Decaro, il colpo basso della legge anti-sindaci agita il centrosinistra pugliese La mancata cancellazione della norma sulle dimissioni frena la corsa dell’ex sindaco di Bari alla presidenza della Regione

Antonio Decaro non ha nascosto il proprio disappunto. La bocciatura, in doppio voto segreto, degli emendamenti che avrebbero modificato o cancellato la cosiddetta “legge anti-sindaci” in Consiglio regionale ha lasciato il segno. La norma, infatti, impone ai primi cittadini che intendano candidarsi alle elezioni regionali di dimettersi almeno sei mesi prima della fine del mandato, un vincolo considerato da molti sproporzionato e penalizzante.

L’ex sindaco di Bari, ora eurodeputato, l’ha definita l’ennesima «pagliacciata», secondo quanto riferito ai suoi più stretti collaboratori. Un passaggio che rappresenta molto più di un inciampo procedurale: è un vero e proprio ostacolo politico sul cammino di Decaro verso la candidatura alla presidenza della Regione Puglia. E, soprattutto, un colpo che arriva da dentro il suo stesso campo.

Il doppio affossamento – prima della proposta di cancellazione avanzata dal consigliere di maggioranza Antonio Tutolo, poi dell’emendamento del centrodestra che chiedeva la riduzione del termine a 45 giorni – ha il sapore del fuoco amico. Difficile, infatti, non leggerlo come una mossa calcolata da una parte del centrosinistra, ufficialmente alleata ma evidentemente tutt’altro che compatta attorno al progetto Decaro.

I nodi politici e sanitari
A rendere ancora più complicato il quadro ci sono le tensioni interne al centrosinistra e le manovre attorno alla gestione della sanità regionale. Dopo la rimozione di Tommaso Stallone, ex direttore dell’IRCCS “De Bellis” di Castellana Grotte e considerato vicino a Decaro, il confronto si è spostato sulla guida delle cinque aziende sanitarie commissariate: Bat, Taranto, Riuniti di Foggia, l’Oncologico di Bari e lo stesso “De Bellis”.

La Giunta regionale, guidata ancora da Michele Emiliano, ha avviato la procedura per la nomina dei nuovi direttori generali, ignorando l’invito di Decaro a sospendere tutto fino a dopo il voto. Un messaggio chiaro: Emiliano punta a blindare la sanità pugliese prima del termine del suo mandato, scegliendo figure di sua fiducia e, in parte, tagliando fuori l’ex sindaco di Bari dai futuri equilibri.

Il segnale è arrivato anche attraverso la composizione della commissione esaminatrice per i nuovi incarichi, guidata dall’avvocato Piero De Nicolo – fedelissimo di Emiliano – e da altri due esperti selezionati tra Agenas e Istituto Superiore di Sanità. Una struttura che, secondo diverse voci, risponderebbe più a logiche politiche che a criteri tecnici.

Una candidatura sempre più in bilico
Il risultato è un clima politico surriscaldato, che rende sempre più incerta la discesa in campo di Decaro. Se già nei mesi scorsi l’eurodeputato aveva espresso forti perplessità rispetto a un possibile ritorno dei “padri nobili” del centrosinistra pugliese, come Emiliano e Vendola, oggi l’orizzonte si fa ancora più nebuloso.

Il peso politico di Decaro, confermato anche dall’enorme consenso ottenuto alle europee con oltre 500mila preferenze, non basta a garantirgli un terreno favorevole in Puglia. Anzi, proprio quel risultato potrebbe convincerlo a restare a Bruxelles, dove il clima appare decisamente più stabile e dove la sua voce ha già iniziato a contare.

Conclusione
In un centrosinistra pugliese attraversato da veti incrociati, rancori sommersi e giochi di potere mai sopiti, la mancata modifica della legge anti-sindaci segna un punto di svolta. Non solo sul piano normativo, ma soprattutto su quello politico: Decaro, il candidato più forte e più spendibile per il campo progressista, si trova oggi più isolato e meno motivato.

Se la sua candidatura alla presidenza della Regione resta ancora formalmente sul tavolo, le condizioni per ufficializzarla appaiono ogni giorno più proibitive. E la sensazione, tra gli osservatori, è che il centrosinistra stia giocando una partita rischiosa: quella di perdere il suo uomo migliore, per logiche interne che nulla hanno a che fare con il bene comune.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: