Calo demografico e scontro politico in Puglia: il nodo dei consiglieri regionali

Il calo demografico in Puglia sta avendo ripercussioni non solo sul tessuto sociale ed economico, ma anche sulla politica regionale. Un emendamento specifico prevede che, se la variazione della popolazione rispetto alle soglie fissate dalla legge del 2011 è inferiore al 5%, il numero dei consiglieri regionali non venga ridotto. Questo è proprio il caso della Puglia, dove il numero dei seggi in Consiglio regionale rimane invariato, influenzando direttamente la discussione sulle riforme dello Statuto e della legge elettorale.

La battaglia sui seggi e la soglia di sbarramento

Uno dei nodi cruciali è il tema del consigliere supplente, che sostituisce un consigliere nominato assessore, e la soglia di sbarramento per l’ingresso in Consiglio, attualmente fissata al 4%. Su questo punto si fronteggiano due posizioni opposte:

  • I partiti più piccoli chiedono di abbassare la soglia, per facilitare l’accesso in Consiglio.
  • I partiti più grandi vogliono alzarla, per ridurre la frammentazione e rafforzare il peso delle formazioni maggiori.

Questa disputa è fondamentale perché incide sul numero di liste che potranno presentarsi alle prossime elezioni e sulla loro capacità di ottenere seggi.

Come calcolare i voti: lo scontro Emiliano-Decaro

Un altro tema centrale riguarda il metodo di calcolo dei voti alle Regionali: bisogna considerare quelli ottenuti dal presidente eletto o quelli della sua coalizione? Se si conteggiasse il totale dei voti della coalizione, sarebbe più facile per le liste più piccole superare la soglia di sbarramento, favorendo così una maggiore frammentazione.

Su questo punto si registra una divisione tra i due leader del centrosinistra pugliese:

  • Michele Emiliano, presidente uscente, nel 2020 è stato sostenuto da ben 15 liste civiche. Tuttavia, ora che ha deciso di candidarsi con il Partito Democratico, il suo interesse è ridurre il numero di liste civiche per rafforzarne alcune più strutturate, come “Per la Puglia” dell’assessore Sebastiano Leo.
  • Antonio Decaro, sindaco di Bari e possibile futuro candidato presidente, ha una visione opposta. Per lui più liste civiche significano più candidati pronti a raccogliere voti sul territorio, rafforzando il consenso della coalizione.

Il ruolo del Partito Democratico

Il PD segue con attenzione questo scontro, consapevole che l’esito della discussione potrebbe influenzare il suo risultato elettorale. Il segretario regionale Domenico De Santis aveva aperto il dibattito sulle riforme, anche per facilitare la candidatura dei sindaci. Tuttavia, secondo alcuni esponenti interni, il partito starebbe facendo “melina”, ovvero temporeggiando senza prendere una posizione netta.

L’impressione di molti è che, alla fine, non si cambierà nulla. Il Pd deve bilanciare l’esigenza di un forte risultato di lista con il mantenimento di una coalizione coesa, dove anche le liste minori giocano un ruolo decisivo. La strategia dei democratici, quindi, sembra essere quella di attendere e osservare l’evolversi della situazione, senza intervenire in modo drastico.

Nel frattempo, il dibattito prosegue e le scelte fatte nei prossimi mesi saranno determinanti per la configurazione delle alleanze e la composizione del futuro Consiglio regionale.

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