Previsione centrata il punto tra Gaza, referendum e giochi di potere in Capitanata

Youfoggia centra il punto: tra Gaza, referendum e giochi di potere in Capitanata

Come ha ben evidenziato Youfoggia, il nodo politico in Capitanata e nella più ampia scena pugliese si intreccia a doppio filo con i grandi temi nazionali e internazionali. Lo scenario che si è delineato lo scorso sabato a Roma, durante la manifestazione contro il genocidio a Gaza, è emblematico: un retropalco di piazza San Giovanni trasformato in salotto politico del centrosinistra, tra vecchie glorie e nuove ambizioni, tra solidarietà internazionale e discussioni molto italiane.

Tra gli abbracci e i sorrisi, i discorsi duri contro le violenze israeliane e le dichiarazioni pubbliche di vicinanza al popolo palestinese, si è consumato anche un dibattito interno tutto politico, che ha avuto come oggetto la successione alla presidenza della Regione Puglia. Con nomi importanti a calcare il retropalco – da Rosy Bindi a Massimo D’Alema, da Speranza a Bersani, fino ai pugliesi Antonio Decaro e Francesco Boccia – la tensione sotterranea era evidente. E se la presenza dell’europarlamentare Decaro sembrava suggellare una linea di continuità, nei fatti ha acceso un confronto acceso e ancora aperto.

Il nodo Decaro
Ad oggi, la posizione dell’ex sindaco di Bari non è affatto definita. Secondo fonti interne al PD, Antonio Decaro “non è convinto” e non ha ancora sciolto le riserve sulla sua candidatura alla presidenza della Regione Puglia. Una incertezza che preoccupa, soprattutto in una fase in cui la coalizione di centrosinistra avrebbe bisogno di certezze per confermare il governo regionale.

La segretaria Elly Schlein, consapevole del peso politico del sindaco uscente, spingerebbe invece su Francesco Boccia come alternativa, nel caso in cui Decaro optasse per il passo indietro. Ma le opzioni non finiscono qui. Dalla Puglia rimbalzano voci secondo cui Michele Emiliano, governatore uscente, starebbe pensando a un passaggio di testimone interno: Raffaele Piemontese, suo vice e assessore alla Sanità, oppure Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale e tra le prime sostenitrici della linea Schlein.

Riformisti contro Schlein
A complicare ulteriormente lo scenario è il fallimento dei cinque referendum promossi insieme alla CGIL, una sconfitta politica che ha acuito le divisioni interne al Partito Democratico. Il quorum non è stato raggiunto, e la scelta di accodarsi alla linea sindacale – fortemente voluta da Schlein – è ora nel mirino dei riformisti. Le critiche più aspre sono arrivate da Pina Picierno e Giorgio Gori, europarlamentari appena riconfermati, che non temono ritorsioni politiche vista la loro posizione solida fino al 2029.

Capitanata osserva, Roma decide
Il dibattito sulla successione in Puglia non è solo una questione regionale. Rappresenta l’ennesimo banco di prova per un centrosinistra che cerca una direzione chiara tra spinte populiste, ritorni nostalgici e istanze riformiste. E mentre in Capitanata si osservano con attenzione le mosse dei vertici, il retropalco di San Giovanni ha dimostrato ancora una volta come le decisioni cruciali vengano prese tra incontri informali, saluti e sguardi complici, più che nei luoghi ufficiali della politica.

La mancata affluenza ai referendum, letta da molti come segnale di disconnessione con il Paese reale, rischia di accelerare una resa dei conti interna. In questo contesto, la figura di Decaro, fresco di un exploit elettorale alle europee 2024 con mezzo milione di preferenze, sembrava fino a poco tempo fa il candidato naturale alla successione di Emiliano. Eppure, oggi, quella certezza si è trasformata in un dubbio amletico, mentre il tempo stringe ha escluso dalla sua squadra per la capitanata Piemontese, ed alcuni di Con che non solo consiglieri regionali ,ma sono support locali di Emiliano. Pregiuduca anche il caso Delle Noci a Lecce che sta facendo scoperchiare un castelletto notevole che crea e creerà non pochi problemi.

Alla fine, tra Gaza e il Nazareno, tra la CGIL e Strasburgo, tra Bari e Roma, la partita per la Regione Puglia è ancora tutta aperta. Ma una cosa è certa: come ha scritto Youfoggia, il problema è stato centrato. Ora tocca alla politica – quella vera – trovare il coraggio di decidere.

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