CARAPELLE(FG):CLIMA DI PAURA NELLA CAPITANATA “TESTA D’AGNELLO SULL’AUTO DI UN CANDIDATO”.LA QUARTA MAFIA SFIDA LO STATO
CARAPELLE (FG) – Un segnale inquietante, d’altri tempi, che ricorda i metodi delle cosche siciliane più brutali: una testa di agnello è stata trovata sul parabrezza dell’auto di Salvatore Formillo, candidato al Consiglio comunale di Carapelle nella lista a sostegno di Sergio Izzi. Un gesto ignobile, a un giorno dalla visita del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che aveva annunciato un piano da 22 milioni di euro per la riqualificazione e la sicurezza del territorio della Capitanata in particolare Orta Nova(FG)comune sciolto per infiltrazione mafiosa.
Ma la criminalità non ha perso tempo: la risposta è arrivata in modo diretto, con un messaggio che sa di minaccia mafiosa, volto a intimorire chi sceglie di mettersi in gioco nella cosa pubblica. “Non conosco le intenzioni del mittente ma mi interessano poco, visto che nella mia vita, soprattutto da fervido credente, mi sforzo ogni giorno di fare solo del bene”, ha scritto Formillo in un post su Facebook, pubblicando le foto della macabra scoperta.

Nonostante lo sconcerto e l’amarezza, il candidato ha ribadito il suo impegno: “Vivo fieramente in una stupenda comunità e sono fiducioso si tratti solo di uno scherzo di cattivo gusto”, ha aggiunto, provando a stemperare, ma il messaggio è arrivato forte e chiaro. Il gesto non è un caso isolato.
La Capitanata nel mirino della Quarta Mafia
Negli ultimi mesi, la provincia di Foggia è stata teatro di episodi sempre più violenti: bancomat fatti saltare, sparatorie, attentati incendiari e ora anche simboli rituali che rimandano al codice mafioso. La cosiddetta “quarta mafia”, quella foggiana, mostra i muscoli in un momento in cui lo Stato cerca di rafforzare la sua presenza sul territorio.
L’arrivo del sottosegretario Mantovano, accompagnato dall’annuncio di importanti fondi per la sicurezza, lo sviluppo e la legalità, ha evidentemente infastidito gli ambienti criminali, che non intendono arretrare. L’intimidazione a Formillo è un segnale preciso: condizionare il voto, controllare le dinamiche politiche locali e ostentare potere.
Un’emergenza democratica
“Ciò che sta accadendo nel Foggiano è allarmante”, commentano diverse sigle associative e rappresentanti istituzionali. “Non è più solo una questione di ordine pubblico, ma un attacco alla democrazia”. Quando la criminalità organizza atti così simbolici, si mira a creare un clima di terrore e a scoraggiare l’impegno civico.

Episodi come questo richiedono una risposta ferma e coordinata delle istituzioni. La lotta alla mafia non può essere fatta solo nei tribunali, ma anche sostenendo chi sul territorio – candidati, attivisti, imprenditori, cittadini onesti – ha il coraggio di resistere.
Una sfida aperta
La provincia di Foggia è oggi una delle aree più delicate d’Italia per la penetrazione della criminalità organizzata. Gli investimenti annunciati dal governo sono un primo passo, ma servono presenza, controllo, prevenzione e soprattutto un patto forte tra istituzioni e società civile.
Salvatore Formillo, oggi, è diventato suo malgrado il simbolo di una battaglia più ampia: quella per un territorio che non vuole piegarsi. E la sua risposta, fatta di fede, determinazione e coraggio, suona come un invito a non arretrare.
La Capitanata non può permettersi di tornare al silenzio e alla paura. Ora più che mai, serve luce.