FOGGIA SVOLTA NELLE INDAGINI PER IL TENTATO OMICIDIO DI MATRICE MAFIOSA DI SINESI ROBERTO “CAPO CLAN”

CAPO INDISCUSSO  DELLA  BATTERIA “SINESI –FRANCAVILLA.DELLA  FIGLIA E DEL NIPOTINO   DI 6 ANNI, CONSUMATOSI, IL 6 SETTEMBRE 2016,  AL RIONE “CANDELARO” A FOGGIA.    

ESEGUITA DAI CARABINIERI DEL NUCLEO INVESTIGATIVO DI FOGGIA, COORDINATI DALLA DDA DI BARI, UNA ORDINANZA DI CUSTODIA  CAUTELARE, EMESSA DAL  GIP     DEL CAPOLUOGO, A CARICO DI UNO DEI PRESUNTI RESPONSABILI. 

DETERMINANTI, OLTRE ALLE INDAGINI TECNICHE SVILUPPATE DAGLI   INQUIRENTI,   ANCHE  IL   CONTRIBUTO  DEI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA.

Durante  le prime ore del mattino di oggi 15.02.2023,  i  Carabinieri  del  Nucleo  Investigativo  del  Comando  Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogoche ha diretto e coordinato le indagini svolte dai militari dell’Arma, a carico di una persona, attualmente detenuta al regime penitenziario differenziato del 41 bis O.P., ritenuta – ​allo stato del procedimento –    gravemente  indiziata  dei  gravi  reati  di  tentato  omicidio  plurimo  e  pluriaggravato  dal  metodo mafioso ed al fine di agevolare la compagine criminale del clan “Moretti-Prellegrino-Lanza”, porto illegale di armi da fuoco, anche da guerra, e ricettazione.

In  particolare,  gli  investigatori  dell’Arma,  nell’ambito  delle  complesse  e  prolungate  attività  di  indagine svolte su diretto coordinamento della DDA di Bari, sono arrivati ad un’importante svolta nel violento tentato omicidio di matrice mafiosa dello storico capo clan SINESI Roberto, al vertice della  batteria  “Sinesi -Francavilla”,  avvenuto  in  pieno  giorno,  a  Foggia,  al  Rione  “Candelaro”,  il  6 settembre 2016, mentre lo stesso si trovava in auto con la figlia Elisabetta ed il nipotino all’epoca di soli 4 anni. Sia il minore che lo stesso SINESI Roberto rimasero fer​iti a seguito dell’esplosione di numerosi  colpi  d’arma  da  fuoco  sparati  da  un  commando  con  un  fucile  d’assalto  AK  47 “Kalashnikov”  ed  una  pistola  semiautomatica  calibro  9mmX21,  utilizzando  un’autovettura  di provenienza  illecita,  così  come  ricostruito  in  ma​niera  certosina  attraverso  un  sistema  integrato  di  investigazioni  tradizionali  e  tecniche,  nonché  il  qualificato  contributo  di  alcuni  collaboratori  di  giustizia interrogati dalla DDA di Bari.

Sempre in quella circostanza, come incontrovertibilmente stabilito da una recente sentenza passata in giudicato  dopo  il  pronunciamento  della  Suprema  Corte  di  Cassazione,  SINESI  Roberto  rispose  al fuoco  contro  i  killers  di  questo  agguato  sempre  di  matrice  mafiosa,  sparando  verso  di  loro  diversi colpi con un’arma, che in quel momento portava illegalmente al seguito, motivo per il quale è appunto condannato a 5 anni di reclusione. 

Secondo quanto riscontrato dagli Inquirenti nella fase delle indagini preliminari, la violenta azione criminosa  consumatasi  ai  danni  delle  tre  vittime,  in  ragione  del  noto  passato  criminale  di  SINESI  Roberto,  lo  specifico  contesto  ambientale  e  le  plateali  nonché  cruente  modalità  di  realizzazione,  è ragionevolmente da inquadrare nel solco della nota guerra di mafia, risalente al 2015-2016, tra l’altro mai sopita, tra le batterie dell’associazione per delinquere armata, di tipo mafioso, convenzionalmente denominata  “Società  foggiana​”,  nell’ambito  delle  complesse  dinamiche  criminali  del  capoluogo  riguardanti  il  controllo  egemonico  del  territorio  e  del​le  relative  attività  illecite,  principalmente nell’ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti e delle attività estorsive.Si ricorda,  poi,  che  lo  2  scorso  marzo  2022,  a  Nettuno  (Roma),  già  un  altro  nipote  minorenne  di SINESI Roberto, il 15enne FRANCAVIL​LA Mario, è rimasto parimenti gravemente ferito, insieme al padre FRANCAVILLA Antonello, in un altro agguato di matrice mafiosa, per il quale, a seguito di  mirate  indagini  di  Magistratura  e  Forze  dell’Ordine,  sono  poi  conseguiti  altri  provvedimenti cautelari. 

Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia hanno così dato, ancora una volta, una determinante risposta -in termini di legalità e sicurezza –   su un grave fatto  di  sangue  riconducibile  alle  composite  e  pluriennali  dinamiche  delittuose  delle  “batterie” dell’associazione  a  delinquere  di  tipo  mafioso  nota  come  “Società  foggiana”,  come  pacificamente  riconosciuto da plurime sentenze giudiziarie già passate in giudicato.

E’ importante sottolineare che il presente procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare seguirà poi l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere  accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti. 

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