomine indicate recentemente dal sindaco in Amiu Puglia SpA, lo schema del sottogoverno e degli incarichi nelle società partecipate è rimasto invariato. Ed anche in questo caso – tranne che per Ataf SpA, dove la presidenza è espressa da Fratelli d’Italia con il coordinatore provinciale Giandonato La Salandra – la quasi totalità dei vertici (dal presidente di Amgas Pierluca Fontana a quello di Am Service Alfonso Buono) e dei componenti dei CdA era saldamente schierato con il partito di Salvini alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale. La sensazione è quindi che la fase che sarebbe in procinto di chiudersi non sia che il primo tempo di un negoziato più complesso. E che per non trasformare l’assemblea consiliare in un costante pericolo per la tenuta della maggioranza il sindaco dovrà tornare presto a mettere nuovamente mano agli assetti della sua amministrazione. Perché governare con i numeri in Aula perennemente sul filo di lana è una strada troppo impervia per chi ha ancora tre anni di mandato davanti a sé. Ovviamente in questo frastuono di schemi, deleghe e incarichi, poco o nulla si conosce circa le caratteristiche del “rilancio” programmatico, delle idee e delle azioni da mettere in campo per dare risposte più efficaci ai bisogni della città: dalla manutenzione del tessuto urbano al trasporto pubblico, dalle strategie nelle politiche sociali al miglioramento del servizio di raccolta dei rifiuti.  Con il sospetto che la vera priorità in circa due mesi di discussione, in fondo, fosse esclusivamente il risiko dei posizionamenti politici individuali e di gruppo. Per il presente ed il futuro elettorale. 

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