Foggia:Tre Fiammelle, appalti milionari a rischio “Il controllo Giudiziario influirà nelle decisioni dell’azienda “

Il Prefetto Valiante è stato preciso oltre ad essere determinato. Inoltre la Squadra Stato ha segnalato al prefetto di Foggia che l’azienda sarebbe “adiacente” a organizzazioni mafiose. 

Il colpo è stato pesante oltre a influenzare tutte le decisioni che l’azienda dovrà prendere in merito a partecipazioni di gare oltre a non poter fare nulla, ma soprattutto gestire il portafoglio dell’azienda. “Tre Fiammelle” dovrà seguire le indicazioni del preposto a gestire il tutto.

Decisone del Tribunale di Bari.

Il Tribunale di Bari, nella persona del giudice Romanazzi, ha emanato un disposto di controllo giudiziario (Il controllo giudiziario, come si evince dalla lettera della legge, è applicata quale misura di prevenzione patrimoniale dolce rispetto alla più gravosa misura dell’amministrazione giudiziaria disciplinata nell’art. 34 del codice antimafia)  per due anni. 

 Il labile confine tra l’amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario

L’obbligo imposto nel provvedimento del giudice deve essere assolto entro dieci giorni dal compimento dell’atto e comunque entro il 31 gennaio di ogni anno per gli atti posti in essere nell’anno precedente. Disponendo il controllo giudiziario, il Tribunale – peraltro – può nominare un giudice delegato e un amministratore giudiziario al quale sono attribuiti dei compiti.

titolari dell’azienda non devono modificare la sede, la denominazione e la ragione sociale, l’oggetto sociale e la composizione degli organi di amministrazione, direzione e vigilanza e non devono compiere fusioni o altre trasformazioni senza l’autorizzazione del giudice delegato;

Tutti, gli addetti ai lavori sapevano che un provvedimento del genere doveva essere emanato in prosecuzione all’interdittivaantimafia notificata dalla Prefettura di Foggia al presidente delle Tre Fiammelle sostituito da D’Alba con un ufficiale dell’esercito

Secondo la prefettura di Foggia nella relazione si legge che “Tre Fiammelle” “rappresenta un’entità economica ‘adiacente’ a organizzazioni mafiose“, in particolare le batterie della “Società Foggiana”. Sarebbe infatti emersa una “contiguità soggiacente che rasenta la contiguità compiacente”.

Il controllo giudiziario è un colpo che sicuramente D’Alba non accetterà e andrà avanti. Ricordiamo ai lettori di Youfoggia.com che l’azienda lavorando prevalentemente con la pubblica amministrazione e sappiamo come in questi casi va, non riuscirà a gestire gli appalti milionari in vari settori che ha. L’ultima operazione fu la gestione del verde pubblico della città di Foggia attraverso il colosso emiliano Cns che fece un avvallimento (Per consentire a un operatore economico, singolarmente o in raggruppamento, di colmare i requisiti economici, finanziari, tecnici e professionali mancanti ma necessari per partecipare ad una procedura di gara avvalendosi delle capacità di altri soggetti).

Consip  chiese al Cns di sostituire la consorziata colpita da interdittiva nell’ambito della convenzione del Servizio integrato energia per le pubbliche amministrazioni

Il comune di Foggia diffida le Tre Fiammelle.

I commissari straordinari in una nota scritta denunciarono una inefficienza del servizio: “Insoddisfacente è la manutenzione ordinaria del verde soprattutto la pulizia delle conchette degli alberi e dei marciapiedi, interessati da una crescita incontrollata di erbacce”. “Sin dai primi di maggio da parte dell’amministrazione comunale è stata disposta una formale diffida ad adempiere agli obblighi contrattuali”.

Questa nota mise in allarme la società che immediatamente organizzo delle squadre per la risoluzione dei vari problemi,che però non riuscì a risolvere.

Ma la nota dolente che la prefettura scrisse in relazione “rasenta la contiguità compiacente nel momento in cui nega ed invita i suoi congiunti a negare di essere vittima di estorsione da parte della mafia foggiana, comportamento rispetto al quale la denuncia dallo stesso effettuata il 27 ottobre 2017 appare pretestuosa perchénessun apporto fornisce alle indagini”.

Il comportamento avuto,fatto che fa riferimento la Prefettura:

Alla captazione nella sala di attesa della Questura di Foggia dove dalle conversazioni “emerge un vero e proprio ‘patto di non parlare’, stretto tra l’imprenditore D’Alba e i suoi congiunti che, nel concreto, ha guadagnato l’impunità agli autori dell’estorsione, questi ultimi soggetti di spicco della mafia foggiana, ovvero Francesco Tizzano ed Ernesto Gatta“, entrambi arrestati e condannati a pesanti pene in “Decima Azione”, ritenuti affiliati al potente clan Moretti-Pellegrino-Lanza.

Le società del gruppo:

Manfredonia Calcio , “Tre Fiammelle ,‘Lavit spa’ operante nel settore della lavanderia industriale, ‘San Giovanni di Dio’.

Inoltre i giudici amministrativi, infatti, respinsero la proposta di sospensione dell’interdittiva antimafia. 

Pertanto a conclusione parziale della vicenda parte il controllo giudiziario che saranno due anni di tempo per allontanare l’ombra del condizionamento mafioso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: