Caos politico nel nord della Capitanata: Lesina nell’occhio del ciclone, mentre Orta Nova si prepara a un ballottaggio dal sapore amaro
Caos politico nel nord della Capitanata: Lesina nell’occhio del ciclone, mentre Orta Nova si prepara a un ballottaggio dal sapore amaro
Di Cesare Bifaro – 29 maggio 2025
Non c’è pace nel nord della provincia di Foggia. Il vento dell’instabilità politica continua a soffiare impetuoso sui comuni di Lesina, San Severo, Apricena, Poggio Imperiale e non solo. Il recente turno elettorale del 25 e 26 maggio ha messo a nudo tensioni, sospetti e, in certi casi, autentiche spaccature che promettono di lasciare strascichi ancora a lungo.
Lesina: una manciata di voti e uno spettro chiamato TAR
A Lesina la sfida elettorale ha assunto contorni quasi grotteschi. Primiano Di Mauro, sindaco uscente, l’ha spuntata per soli due voti sulla sua vicesindaca, Alessandra Matarante: 1.300 preferenze contro 1.298. Due voti, due soli numeri a separare il potere dalla sconfitta. Ma guai a pensare che sia finita qui. Già si parla insistentemente di un imminente ricorso al TAR da parte della Matarante, che avrebbe puntato il dito contro schede annullate e presunte irregolarità nello scrutinio. L’atmosfera è tesa, l’aria è satura di sospetti. In una Lesina che pare inchiodata da anni a logiche di frizione e fratture, si profila all’orizzonte un’altra stagione di carte bollate e paralisi amministrativa.
Orta Nova: dal commissariamento al rebus ballottaggio
Nel frattempo, ad Orta Nova – Comune sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata – il ritorno alle urne ha prodotto un esito interlocutorio. Nessun sindaco eletto al primo turno: si andrà al ballottaggio l’8 e 9 giugno tra Domenico Di Vito (3.494 voti, civiche) e Gerardo Tarantino (2.695 voti, sostenuto da Forza Italia e Fratelli d’Italia). Più distanti Angela Fazi (1.540 voti) e Nicola Di Stasio (933 voti). Ma il dato davvero allarmante è un altro: oltre 4.500 elettori hanno disertato le urne. L’ombra dell’astensionismo si allunga su una comunità che, dopo il commissariamento, avrebbe dovuto ritrovare fiducia nella democrazia. Invece, la disillusione avanza, e anche il secondo turno sarà una partita tutta da giocare, tra possibili apparentamenti ufficiali e alleanze sotterranee.
Carapelle: rivincite e rotture
A Carapelle è tornato alla guida del Comune Luigi Marasco, sostenuto da una lista civica, che ha superato l’ex sindaco Umberto Di Michele per 259 voti. Terzo incomodo, ma molto staccato, Sergio Izzi con 835 preferenze. Anche qui la crisi politica aveva già colpito nei mesi scorsi, con la caduta dell’amministrazione Di Michele provocata dalle dimissioni in blocco di più della metà dei consiglieri comunali, inclusi membri della maggioranza. Un film già visto, in un copione che si ripete da San Severo a Lesina, passando per Apricena e Poggio Imperiale.
Un quadro che preoccupa
Quel che emerge da questa tornata elettorale è un quadro desolante: l’instabilità politica sembra aver divorato il tessuto istituzionale della zona, tra ricorsi, commissariamenti, amministrazioni decadute e un’astensione che dilaga. Il malessere civico è palpabile. I cittadini, stretti nella morsa tra politica litigiosa e sfiducia generalizzata, sembrano sempre più lontani dalle urne e, soprattutto, dalla speranza di un governo locale efficace, trasparente e duraturo.
Nel frattempo, Lesina resta appesa a due voti. E a un possibile verdetto del TAR che potrebbe riscrivere, ancora una volta, la storia di un Comune che non trova pace.