San Severo(FG):La bomba di Alessandra Spada “Sindaca Colangelo, basta ricatti. Chi comanda davvero in Comune?”
Abbiamo scritto un articolo di analisi polemica e critica sulla crisi politica nel Palazzo di Città
Sono passati 25 giorni dalle dimissioni di Alessandra Spada, ex presidente del Consiglio comunale di San Severo(FG) , e ancora oggi regna un silenzio che sa di vuoto politico. Nessun successore, nessun passo avanti. Solo stallo, tensioni e il solito balletto di potere dietro le quinte. E ora Spada rompe il silenzio con un messaggio che è tutto fuorché neutrale: un attacco frontale, ma velato, alla sindaca Francamela Colangelo, al gruppo dei sei consiglieri dissidenti e a un’intera stagione politica che – nelle parole dell’ex presidente – si sta lasciando soffocare da logiche di ricatto.
Il messaggio è chiaro, ma anche denso di sottintesi, critiche sibilline e moniti politici. Alessandra Spada non si limita a constatare la crisi: la denuncia. E lo fa con un linguaggio che suona come un avvertimento.
La denuncia velata: “Chi comanda davvero?”
Il punto cruciale è questo: chi tiene in ostaggio l’Amministrazione comunale? Chi sono questi sei consiglieri di maggioranza che, a detta della Spada, stanno piegando la politica cittadina alle loro “richieste esose”? E perché la sindaca – presunta vittima dei ricatti – non rompe questo gioco al massacro, ma anzi sembrerebbe, per la Spada, “rendersene complice”?
Le parole dell’ex presidente del Consiglio sono pesanti: “Il Sindaco deve dare un chiaro segnale che la stagione dei ricatti politici è terminata.” È un appello, ma anche un’accusa. Spada suggerisce che Colangelo sappia bene da dove arrivano le pressioni, e che, fino ad oggi, abbia scelto di conviverci.
Una crisi costruita a tavolino?
L’accusa si allarga: i sei dissidenti, eletti con promesse di cambiamento e “bene comune”, ora si muoverebbero per poltrone e potere. Le logiche clientelari che, a detta di Spada, avrebbero preso il sopravvento, tradiscono l’essenza stessa della coalizione, nata con ambizioni di rottura rispetto al passato.
Ma c’è di più. Il vuoto lasciato dalla Spada alla presidenza del Consiglio comunale non è stato ancora colmato. E non è una questione tecnica. È un segnale politico. La paralisi, secondo Spada, è il frutto diretto della trattativa sotterranea tra pezzi della maggioranza e il vertice amministrativo.
Il messaggio alla Colangelo: “Sii sindaca davvero, non garante dei ricatti”
Sotto la patina dell’invito all’unità, Alessandra Spada lancia un ultimatum alla sindaca Colangelo: basta accordi sottobanco, basta subire. O si rompe questo meccanismo, o l’intera Amministrazione affonderà nella palude dei giochi di potere.
“L’assenso al gioco di ricatti renderebbe l’Amministrazione ulteriormente vulnerabile e offrirebbe un’immagine poco edificante” scrive, accusando implicitamente Colangelo di non avere più la forza – o forse la volontà – di governare davvero.
La domanda che resta sospesa
Il testo della Spada si chiude con un appello alla dignità politica, ma lancia un sospetto ben più profondo: “Cosa c’è realmente dietro?” Chi gestisce realmente l’amministrazione comunale?
Ecco il punto nevralgico. Spada lascia intendere che ci sia qualcun altro a tirare i fili, una regia occulta o almeno parallela. E la sindaca? Sarebbe ancora in grado di svincolarsi, ma il tempo sembra finito. Se continua ad assecondare il sistema – questa la tesi della Spada – diventerà non più vittima, ma complice consapevole.
Il segnale è partito. Chi lo raccoglierà?
Il messaggio di Alessandra Spada non è una semplice riflessione politica: è un atto d’accusa contro il presente e un avvertimento per il futuro. In un contesto dove le dimissioni sono diventate arma e merce di scambio, dove la politica cittadina appare sempre più autoreferenziale, Spada riporta l’attenzione sulla domanda fondamentale: chi ha tradito il mandato dei cittadini?
E soprattutto: la sindaca Colangelo è ancora padrona del suo mandato?
Il silenzio che seguirà, o le reazioni che verranno, risponderanno.