Parco Nazionale del Gargano, Furore aveva ragione. Il ministro Costa bacchetta Pazienza sulle procedure di licenziamento di Maria Villani. L’europarlamentare foggiano: “Defenestrata con motivazioni assurde, spero si difenda in un tribunale”

Furore e il Movimento 5 Stelle evidentemente non si sbagliavano quando – sulla questione del Parco Nazionale del Gargano, che ha visto Maria Villani essere destituita dalla carica di direttrice dell’Ente naturalistico, dopo solo 3 mesi di prova, per volontà del presidente, il professor Pasquale Pazienza – chiedevano, tra le altre cose, la verifica della corretta applicazione delle procedure. Stando alle prime notizie sull’esito dell’ispezione inviata negli scorsi giorni dal ministero dell’Ambiente, pare che lo stesso ministro Costa abbia redarguito Pazienza sulla corretta procedura con cui si sarebbe dovuto effettuare l’atto. Tanto che la presidenza del Parco sarebbe stata costretta a correre ai ripari con determine postume in linea con il corretto orientamento regolamentare. E’ proprio quanto sostenuto da Mario Furore nell’intervista rilasciata a YouFoggia qualche giorno fa, che riportiamo integralmente, e nella quale l’europarlamentare del M5S, oltre a tratteggiare “un quadro politico inquietante all’interno del Parco Nazionale del Gargano”, gettava ombre e chiedeva chiarezza anche sull’aspetto procedurale con cui è stato portato avanti il licenziamento della Villani. Ecco le parole di Furore a proposito della questione.
“Le indagini sono in corso, all’attualità non posso dire come siano andate queste ispezioni ma ciò che conta è che sappiamo di sicuro che ci sono state delle anomalie rispetto al processo di rimozione e noi vogliamo che il ministro indaghi su quelle. Qualora la procedura sia viziata, ci troviamo di fronte a una chiara operazione politica e non tecnica, perché Maria Villani è espressione indipendente del ministro e fuori dai giri della politica locale”. Si esprime così l’europarlamentare ai microfoni di YouFoggia, parlando dell’operazione verità che sarebbe stata compiuta sulla questione Parco del Gargano e, in particolar modo, su ciò che è stato compiuto ai danni della giovane donna nominata dal ministro Costa alla direzione del Parco soltanto lo scorso giugno.
Dopo neanche tre mesi rispetto ai sei mesi di prova, la Villani è stata destituita lo scorso settembre dal suo incarico, a dire di Furore “con motivazioni assurde”. “Siamo certi che la stessa si difenderà nel modo migliore in un tribunale, avendo subito gravi e pesanti accuse. Noi come gruppo parlamentare del territorio, – specifica il pentastellato – grazie al senatore Pellegrini, siamo stati molto celeri a denunciare l’accaduto, così come il ministro nell’accettare la nostra interrogazione e inviare in tempi brevi le ispezioni”.
La Villani potrebbe aver dato fastidio a quello che Furore definisce un “carrozzone che è sempre stato il Parco, dove non è un mistero che l’ex dirigente Carmela Strizzi sia legata a doppio filo all’assessore regionale al Bilancio Raffaele Piemontese e che consulenze e appalti fanno riferimento ai cerchi magici che ruotano intorno al Partito democratico. D’altronde – continua Furore – anche il professor Pazienza, attuale presidente dell’Ente, è espressione di una becera Lega di Capitanata al cui capo attualmente ci sono Ursitti e Casanova”. Quello dipinto è un quadro inquietante, insomma, secondo l’europarlamentare pentastellato foggiano, in cui “questa giovane donna che avrebbe dovuto soltanto svolgere un lavoro a servizio delle istituzioni, non poteva muoversi e che quindi è stata defenestrata per questo”. Non si tratterebbe di una guerra tra partiti, specifica Furore, “perché la politica non dovrebbe neanche entrare nelle dinamiche delle pubbliche amministrazione ma deve però necessariamente esercitare una funzione di controllo. Ad oggi le indagini sono in corso, c’è piena fiducia nel ministro perché se, come pare, le influenze politiche potrebbero aver viziato delle procedure volte invece all’efficientamento dell’ente Parco, è giusto entrare a gamba tesa e indagare affinché sia affermata la legalità”, conclude il pentastellato.

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