Basilicata:Le sfide di una regione, una premessa necessaria
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’opportunità straordinaria per le regioni italiane, inclusa la Basilicata, di affrontare alcune delle sfide strutturali che da anni ne limitano lo sviluppo. Con un focus su digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale, il PNRR si propone di avviare una trasformazione radicale del territorio. Tuttavia, come emerge dal report del primo semestre 2024 della Regione Basilicata, l’efficacia di questo piano è fortemente condizionata dalla capacità di applicarlo con criteri che siano veramente in linea con le specificità locali e i bisogni del territorio.
Le sfide della Basilicata: una premessa necessaria
Prima di analizzare come la Basilicata sta utilizzando i fondi del PNRR, è utile fare una riflessione sui principali ostacoli allo sviluppo della regione. Il primo e più significativo problema è lo spopolamento. La Basilicata soffre di un’emigrazione giovanile che non è solo economica, ma anche culturale. La mancanza di prospettive professionali viene aggravata da una società percepita come statica, dove prevalgono nepotismo e scarsa apertura intellettuale. Trattenere i giovani in regione non è solo una questione di PIL, ma anche di creare un contesto che promuova innovazione, diversità e vivacità culturale. Solo così si può invertire la tendenza.
Il secondo tema cruciale è l’accessibilità. Geograficamente, la Basilicata è posizionata nel cuore del Sud Italia, ma paradossalmente resta una delle regioni più isolate a livello di infrastrutture. La mancanza di collegamenti adeguati con le altre regioni e con i principali mercati nazionali ed esteri rappresenta un limite significativo per lo sviluppo economico. Un piano infrastrutturale che punti a trasformare la Basilicata in un hub logistico per il Sud Italia sarebbe una delle chiavi per superare questo isolamento.
Altre questioni come la marginalizzazione del Sud Europa nelle politiche economiche europee e la mancanza di scambi efficienti tra le città del Mezzogiorno completano il quadro delle sfide che il PNRR dovrebbe affrontare, ma che al momento sembra non affrontare in modo strutturato.
Cosa dice il report del primo semestre 2024?
Secondo il report, alla Basilicata sono stati assegnati 50 progetti per un totale di 2,5 miliardi di euro, su 4,5 miliardi di investimenti complessivi. A prima vista, sembra un’opportunità significativa per il rilancio della regione, ma un’analisi più approfondita dei progetti finanziati solleva diverse perplessità.
La maggior parte dei fondi destinati alle infrastrutture si concentra sull’acquisto di autobus e treni e su qualche intervento di miglioramento della rete ferroviaria. Questi sono certamente interventi necessari, ma si tratta di misure che difficilmente possono essere considerate come parte di un piano straordinario per il rilancio della regione. Mancano invece investimenti in grandi opere infrastrutturali, come la Lauria-Candela e l’aeroporto di Pisticci, che erano stati promessi dai partiti durante le elezioni regionali, ma che non sembrano trovare spazio nei fondi PNRR.
Nel settore dell’istruzione, il PNRR ha finanziato l’acquisto di nuovi strumenti didattici e interventi di edilizia scolastica. Anche in questo caso, sebbene siano interventi utili, non rappresentano un salto di qualità per l’innovazione del sistema educativo. Si parla di realizzazione di nuovi asili nido, un’azione lodevole per colmare il gap con il Nord Italia, ma che pone questioni sul lungo termine: come saranno gestiti e mantenuti questi edifici, spesso progettati per ospitare pochi bambini in contesti territoriali frammentati?
Interventi frammentati e senza visione d’insieme
Una delle principali critiche sollevate dal report riguarda la mancanza di una visione d’insieme e la frammentazione degli interventi. Molte delle misure finanziate, come il miglioramento sismico di chiese e ospedali o l’efficientamento energetico di strutture pubbliche e private, sembrano interventi ordinari più che straordinari. Si ha l’impressione che il PNRR stia colmando lacune della finanza pubblica ordinaria piuttosto che avviare un vero percorso di trasformazione strutturale della regione.
Anche la digitalizzazione, uno degli obiettivi principali del PNRR, viene trattata con micro-progetti di modesta entità, con investimenti minimi spesso sotto i 2.000 euro. Questo non sembra sufficiente per colmare il divario digitale che affligge le aree interne della Basilicata e per promuovere una vera innovazione tecnologica.
Quali prospettive per il futuro?
Alla luce del report, sembra difficile immaginare che gli interventi attuali possano davvero rimuovere i limiti strutturali che affliggono la Basilicata. Se il PNRR non viene utilizzato per risolvere problemi come lo spopolamento, l’isolamento infrastrutturale e la mancanza di visione strategica, c’è il rischio che la regione si trovi con un aumento del patrimonio edilizio pubblico da mantenere, senza però aver fatto progressi significativi sul fronte dello sviluppo economico e sociale.
In conclusione, il PNRR potrebbe rappresentare un’occasione mancata per la Basilicata se non verrà applicato con maggiore attenzione alle reali necessità del territorio e con una visione a lungo termine.