Foggia:Sentenza attesa la Corte d’Appello dà ragione alla sindaca Episcopo

Era una decisione prevedibile, e gli addetti ai lavori se lo aspettavano: la Corte d’Appello di Bari ha confermato pienamente la sentenza del Tribunale civile di Foggia, rigettando il ricorso elettorale presentato dall’ex candidato sindaco civico, Giuseppe Mainiero. La sindaca Maria Aida Episcopo, dunque, resta saldamente al suo posto, con una pronuncia che rafforza ulteriormente la legittimità della sua elezione.

In primo grado, a marzo 2024, i giudici foggiani avevano già bocciato il ricorso, condannando Mainiero – rappresentato dagli avvocati Francesco Visco e Gianfranco Corsini – al pagamento delle spese processuali e a un risarcimento per lite temeraria. Ora la Corte d’Appello ha confermato quel verdetto, ritenendo infondato l’appello e aggravando ulteriormente la posizione dell’ex candidato, che dovrà sostenere anche oltre 16mila euro di nuove spese legali, oltre ai 30mila euro già stabiliti in primo grado.

Nessuna decadenza per la sindaca

Difesa dagli avvocati Gianluca Ursitti e Vincenzo Di Cicco, la sindaca Episcopo ha visto riconosciuta la correttezza del proprio operato, soprattutto in merito alla presunta incompatibilità con la carica di primo cittadino. Secondo quanto stabilito dai giudici, la dirigente scolastica aveva prima presentato una richiesta di aspettativa non retribuita – nei termini di legge, entro dieci giorni dalla proclamazione, con effetto dal 6 novembre 2023 – e successivamente ottenuto la risoluzione anticipata del contratto con il Ministero dell’Istruzione, con decorrenza dal 1° gennaio 2024. Questo ha “eliminato in radice e tempestivamente l’incompatibilità”.

Per la magistratura, ciò che conta è che il MIM abbia accolto la richiesta di pensione anticipata, riconoscendo la sussistenza dei requisiti per la cessazione anticipata del servizio. Di conseguenza, non c’è stato alcun ostacolo giuridico alla permanenza della Episcopo nella carica di sindaco.

Lite temeraria e abuso del processo

Le motivazioni della sentenza sono particolarmente dure nei confronti del ricorrente. I giudici della Corte d’Appello, presieduti da Maria Mitola e affiancati da Emma Manzionna e Gaetano Labianca, hanno definito la linea difensiva di Mainiero “macroscopicamente infondata sul piano giuridico”. Secondo la Corte, sostenere ostinatamente che le misure adottate dalla sindaca non avessero neutralizzato l’incompatibilità ha significato agire con scarsa diligenza, se non in modo palesemente pretestuoso.

Si tratta, per i giudici, di una vera e propria “condotta ostruzionistica”, che si configura come abuso del processo. Anche in assenza di dolo o colpa grave, viene ribadito che il comportamento del ricorrente è stato “temerario”, riprendendo l’insegnamento della Cassazione (sent. 27623/2017).

Una sentenza che chiude il caso

La decisione della Corte d’Appello chiude definitivamente la vicenda elettorale e ribadisce la piena legittimità della sindaca Episcopo, uscita rafforzata anche sotto il profilo politico. Per Mainiero, invece, si tratta di una doppia sconfitta: processuale e politica, con un significativo aggravio di spese e una sonora bocciatura giuridica.

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