Basilicata-Cerignola: Riciclaggio e assalti ai portavalori l’imprenditore Antonio Liseno risponde al gip nel primo interrogatorio di garanzia

Riciclaggio e assalti ai portavalori Antonio Liseno risponde al gip nel primo interrogatorio di garanzia insieme al suo avvocato.

POTENZA – 5 luglio 2025 – Si è svolto nella mattina di ieri ,presso il Tribunale di Potenza, il primo interrogatorio di garanzia per Antonio Liseno, l’imprenditore di Lavello (Potenza) finito al centro di una vasta inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo lucano. Liseno, arrestato due giorni fa, è accusato di essere coinvolto in un articolato sistema di riciclaggio di denaro proveniente dalla criminalità organizzata cerignolana, in particolare da assalti a furgoni portavalori.

Nel corso dell’udienza, tenutasi dinanzi al giudice per le indagini preliminari alla dott.ssa Ida Iura, Liseno ha scelto di rispondere alle domande, mantenendo una linea difensiva coerente. Una scelta, la sua, che si distingue rispetto a quella di altri indagati, molti dei quali hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Secondo quanto trapelato, l’altro a sottoporsi all’interrogatorio senza sottrarsi alle domande è stato Franco Mauro Via, attualmente ai domiciliari.

Liseno è noto per essere il proprietario del lussuoso San Barbato Resort Spa & Golf di Lavello, struttura finita sotto sequestro nei giorni scorsi nell’ambito dell’operazione congiunta di Guardia di Finanza e Polizia. Il resort resta comunque operativo, ma è stato affidato a un amministratore giudiziario in attesa degli sviluppi dell’indagine.

In carcere dal 2 luglio, Liseno ha scelto una strategia difensiva che punta a confrontarsi direttamente con le accuse, probabilmente con l’intento di chiarire la propria posizione e di sondare gli elementi in possesso degli inquirenti. Una mossa che potrebbe anche indicare la consapevolezza da parte dell’indagato della portata delle accuse mosse nei suoi confronti.

Non hanno invece risposto alle domande del gip gli altri quattro arrestati trasferiti in carcere lo scorso 1 luglio: Pasquale Saracino, Sante Cartagena, Angelo Finiguerra e Mariagrazia Filomena Merra. La loro scelta, secondo fonti vicine all’inchiesta, potrebbe essere legata a una precisa strategia legale volta a prendere tempo e comprendere meglio il quadro probatorio costruito dagli investigatori.

L’inchiesta, che ha svelato presunti legami tra imprenditoria e criminalità organizzata dedita a colpi violenti contro portavalori, è ancora in fase embrionale, ma sta facendo emergere un intreccio complesso di interessi economici e attività illecite.

Nei prossimi giorni sono attesi nuovi sviluppi, anche alla luce delle dichiarazioni rese oggi. Gli inquirenti stanno lavorando per delineare con precisione il ruolo di ciascun indagato, in un’indagine che si preannuncia lunga e articolata.

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