Bari:Se c’è lui non vengo io” il valzer delle incompatibilità scuote il centrosinistra pugliese
Il valzer delle incompatibilità è il ballo più in voga nelle stanze del centrosinistra pugliese. A pochi mesi dalle elezioni regionali, l’idea di una coalizione larga e coesa sembra ancora un miraggio, ostacolata da personalismi, veti incrociati e logiche da resa dei conti.
Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e oggi uno dei nomi più accreditati per guidare la prossima sfida alla guida della Regione Puglia, appare sempre più insofferente. In alcune riunioni riservate non ha nascosto la propria esasperazione, arrivando perfino a ventilare l’ipotesi estrema di un passo indietro: “Se continuano così, io non mi candido”. Uno sfogo amaro che riflette la tensione crescente tra le componenti civiche che dovrebbero sostenere il progetto progressista.
Al centro della contesa ci sono tre soggetti: Per la Puglia,Con, il movimento fondato da Michele Emiliano; e Prossima, la rete dei sindaci e dei professionisti vicini all’europarlamentare del PD. In teoria, queste tre gambe dovrebbero costituire l’ossatura civica della coalizione, affiancando i partiti nazionali come Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, e Movimento 5 Stelle. In pratica, però, le rivalità interne e le ambizioni personali rischiano di far saltare il banco.
Emiliano spinge da settimane per un accordo con Decaro, ma i rapporti tra i due sono tutt’altro che distesi. I segnali di intesa ci sono stati, ma non hanno mai trovato uno sbocco concreto. Dietro le quinte si moltiplicano i veti: “Se c’è lui, non ci sono io” è il leitmotiv che si sente ripetere in continuazione, a ogni tentativo di sintesi. Così, anziché convergere verso una proposta politica unitaria, le anime della coalizione sembrano più impegnate a delimitare il proprio spazio e a difendere il proprio protagonismo.
In tutto questo, a pagare il prezzo maggiore è proprio la credibilità dell’alternativa progressista in Puglia. Il centrodestra osserva, pronto ad approfittare di ogni incertezza. E gli elettori, sempre più disillusi, faticano a riconoscere in questo scenario il segno di una vera proposta di governo.
Se il centrosinistra vuole avere una chance, dovrà imparare a danzare insieme. Perché il valzer delle incompatibilità, se non si ferma, rischia di trasformarsi in un ballo di fine impero