Il PD, il M5S e i Verdi affondano alle urne nel Gargano un dato allarmante per il futuro politico della Capitanata
Questi giorni hanno segnato un risultato drammatico per il Partito Democratico (PD), il Movimento 5 Stelle (M5S) e i Verdi in diverse aree della provincia di Foggia, con particolari riferimenti nelle realtà del Gargano. Le percentuali di partecipazione ai referendum sul lavoro e sulla cittadinanza sono state decisamente sotto le aspettative, con punte di disinteresse che fanno emergere un quadro preoccupante per il futuro politico di queste forze in Capitanata.
La delusione delle urne: Foggia, Cerignola, San Severo
Il capoluogo Foggia ha registrato una delle partecipazioni più basse, con solo il 15,76% degli aventi diritto che si è recato alle urne. Questo dato è emblematico di una frattura tra cittadini e istituzioni, nonostante la rilevanza dei temi trattati dal referendum. È una cifra che grida insoddisfazione e disillusione verso la politica locale, suggerendo che qualcosa non stia funzionando all’interno del PD foggiano.
Anche Cerignola e San Severo, considerati storicamente feudi del centrosinistra e del M5S, hanno visto una partecipazione al di sotto delle aspettative. A Cerignola, la percentuale di votanti si è fermata al deludente 9,37%, mentre a San Severo si è attestata al 13,92%. Questi dati mettono in evidenza come la fiducia degli elettori stia diminuendo drasticamente, con una crescente sfiducia nelle forze politiche tradizionali.
Il potere di Piemontese in discussione?
Il dato più eclatante che emerge è il progressivo declino del potere di Raffaele Piemontese, storico riferimento del PD in Capitanata. La sua influenza nei comuni del Gargano sembra essere in crisi. Carpino, città simbolo del suo radicamento, sindaco il dott. Rocco Brina,fedelissimo di Piemontese,ha registrato una partecipazione irrisoria del 5,98%, la più bassa dell’intera provincia. Un dato che fa sorgere dubbi sulla sua capacità di mobilitare il consenso, anche nella sua roccaforte. A Peschici e Cagnano Varano la situazione non è migliore, con percentuali rispettivamente del 6,09% e dell’8,39%. Questi numeri, che sfiorano l’astensione totale, rappresentano un segnale evidente di come il suo potere si stia erodendo.
L’uscita di scena di Piemontese, che aveva appoggiato inizialmente il sindaco Di Vito di Orta Nova per poi ritirare il suo supporto a favore di un altro candidato, Angela Fazi,potrebbe essere uno degli eventi che hanno contribuito alla disaffezione dei cittadini verso il PD. La mancanza di un coordinamento chiaro e di una visione condivisa sembra aver indebolito ulteriormente la struttura organizzativa del partito. La macchina del PD non è riuscita ad attivarsi con efficacia, e i sindacati, che avrebbero dovuto svolgere un ruolo cruciale nella promozione e sensibilizzazione, hanno dato prova di un impegno minimo, limitandosi a qualche slogan, post sui social e comunicato stampa.
Le eccezioni: Orta Nova e Volturara
Nonostante la generale tendenza al disinteresse, alcuni comuni si sono distinti positivamente per la partecipazione. Orta Nova, ad esempio, ha visto una percentuale del 35,24%, decisamente più alta rispetto al resto della provincia, grazie soprattutto alla presenza del ballottaggio per l’elezione del sindaco. Tuttavia, questa è l’unica eccezione positiva che emerge tra i comuni del Gargano.
Volturara, pur avendo numeri più contenuti, ha visto una partecipazione significativa, con una maggiore attenzione alle dinamiche locali. In questi casi, la competizione elettorale e la posta in gioco sono riuscite a suscitare un maggiore interesse tra i cittadini.
Il rischio per le prossime regionali
Il quadro delineato dalle urne non solo mette in luce una profonda disaffezione nei confronti del PD, del M5S e dei Verdi, ma solleva anche preoccupazioni per il futuro politico della provincia di Foggia in vista delle prossime elezioni regionali. La debolezza della macchina organizzativa, il disinteresse diffuso e la frattura tra i cittadini e le forze politiche potrebbero influire negativamente sui risultati a livello regionale.
Inoltre, la continua perdita di potere di Raffaele Piemontese, che non riesce più a mobilitare il consenso a livello territoriale, rappresenta una minaccia concreta per la stabilità del PD in Capitanata. La sua leadership, un tempo indiscussa, potrebbe non essere più sufficiente a garantire il successo del partito alle elezioni future.
Un segnale d’allarme
Il referendum sull’autonomia del lavoro e sulla cittadinanza in provincia di Foggia ha messo in evidenza uno scenario politico sempre più incerto e frammentato. Il PD, il M5S e i Verdi sono chiamati a fare un’autocritica profonda, a rivedere le proprie strategie e a rinnovarsi per evitare il rischio di un ulteriore distacco dai cittadini.
Il Gargano, che una volta era considerato un feudo sicuro per queste forze politiche, oggi è testimone di una crisi che potrebbe avere ripercussioni ben più ampie. Senza un cambiamento reale e una risposta concreta alle esigenze dei cittadini, il futuro del centrosinistra in Capitanata potrebbe essere più incerto che mai.