Manfredonia(FG):SOS grano canadese Coldiretti Puglia lancia l’allarme a Manfredonia contro l’invasione di prodotto trattato con glifosato
Manfredonia – 8 maggio 2025 – È allarme rosso per l’agricoltura italiana: nel solo mese di gennaio 2025 le importazioni di grano dal Canada sono raddoppiate, con un incremento dell’82% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A denunciarlo è Coldiretti Puglia, che oggi ha dato vita a una mobilitazione senza precedenti al porto di Manfredonia, dove gli agricoltori hanno fermato con gommoni e motoscafi la nave ‘Rooster’ proveniente dal Quebec, carica di quasi 24mila tonnellate di grano duro canadese.
Secondo l’organizzazione, questo grano viene trattato in preraccolta con glifosato, una pratica vietata in Italia per ragioni di salute e tutela ambientale. “È fondamentale garantire la reciprocità delle regole e la trasparenza in etichetta – afferma Coldiretti – per proteggere sia le aziende agricole italiane sia i consumatori”.
Con slogan come “Mamma, è ora di dare battaglia” e “Mamma, sei sicura che quello che mangiano i tuoi figli non contenga schifezze?”, gli agricoltori hanno presidiato il porto, denunciando un sistema che mette in ginocchio la cerealicoltura locale. Solo nel 2024, gli arrivi dal Canada sono aumentati del 68%, con 87,4 milioni di chili di grano duro sbarcati a gennaio. Un’invasione che ha causato il crollo dei prezzi del grano pugliese: -40 euro a tonnellata in un solo anno.
Coldiretti ribadisce di non essere contraria agli scambi internazionali, ma chiede un’armonizzazione delle normative europee fondata su regole comuni e chiare, per evitare concorrenza sleale a danno del Made in Italy. Inoltre, la situazione rischia di peggiorare ulteriormente con l’entrata in vigore di nuovi dazi, che potrebbero distorcere ulteriormente il mercato.
L’appello lanciato dagli agricoltori è chiaro: fermare l’inganno sulle origini del grano e impedire che pane e pasta siano etichettati come italiani, pur essendo prodotti con materia prima estera trattata con sostanze non consentite nei nostri campi. In gioco non c’è solo l’economia agricola, ma la fiducia dei consumatori e la sicurezza alimentare.