Bari:Effettuati 7000 accessi non autorizzati Da Mellillo alla Meloni a La Russa e Crossetto

La Procura di Bari ha avviato un’indagine su un presunto caso di violazione dei dati bancari di migliaia di persone, inclusi esponenti politici di alto profilo e altre personalità note, perpetrata da un dipendente della filiale di Intesa Sanpaolo a Bitonto. Tra i soggetti coinvolti, spiccano nomi come Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, e altri politici come sua sorella Arianna Meloni, Daniela Santanché, Guido Crosetto e Ignazio La Russa. Anche l’ex compagno di Meloni, Andrea Giambruno, e figure istituzionali di rilievo come il procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, figurano tra le vittime della violazione.

Secondo quanto riportato, il dipendente avrebbe effettuato oltre 7.000 accessi non autorizzati ai conti correnti dei correntisti, tra il febbraio 2022 e l’aprile 2024. L’uomo è stato licenziato ad agosto 2024, in seguito a un procedimento disciplinare. La notizia è emersa grazie a un’inchiesta del quotidiano Domani, che ha rivelato dettagli sull’estensione e la gravità delle violazioni.

L’inchiesta è partita dopo che un cliente della filiale ha presentato una denuncia, insospettito da un numero anomalo di accessi al proprio conto, segnalato dalla stessa banca. Le indagini condotte dai carabinieri hanno portato all’identificazione del dipendente e alla scoperta di una rete di violazioni che coinvolgeva non solo i correntisti della filiale pugliese, ma anche persone di spicco a livello nazionale.

Tra i soggetti colpiti dalle violazioni, oltre ai politici, vi sarebbero anche presidenti di Regione, come Luca Zaia (Veneto) e Michele Emiliano (Puglia), e funzionari di alto livello, tra cui ufficiali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Le informazioni accessibili includevano i movimenti dei conti correnti e i saldi dei depositi, un’azione che potrebbe avere gravi implicazioni per la privacy e la sicurezza delle persone coinvolte.

Le motivazioni alla base di questi accessi illeciti non sono ancora chiare. Le ipotesi vanno dalla semplice curiosità a possibili finalità più gravi, come la raccolta di informazioni riservate per fini ricattatori, fenomeno noto come “dossieraggio”. Tuttavia, al momento non ci sono evidenze che suggeriscano un tentativo di ricatto.

Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di crescenti preoccupazioni per la sicurezza dei dati sensibili, specialmente per quanto riguarda personalità pubbliche. Negli ultimi mesi, la Procura di Perugia ha aperto un’altra indagine che coinvolge vari funzionari, tra cui un sottufficiale della Guardia di Finanza e un ex sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, accusati di aver compiuto accessi illeciti a banche dati per ottenere informazioni compromettenti su politici e altri personaggi pubblici. Anche in quel caso, il numero degli accessi abusivi è impressionante, con oltre 7.000 accessi e più di 33.000 file scaricati.

Questi scandali mettono in evidenza la vulnerabilità dei dati personali, anche in ambito bancario, e sollevano questioni importanti sulla necessità di rafforzare le misure di sicurezza per proteggere le informazioni sensibili di cittadini e figure pubbliche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: